1 lug 2016

La storia delle mie tette, una graphic novel sul cancro al seno

Quando stai per leggere una graphic novel sul cancro, lo immagini subito che non sarà una gita di piacere. Anzi, probabilmente la leggerai proprio per questo, perché ammettiamolo, il cancro è la cosa più terrificante del mondo e cerchiamo di fingere che non esista finché possiamo. Ma poi vedi questo graphic novel che si intitola La storia delle mie tette (Edizioni BD, collana Pycho Pop) e già ti fa sorridere. Anche i colori della copertina sono freschi, allora lo apri e scopri che le tavole scorrono con leggerezza, con riquadri perfettamente ordinati nei quali però esplodono composizioni energiche di frasi, dettagli, ricordi, battute – in una parola, di vita. Allora inizi a leggere, e ti diverti.
Più che del cancro in sé, il fumetto di Jennifer Hayden parla esattamente di quello che sembra: di tette. Che per una donna significa parlare di una vita intera. Perché per una donna il seno non è una parte qualunque del corpo, è l’unica che si sviluppa con l’età, che cresce, che cambia, e che cambia il suo ruolo a seconda del contesto sociale in cui si trova.
Il seno viene guardato, desiderato, giudicato, può essere un’arma a doppio taglio, un vanto o un incredibile fastidio. E Jennifer parla del suo seno con un affetto e un’allegria disarmanti. Ci racconta di quando da bambina si metteva i sassi nel costume per simularlo, di come la offendevano le prese in giro del fratello, dagli anni in cui era piatta come una tavola, del rapporto tra i suoi ragazzi e il suo seno e poi tra i suoi figli e il suo seno.
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Ma le tette del titolo sono anche quelle della madre di Jennifer, che si ammala di tumore quando lei è all’ultimo anno del liceo. Lei non riesce ad affrontare la cosa, è troppo giovane e sta già cercando di processare il fatto che i suoi genitori le abbiano nascosto la crisi del loro matrimonio, così si trasferisce a Filadelfia dal ragazzo che diventerà suo marito. La vita va avanti, nella sua complessa e talvolta dolorosa normalità, finché dopo aver avuto il secondo figlio anche Jennifer non si ammala di tumore al seno, e a differenza della madre sceglie di sottoporsi a una mastectomia totale.
Da qui sarebbe lecito che la storia prendesse una piega tragica, ma non lo fa. Jennifer Hayden sceglie di raccontare i fatti, le conquiste, le paure (quella della morte, di non veder crescere i suoi figli, di non riconoscersi più allo specchio, di non piacere più a suo marito) con una leggerezza che non è affatto superficialità, ma al contrario è il risultato dell’unione tra una fervida capacità narrativa e uno sguardo capace di essere insieme onesto e benevolo, tanto nel raccontare la fragilità quanto la forza di continuare ad amare la vita e il proprio corpo.
La storia delle mie tette non è tanto una storia di cancro, quanto di una donna che ha (anche, tra le altre cose) avuto il cancro. Èproprio la sua dimensione ironica, umana e quotidiana, a rendere questo libro così emozionante. Se siete donne, poi, è facile che proverete un’inaspettata gratitudine verso il vostro seno, magnificamente riassunta del momento in cui la protagonista, prima dell’operazione, intinge il suo nel colore e ne lascia l’impronta sgargiante sui fogli, da conservare per sempre.
http://www.wired.it/play/fumetti/2016/07/01/storia-delle-mie-tette-commedia-drammatica-cancro-seno/


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