l’Opinione
di Riccardo Ruttar
Sì, il mondo sta cambiando. Più in fretta di quanto possiamo renderci conto,
chiusi come siamo nella nostra superficialità e inghiottiti nel vortice degli
eventi da cui ci sentiamo sommersi quotidianamente. Ed allora fuggiamo nel
fantastico, nell’irrealtà, nella ricerca di elementi che ci distraggano dalla
concretezza. Che sia quel che sia Sanremo, credo non se ne possa sottovalutare
l’effetto oppiaceo per i quattro giorni intensi di stordimento e con gli annessi
prodromici e sequenziali all’evento mediatico. Indici d’ascolto stratosferici,
valanghe di parole, fiumi di inchiostro...
Ovviamente il ritorno alla normalità riaccende preoccupazioni, paure e speranze;
la politica nostrana in fibrillazione, che non riesce a trovare uno sprazzo di lucidità
incapace di interpretare il ruolo di guida che la «Polis», il Paese richiede. Non
mi pare il caso di elencare le criticità che di giorno in giorno si evidenziano
dovunque, ed in particolare nella nostra Regione. Tra tutte quelle possibili in
un interminabile elenco mi ha colpito una in particolare, sebbene sembri una
criticità marginale, impossibile da dominare, fatale come un destino ormai
segnato. L’ho letta sul quotidiano provinciale: «Gli abitanti più anziani? In Friuli»,
con la precisazione nel sottotitolo: «La nostra regione ha il tasso minimo di
fecondità: 1,32 figli per donna».
Guarda caso, stavo ricostruendo la dinamica demografica che riguarda parte
del territorio confinario abitato da sloveni e ricevevo dal quotidiano la
conferma di un fenomeno involutivo più generale. Se la tradizionale Benečija
raschiava il fondo di ogni statistica demografica, era in buona compagnia: il fondo
del fondo. Non so se l’avviso fatto recapitare ad ognuno dei municipi provinciali
da parte del Prefetto di Udine, nel quale si segnalava il numero 6 come il minimo
di profughi da accogliere, possa avere una funzione terapeutica al problema
demografico. Per quello che riguarda la Benečija, possiamo affermare che
di maschi ne abbiamo… ci mancano le femmine, e senza di esse, possibilmente
giovani e fertili, il problema non si risolva affatto.
A parte la futile ironia, penso che sia da prendere come fenomeno fisico, ancor
prima che sociale ed economico, il fatto che il nostro vuoto venga riempito, se si
vuole salvare un qualche equilibrio. Noi, da soli, popolo avvilito e in declino,
non saremo capaci di mantenere lo standard di vita di cui godiamo senza un
qualche aiuto esterno, lo dicono gli studiosi, gli economisti, coloro che sono
in grado di guardare i fenomeni sociali con intelligenza e non con emotività.
in grado di guardare i fenomeni sociali con intelligenza e non con emotività.
E un’altra notizia strana, che denota un mondo in preda ad una specie di delirio
mi ha fatto riflettere. La metto in relazione proprio al fenomeno biblico degli
emigranti che invaderebbero i nostri paesi.
emigranti che invaderebbero i nostri paesi.
Da Adnkronos: «Arriva in Italia un nuovo sistema mutualistico di tutela della
salute e del benessere per i cani e i gatti. L’iniziativa è della Mutua italiana
assistenza sanitaria (Mias) che propone ‘Dottor Bau & Dottor Miao’. (…)
Un’iniziativa privata che guarda anche al sociale. È infatti previsto uno sconto
del 50% della quota associativa per i padroni che hanno l’esenzione dal ticket.
(…) Adottare un cane o un gatto non deve essere considerato un lusso, ma
un valore sociale. Oltre il 55% delle famiglie italiane ha adottato un animale
domestico».
salute e del benessere per i cani e i gatti. L’iniziativa è della Mutua italiana
assistenza sanitaria (Mias) che propone ‘Dottor Bau & Dottor Miao’. (…)
Un’iniziativa privata che guarda anche al sociale. È infatti previsto uno sconto
del 50% della quota associativa per i padroni che hanno l’esenzione dal ticket.
(…) Adottare un cane o un gatto non deve essere considerato un lusso, ma
un valore sociale. Oltre il 55% delle famiglie italiane ha adottato un animale
domestico».
No, non voglio prendermela coi cani e coi gatti, e nemmeno coi loro padroni,
ma mi sia permesso esprimere quel disagio che provo quando ascolto parole
di disprezzo, di rifiuto dell’uomo, del giovane, del bambino, della donna che
vengono relegati, lasciati a se stessi, senza un qualche moto di comprensione.
Da persone normali, da istituzioni, da sindaci, dalla cronaca, dai social, da leggi
che invece si preoccupano dei cani e dei gatti. È di pochi giorni fa sul Messaggero
la cronaca: «Codroipo, allarme sui social. Le associazioni animaliste in allerta:
una dozzina di gatti spariti».
ma mi sia permesso esprimere quel disagio che provo quando ascolto parole
di disprezzo, di rifiuto dell’uomo, del giovane, del bambino, della donna che
vengono relegati, lasciati a se stessi, senza un qualche moto di comprensione.
Da persone normali, da istituzioni, da sindaci, dalla cronaca, dai social, da leggi
che invece si preoccupano dei cani e dei gatti. È di pochi giorni fa sul Messaggero
la cronaca: «Codroipo, allarme sui social. Le associazioni animaliste in allerta:
una dozzina di gatti spariti».
Giusto informare anche su questi fatti, ma, scusatemi, abbiamo ribaltato
sul serio la scala dei valori, non dico cristiani, ma semplicemente umani
(dal dom del 14 febbraio 2017)
sul serio la scala dei valori, non dico cristiani, ma semplicemente umani
(dal dom del 14 febbraio 2017)
Ribaltata la scala dei valori umani
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