30 set 2015

Igra za denar vederba ljudi - Il gioco d’azzardo rovina le persone


Tra i tredici comuni della provincia di Udine nei quali non sono presenti le «slot machines» quasi la metà sono dell’area nella quale vive la comunità slovena. Si tratta di Drenchia, Grimacco, Stregna, Taipana, Lusevera e Malborghetto-Valbruna. Lo rivela l’ingagine sul gioco d’azzardo delle Caritas diocesane del Friuli Venezia Giulia avviata, anche grazie al finanziamento della federazione regionale delle Banche di credito cooperativo, con la supervisione scientifica dell’Ires FVG, che ha approfondito sia la diffusione dei giochi in regione, sia i comportamenti degli adolescenti. È stata presentata in un convegno a Udine lo scorso 11 febbraio.

Il dato, tuttavia, non può essere enfatizzato. Si tratta di piccoli Comuni nei quali è carente anche il numero di esercizi pubblici. E, per giocare, ci si può spostare comodamente nei paesi vicini o fare una capatina nelle case da gioco della vicina Slovenia.
Anche nella Slavia, a Resia e in Valcanale si contano molte, troppe persone dipendenti dal gioco d’azzardo che dilapidano lo stipendio o la pensione alle macchinette e al tavolo verde come pure nelle scommesse, nei giochi a premi (Gratta e vinci, Superenalotto, eccetera), nella sale Bingo, nei giochi on line, creando grossi problemi per se stessi, le proprie famiglie e l’intera società.
Se il fruitore delle macchinette mangiasoldi nei bar, come emerge dall’indagine, è «cliente abituale, maschio, fascia d’età compresa tra i 40 e i 60 anni», negli altri esercizi (ricevitorie, tabacchini, edicole, sale Bingo e casinò sloveni) è forte anche la presenza femminile e over sessanta.
Alcuni amministratori locali, sempre più preoccupati dei danni sociali provocati dal fenomeno, ci hanno parlato di diversi casi cronici nelle valli della Slavia. Di persone che sperperano tutti i propri mezzi finanziari nel gioco d’azzardo e poi si rivolgono a familiari, parenti, amici, enti assistenziali per poter far fronte alle spese ordinarie del vivere quotidiano, quando non per i farmaci o addirittura per poter consumare pasti regolari.
Nell’aprire i lavori del convegno Caritas, intitolato «Gioco d’azzardo, rischio, speranza e illusione», l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato ha sottolineato che «anche di fronte alla tentazione del gioco d’azzardo solo una buona educazione della coscienza delle persone può far vivere una vita virtuosa».
Anche il legislatore cerca di mettere qualche pezza a quella che è una vera e propria emergenza. «La prevenzione è l’obiettivo principale della legge regionale per il Contrasto della dipendenza da gioco d’azzardo, anche con il supporto delle associazioni e degli enti locali», ha ricordato l’assessore regionale alla Salute e alle politiche, Maria Sandra Telesca, intervenendo ai lavori. Lo strumento citato dall’assessore è la legge regionale numero 1 del 2014 «Disposizioni per la prevenzione, il trattamento e il contrasto della dipendenza da gioco d’azzardo, nonché delle problematiche e patologie correlate». Silvana Cremaschi, consigliere regionale e neuropsichiatra infantile, ha osservato che il trattamento e il contrasto della dipendenza da gioco d’azzardo rientrano ormai tra le attività di promozione della salute.
«La parola gioco – secondo l’assessore Telesca – aveva in origine tutt’altro significato. Ne abbiamo fatto un uso improprio, creando una specie di mostro».
Un mostro potentissimo, generato e tutelato dagli interessi economici. Dall’analisi dei dati quantitativi forniti dall’Agenzia e delle dogane e dei monopoli, si evince che la raccolta effettiva in una anno (novembre 2011-ottobre 2012 il periodo preso in considerazione) in Friuli Venezia Giulia è stata di complessivi 1 miliardo 482 milioni di euro. Cifra stilata per difetto, in quanto non può tenere conto di quanto i cittadini regionali hanno speso nelle case da gioco delle vicine Slovenia e Austria.
Benečani so nimar radi igrali.
Vičere in nediejske popudneve so  krajšali s kartami. Možje so v oštariji radi metali briškulo, trešet, škopo. Če nie bluo kart, so pa metali parste in igrali moro. Za nagrado (premio) je biu glaž (taj) al’ litar vina. Igra kart je vičkrat zanetila kreg in zamiere. Okuole njih so v strarih lietah nastale tudi smiešne zgodbice, ki jih šele pravijo. 
Nimar so bli tudi taki ljudje, ki so bli naumni, bouni za igro. Nekateri so zapravljali cele dneve in noči, pozabljali na družino in svoje dužnuosti ter vederbali zdravje zauoj pijače in kajenja. Če in san se čuje pravca, de je kajšan zaradi igre »sniedu« premoženje.
Donašnji dan pa se okuole igre gajajo zaries strašne reči. Igra se za denar vsierode. Vsake sort igre na srečo so vekuštali. Gre za loterije, »Gratta&vinci«, »Superenalotto«, »Bingo«, uaje, igralne avtomate (»slot machines«) po oštarijah  in v zadnjih cajtah tudi igre po internetu. V sosiednji Sloveniji in v Avstriji so se igralnice (casinò) rodile, kakor gobe po dažu. Vse, de bi se nekateri napunili gajufe z denarjam in de bi daržave napunile svoje kase s tašami na tist denar. Pomislita, de v Furlaniji Julijski krajini v adnim lietu zaigrajo kar adno milijardo in pou evru, brez štieti, kar prebivalci regije zaigrajo v Sloveniji in Avstriji.
V mriežo iger na srečo se sevie-de ujame tudi puno naših ljudi iz Benečije, Rezije in Kanalske doline. Nie v toložbo, de na informativnim srečanju pruot igram na srečo, ki ga je Karitas parpravla 11. febrarja v Vidnu, so poviedali, de med trinajstimi kamuni v videnski provinci, kjer nie še adne »slot machine«, jih je kar šest iz Benečije (Dreka, Garmak, Sriednje, Tipana, Bardo) in Kanalske doline (Naborjet-Ovčja vas).
Nekateri lokalni administratorji so zelo zaskarbljeni. Poviedali so nam, de je tudi par nas dobro število bounih za igro, ki plačo al’ penzijon zapravijo za igre al’ v igralnicah in takuo vederbajo suoje življenje in življenje svojih domačih.http://www.dom.it/igra-za-denar-vederba-ljudi_il-gioco-dazzardo-rovina-le-persone/

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