Quando stai per leggere una graphic novel sul cancro, lo immagini subito che non sarà una gita di piacere. Anzi, probabilmente la leggerai proprio per questo, perché ammettiamolo, il cancro è la cosa più terrificante del mondo e cerchiamo di fingere che non esista finché possiamo. Ma poi vedi questo graphic novel che si intitola La storia delle mie tette (Edizioni BD, collana Pycho Pop) e già ti fa sorridere. Anche i colori della copertina sono freschi, allora lo apri e scopri che le tavole scorrono con leggerezza, con riquadri perfettamente ordinati nei quali però esplodono composizioni energiche di frasi, dettagli, ricordi, battute – in una parola, di vita. Allora inizi a leggere, e ti diverti.
Più che del cancro in sé, il fumetto di Jennifer Hayden parla esattamente di quello che sembra: di tette. Che per una donna significa parlare di una vita intera. Perché per una donna il seno non è una parte qualunque del corpo, è l’unica che si sviluppa con l’età, che cresce, che cambia, e che cambia il suo ruolo a seconda del contesto sociale in cui si trova.
Il seno viene guardato, desiderato, giudicato, può essere un’arma a doppio taglio, un vanto o un incredibile fastidio. E Jennifer parla del suo seno con un affetto e un’allegria disarmanti. Ci racconta di quando da bambina si metteva i sassi nel costume per simularlo, di come la offendevano le prese in giro del fratello, dagli anni in cui era piatta come una tavola, del rapporto tra i suoi ragazzi e il suo seno e poi tra i suoi figli e il suo seno.
Ma le tette del titolo sono anche quelle della madre di Jennifer, che si ammala di tumore quando lei è all’ultimo anno del liceo. Lei non riesce ad affrontare la cosa, è troppo giovane e sta già cercando di processare il fatto che i suoi genitori le abbiano nascosto la crisi del loro matrimonio, così si trasferisce a Filadelfia dal ragazzo che diventerà suo marito. La vita va avanti, nella sua complessa e talvolta dolorosa normalità, finché dopo aver avuto il secondo figlio anche Jennifer non si ammala di tumore al seno, e a differenza della madre sceglie di sottoporsi a una mastectomia totale.
Da qui sarebbe lecito che la storia prendesse una piega tragica, ma non lo fa. Jennifer Hayden sceglie di raccontare i fatti, le conquiste, le paure (quella della morte, di non veder crescere i suoi figli, di non riconoscersi più allo specchio, di non piacere più a suo marito) con una leggerezza che non è affatto superficialità, ma al contrario è il risultato dell’unione tra una fervida capacità narrativa e uno sguardo capace di essere insieme onesto e benevolo, tanto nel raccontare la fragilità quanto la forza di continuare ad amare la vita e il proprio corpo.
La storia delle mie tette non è tanto una storia di cancro, quanto di una donna che ha (anche, tra le altre cose) avuto il cancro. Èproprio la sua dimensione ironica, umana e quotidiana, a rendere questo libro così emozionante. Se siete donne, poi, è facile che proverete un’inaspettata gratitudine verso il vostro seno, magnificamente riassunta del momento in cui la protagonista, prima dell’operazione, intinge il suo nel colore e ne lascia l’impronta sgargiante sui fogli, da conservare per sempre.
http://www.wired.it/play/fumetti/2016/07/01/storia-delle-mie-tette-commedia-drammatica-cancro-seno/
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da wired
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