12 feb 2017

L’APPROFONDIMENTO

Più intelligente chi impara due lingue in casa

Secondo la scienza i bimbi bilingui hanno un più alto quoziente intellettivo Ormai sono ben noti i vantaggi arrecati dal bilinguismo alla cultura, all’equilibrio psicofisico, alla vita sociale e addirittura alla salute delle persone. E le conferma in tal senso si susseguono. Questa volta l’autorevole portale internet www.huffingtonpost.it afferma che «conoscere due lingue senza doverle studiare a scuola è un bel vantaggio». Il riferimento è ai bimbi che hanno la possibilità di apprendere due lingue in famiglia. Una condizione che dovrebbe essere del tutto normale nelle case di Slavia, Resia e Valcanale, ma che purtroppo non lo è. Questo a causa di scellerate politiche di assimilazione attuate da un secolo e mezzo a questa parte, che hanno indotto molti sloveni della provincia di Udine ad atteggiamenti oggettivamente autolesionistici nei confronti di sé stessi e della loro discendenza. Ma i bambini bilingui sembrano avere un’altra marcia in più: imparano più in fretta. «Hanno una maggior capacità di elaborare le informazioni perché sono abituati ad affrontare delle sfide. Non solo devono imparare due lingue contemporaneamente, ma anche riuscire a distinguere tra le due senza mischiare le parole», dice uno studio della National University di Singapore. Si legge su huffingtonpost.it a firma di Silvia Paqualotto: «I ricercatori del dipartimento di psicologia, in collaborazione con vari ospedali della città, hanno sottoposto 114 bambini di 6 mesi a un test chiamato ‘assuefazione visiva’. Ai piccoli venivano fatte vedere più volte delle fotografie di un peluche a forma di lupo e di orso. Scopo del test era misurare in quanto tempo i bambini si annoiano di fronte alla stessa immagine. È emerso che i figli di genitori bilingui hanno una maggior sete di nuove immagini. Essi infatti si annoiavano prima degli altri e mostravano un maggior interesse per la foto del peluche che non avevano ancora visto. I ricercatori hanno perciò ipotizzato un collegamento tra la velocità con il quale i bambini si annoiavamo e lo sviluppo delle loro capacità cognitive. In una parola: un più alto quoziente intellettivo. Il famoso QI. Questi effetti non sono legati al possesso di una lingua in particolare, ma sono stati evidenziati in tutte le coppie di lingue analizzate». Il sito internet diretto da Lucia Annunziata riporta la dichiarazione del dottor Leher Singh, responsabile del progetto: «Per gli adulti l’apprendimento di una seconda lingua può essere lungo e laborioso. Così a volte proiettiamo le nostre difficoltà anche sui bambini, immaginando uno stato di grande confusione se due lingue diverse si accavallano nelle loro testoline. Tuttavia, un gran numero di studi ci hanno dimostrato che i bambini sono invece in grado di affrontare le sfide poste dal dover imparare due lingue diverse. Non solo. Questo esercizio sarà loro utile quando diventeranno grandi». Al contrario, chi non fa questo esercizio diventa uno sradicato. E, per dirla con la filosofa Simone Weil, «chi è sradicato sradica». Con le nefaste conseguenze che si palesano nelle valli di lingua e cultura slovena in provincia di Udine. M. Z. (Dom, 15. 3. 2015) SLOVIT N° 3 del 31/3/15 pag. 15 S. PIETRO AL NAT.- ŒPIETAR Grande successo dei libri sulla storia della Slavia L'Associazione Blanchini li ha donati anche alle scuole medie di San Pietro e San Leonardo La mattina di giovedì 19 marzo, festa di san Giuseppe, di tutti i papà e di tutti gli artigiani, si è svolta la presentazione del libro «Slavia-Bene@ija. Una storia nella storia» presso i plessi scolastici di Merso-San Leonardo e San Pietro al Natisone curata dalla cooperativa editrice Most e dall’associazione culturale «don Eugenio Blanchini». Ad entrambe le presentazioni sono intervenuti il dirigente dell’istituto comprensivo, Nino Ciccone, il presidente della coop Most, Giuseppe Qualizza, l'autore del libro Giorgio Banchig e l'illustratore Moreno Tomasetig. Gli studenti delle due scuole medie hanno partecipato numerosi alla presentazione insieme ai loro insegnanti. Ciccone ha introdotto e presentato gli autori, Qualizza ha ricordato ai ragazzi che i fatti descritti nel libro riguardano anche luoghi a pochi passi dalla loro scuola, invitandoli a scoprirli in prima persona. Banchig ha raccontato come è nata l'idea del libro. Egli stesso era alla ricerca di risposte esaurienti a delle domande che si poneva sulla storia delle sue Valli. Perché questa terra œ chiamata Bene@ija? Da dove proviene questo nome? Cosa erano le Banche di Antro e Merso? Questa ricerca è diventata una lunga e ricca serie di puntate sul quindicinale Dom e alla fine, dopo anni di lavoro, un libro illustrato. Tomasetig ha disegnato sulla lavagna i personaggi principali della storia: l'uomo della caverna di Biarzo, il soldato romano, l'unno Attila, il guerriero longobardo, l'antico slavo alpino, il patriarca di Aquileia, il veneziano, l'austriaco, Napoleone, il soldato italiano e, infine, la ragazza della scuola media di oggi. Tomasetig ha messo in evidenza il fatto che i protagonisti ufficiali fossero soprattutto maschi, ricordando però che dietro a quegli uomini si sono sempre celate donne forti che hanno un immenso merito poiché, malgrado invasioni guerre e malattie, hanno continuato a mettere al mondo figli, curato, allevato, lavorato ed educato. Alla conclusione della presentazione, i ragazzi e le ragazze delle scuole medie hanno posto domande agli autori. Cosa si prova a finire un libro di 380 pagine? Il volume è stato scritto in sloveno? Questa è la storia solo delle nostre valli o parla anche della Slovenia e di Cividale? L’auspicio per questi giovani studenti è che possano continuare ad essere curiosi di conoscere la storia della loro terra, confermando il detto secondo il quale «la curiosità è il motore della conoscenza».
M. T. SLAVIA FRIULANA – BENECIJA

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