27 giu 2013

INTERVISTA AL GIOVANE ALLEVATORE DI RESIA

INTERVISTA AL GIOVANE ALLEVATORE DI RESIA MICHELE ZANETTI
POGOVOR Z ZANETTIJEM, KI V REZIJI REDI 120 KRAV IN KOZ

Giovane allevatore a Resia
Zanetti redi 120 krav in koz

Con la bella stagione, anche a Resia, riemerge la problematica dei prati incolti. Le conseguenze dell’abbandono della attività agro-silvo-pastorali sono evidenti a tutti. Sono, ad esempio, in aumento le malattie trasmesse dalle zecche. Anche la ricomparsa dell’orso è, con ogni probabilità, da attribuite all’aumento della superficie boschiva che arriva a ridosso dei centri abitati. Fortunatamente anche a Resia qualche associazione di volontariato riesce a ripulire questi spazi almento attorno ai paesi. Fino ai sismi del 1976 questo non era necessario perché sul territorio vi erano molte aziende agricole che avevano perlopiù le mucche e pertanto il foraggio era ricavato dallo sfalcio. Oggi a Resia ci sono poche aziende agricole e di queste quasi tutte sono condotte da giovani come Michele Zanetti al quale abbiamo voluto porre alcune domande.
Perchè hai iniziato a fare questo lavoro, hai forse fatto degli studi in questo settore?
«Quando ho iniziato ad allevare le mucche andavo ancora a scuola. Ogni volta che prendevo la corriera e dopo il treno per raggiungere l’Istituto Tecnico Agrario di Cividale, quando giungevo a Gemona mi mancava il respiro al solo pensiero di aver abbandonato le mucche e mia madre al governo della stalla. Pertanto ho abbandonato la scuola ed ho cominciato ad allevare seriamente le mucche. Quando ho iniziato avevo quindici anni ed adesso sono già dieci anni che faccio questo mestiere e undici che ogni estate andiamo in malga. È un’attività che nasce dalla passione e da qualche anno ne traiamo anche un reddito sufficiente. È un lavoro che svolgiamo principalmente per noi e questo ci soddisfa. Adesso abbiamo sessanta mucche ed altrettante capre. D’estate andiamo in malga sopra Pontebba e in autunno ritorniamo a Resia dove teniamo le mucche in stalla».
Gestiresti una malga qui a Resia?
«Ho troppe mucche per i piccoli pascoli di Resia. Non è come un tempo che qui avevano mucche di piccole dimensioni adesso le mucche hanno una pezzatura medio – grande ed i nostri pascoli sono insufficenti e ripidi.»
Come si svolge la tua giornata tipo?
«Io e mia madre ci alziamo presto la mattina, alle cinque, cinque e mezzo. Saliamo da San Giorgio a Lischiazze, dove abbiamo la stalla, e come prima cosa accendiamo il fuoco e prepariamo il caffè. Dopodiché entriamo nella stalla e portiamo via il letame, poi iniziamo a mungere e dopo la mungitura diamo il latte ai vitellini. Quando abbiamo finito con i vitelli iniziamo a foraggiare, prima in una parte della stalla e poi nell’altra. Dopo aver sistemato tutto, ritorniamo a casa a San Giorgio perché anche lì abbiamo una stalla con mucche e una con capre. Finiamo all’incirca a mezzogiorno, all’ora di pranzo. Nel pomeriggio verso le tre e mezza ricominciamo a Lischiazze fino alle dieci di sera, a volte anche alle undici e mezzo. Con questo lavoro non si finisce mai».
Quando avete comprato la stalla a Lischiazze?
«L’abbiamo comprata sette anni fa ed all’inizio non avevamo tutte queste mucche, ne avevamo di meno. Adesso, invece, abbiamo poco posto e tanti animali».
Sei contento di lavorare qui a Resia?
«A me piace, non mi pesa alzarmi presto la mattina o andare a dormire tardi e lavorare tutto il giorno. Mi piace lavorare a contatto con gli animali e sono contento di lavorare nel mio paese».
Come si potrebbero sostenere gli allevatori di Resia?
«Per rendere il nostro lavoro meno faticoso servirebbe una latteria in valle, così da poter conferire solo il latte prodotto in valle e produrre i nostri formaggi. Inoltre si dovrebbe promuovere questi nostri prodotti anche fuori valle».
Adesso dove porti il latte?
«Da sei anni vendo il latte al caseificio di Ugovizza, lo vengono a prendere in azienda ogni due giorni».
Le tue mucche di che razza sono?
«Di due tipologie, ho le pezzate rosse e le grigio-alpine. Le pezzate rosse sono più diffuse in Italia, invece le grigio-alpine provengono dal Tirolo, andiamo ad acquistarle a Trento per il fatto che questa razza è la più adatta alla morfologia delle nostre montagne, sono delle mucche di piccole dimensioni, sono più leggere e pascolano più ore rispetto alle altre».
Un tempo, nel tuo paese natale, a San Giorgio, esisteva la «stazione di monta taurina» che oggi detieni presso la tua azienda. Ci puoi dire come funziona?
«Per avere la concessione abbiamo dovuto avere il consenso scritto dei precedenti tenutari. Se qualcuno ha bisogno di fecondare le mucche noi abbiamo il toro e, come consuetudine, registriamo il tutto nell’apposito bollettario».
A Resia ci sono altre aziende come la tua?
«Grandi come la mia non ci sono e ce n’è poche anche nella Val Canale. Invece qui a Resia ci sono altri che allevano mucche, ma il fatto è che qui è molto scomodo e non ci danno nessun tipo di contributo, ad esempio, per ingrandire la stalla o fare delle migliorie. Per questo motivo sono rimasti pochi giovani davvero appassionati che, però, hanno pochi animali. Alcuni di loro hanno un’altra attività e lo fanno come hobby».

Pogovor z Michelom Zanettijem, ki že 10 let redi v Reziji 120 krav in koz.

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