22 lug 2016

Karel Destovnik – Kajuh

A causa della sua attività politica ed appartenenza alla Gioventù comunista, ai tempi del liceo, spesso veniva interrogato, tenuto in prigione, ed espulso da scuola. Dopo la caduta della monarchia jugoslava aderì ad un gruppo di giovani che preparava i piani per la resistenza armata nel bacino di fiume Sava. Sotto le persecuzioni, fuggì a Lubiana dove si mise in contatto con i giovani attivisti culturali legati al Fronte di liberazione (Osvobodilna fronta). Nell'estate di 1943 si unì alla 14. Divisione partigiana, nella veste di coordinatore del gruppo culturale. Durante la marcia della 14. Divisione verso la provincia di Štajersko cadde, nel febbraio del 1944, durante l'attacco improvviso di una pattuglia tedesca nelle vicinanze del nativo Šoštanj.
Le sue poesie socialdemocratiche le scrisse all'età di 16 anni, da liceale, e le recitava nelle serate letterarie. Le sue prime poesie assomigliano a quelle del poeta rivoluzionario russo Maiakovskij. Perfino durante le campagne e le battaglie più difficili, veniva distribuita la sua collezione poetica "Poesie" (1943). Insieme a quelle di Matej Bor, le poesie di Kajuh si recitavano e pubblicavano molto spesso, e venivano messe in musica.

Slovenska pesem

Samo milijon nas je,

milijon umirajočih med mrliči,

milijon, ki pijejo mu kri biriči,

en sam milijon,

ki ga trpljenje krotoviči

in vendar ga nikoli ne uniči!

Nikoli in nikdar!

Zato, ker nismo trhle bilke,

ki po toči ovene,

ker mi nismo le številke,

smo ljudje!

Edino hlapci cvilijo ponižno kakor psi

in lajajo, da nas je malo,

da bi v uporu vse pobralo …

O, če ljudi bi ne bilo pri nas,

ljudi, ki ne ubogajo na vsak ukaz,

tedaj bi nas že kdaj odnesel plaz.

Tako pa še živimo,

čeprav nas je milijon samo,

zdahnili bi, da ne trpimo

z uporno, dvignjeno glavo!

Poesia slovena

Siamo soltanto un milione,

un milione dei morenti tra i morti,

a chi succhiano il sangue gli elettori storti,

un milione soltanto,

che dalla sofferenza viene dimezzato

ma non distrutto affatto!

Nessuno e mai!

Noi le fragili piante non siamo, eco perché,

che la grandine abbatte,

non siamo le cifre neanche,

siamo la gente!

Soltanto i servi guaiscono da cani

ed abbaiano, che siamo in pochi,

che ci porteranno tutti se si opponiamo ...

O, se non ci fosse la gente come noi,

che non ha paura di un colpo qualunque,

si che saremmo spazzati via dunque.

E noi ancora vivi siamo,

mentre ci siamo soltanto un milione,

avremo ormai sospirato, se non soffriamo

ma tenaci, con la testa alta!

http://www.cnj.it/CULTURA/sloveni.htm

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