23 mag 2016

Bilinguismo: una palestra per il cervello già a 11 mesi

A quell'età il cervello dei bambini bilingui si dimostra più aperto all'apprendimento di nuovi suoni linguistici, e più attivo in aree coinvolte in alcune importanti funzioni cognitive
di SIMONE VALESINI
PARLARE più lingue può aiutare a viaggiare, a trovare lavoro, a conoscere culture diverse e fare nuove amicizie. Ma non solo: già nei primi mesi di vita il cervello di un bambino bilingue mostra non solo una maggiore prontezza nell'apprendimento di nuovi suoni linguistici, ma anche una forte attività delle aree collegate alle cosiddette funzioni esecutive, una serie di importanti funzioni cognitive, come l'abilità nel risolvere problemi (o meglio il cosiddetto problem solving) e la capacità di modulare la propria attenzione. A suggerirlo è uno studio dell'università di Washington, pubblicato sulla rivista Developmental Science.

“I nostri risultati - spiega Naja Ferjan Ramìrez, ricercatore di Washington che ha coordinato lo studio – indicano che anche prima di iniziare a parlare, i bambini cresciuti in ambienti bilingue fanno maggiore esercizio con attività relative alle funzioni esecutive. Questo ci suggerisce che il bilinguismo modifica non soltanto lo sviluppo linguistico, ma anche, più in generale, quello cognitivo”.

Nello studio, i ricercatori hanno analizzato il funzionamento del cervello di 16 bambini di 11 mesi (8 provenienti da famiglie di madrelingua inglesi, e 8 da famiglie bilingui inglese/spagnolo) utilizzando una tecnica di imaging definita magnetoencefalografia. Per circa 18 minuti i bambini hanno ascoltato suoni linguistici specifici di una o dell'altra lingua (inglese o spagnolo), mentre gli scienziati controllavano quali aree del cervello venivano attivate dai suoni percepiti.

Analizzando i risultati, le differenze maggiori tra monolingui e bilingui sono risultate nell'attivazione di due aree cerebrali, la corteccia orbitofrontale e quella prefrontale, associate con il controllo delle funzioni esecutive. In particolare, il cervello dei bambini bilingue è risultato più attivo nell'elaborazione dei suoni di entrambe le lingue, e al contempo non sono emerse differenze nell'apprendimento della lingua principale (in questo caso l'inglese) tra i due gruppi.

Il cervello dei bambini, inizialmente aperto all'apprendimento di qualunque lingua in cui si imbatta, mostra normalmente una diminuzione della sua capacità di discriminare i suoni di lingue straniere proprio intorno agli 11 mesi di età. Secondo i ricercatori, in quello dei bilingue questa capacità resta invece presente per un periodo molto più lungo.

Insomma, se meditate di crescere un figlio bilingue, secondo Ramírez, la strategia migliore è di iniziare a parlargli in più idiomi già nei primissimi mesi di vita. “Il cervello dei bambini di 11 mesi impara qualunque lingua sia presente nel suo ambiente, e lo fa con la stessa accuratezza che si tratti di apprenderne una o due”, conclude Ramírez. ''I nostri risultati dimostrano che non solo i bambini molto piccoli sono perfettamente in grado di imparare più lingue, ma anche che questa età è ottimale per iniziare''.http://www.repubblica.it/scienze/2016/04/22/news/bilinguismo_una_palestra_per_il_cervello_gia_a_11_mesi-137893031/

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