31 mar 2017

Vivere in Benecia per vivere sani - Benečija je dežela zdravega življenja

prof.Mario Canciani
Terapia forestale. È un concetto nuovo, ma destinato ad entrare ben presto nelle teste e nelle abitudini della Benecia. Le Valli del Natisone sono state indicate come destinazione ideale per questo tipo di cura delle patologie respiratorie e molto probabilmente anche di quelle cardiovascolari. All’assemblea dell’Associazione allergie e pneumopatie infantili (Alpi) di Udine, venerdì 24 marzo, l’interesse è stato enorme, ma se ne parla un po’ ovunque.
Per approfondire l’argomento abbiamo intervistato il professor Mario Canciani, medico pediatra, responsabile del servizio di pneumo-allergologia della clinica pediatrica dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, che ha fatto parte del gruppo interdisciplinare di ricerca dell’ateneo friulano su iniziativa dell’associazione valligiana «Malin-Mill».
Professore, in cosa consiste la terapia forestale?
«È una terapia messa a uno dai giapponesi, che sono molto amanti del clima, già da un paio di decenni. Si sono accorti che le persone con problemi respiratori stavano meglio quando andavano nei boschi. La prima impressione fu che ciò fosse dovuto al rilassamento generale, ma poi scoprirono che dagli alberi si liberano delle sostanze, si chiamano terpeni, con un effetto anti infiammatorio. Sono, in pratica, dei farmaci naturali usati dall’albero per difendersi».
Dallo studio da voi condotto è emerso che le Valli del Natisone offrono un ambiente molto adatto per questo tipo di terapia.
«Esatto. Abbiamo fatto otto campioni in sei postazioni diverse e ci siamo accorti come già nei punti più bassi la presenza di acari, che sono la causa maggiore e più grave di allergia, fosse scarsa. Salendo, dai 500, 600 metri sul livello del mare non c’erano più, come se fossimo in alta montagna. In pratica, esiste un microclima che fa in modo che questi acari siano limitati. Abbiamo fatto la rilevazione nel periodo di massima presenza degli acari, cioè in tardo autunno e non in estate, quando calano notevolmente».
L’assenza di acari caratterizza aree montane più alte, come Sauris e Fusine, dove già praticate la terapia forestale. Il vantaggio delle Valli del Natisone è, quindi, la quota minore?
«Proprio così. A Sauris siamo a 1400 metri. A Fusine siamo più bassi, attorno ai 900 metri, ma si tratta di una conca molto fredda, il Polo Nord della regione, caratterizzata da un clima quote ben più elevate.  Trovare quei valori di acari a 500, 600 metri e in un’area attaccata alla pianura è un grosso vantaggio».
Il fenomeno si registra anche più in alto, sempre nella Benecia?
«In teoria sì, ma non abbiamo provato a fare rilevamenti, per i quali dobbiamo avere a disposizione case abitate stabilmente».
Per quali patologie è utile la terapia forestale?
«Per tutte le patologie dell’apparato respiratorio, ma in particolare per asma, bronchite cronica, infezioni ricorrenti. Probabilmente, siccome il meccanismo è lo stesso, dovrebbe andar bene anche per le malattie cardiovascolari. Ma non ho studiato il problema».
Già sono state annunciati studi per altre malattie, ad esempio il diabete.
«Purtroppo io non riesco a starci dietro. Bisognerà attivare altri gruppi di ricerca».
Nel concreto, come si attiva la terapia forestale?
«Allestendo dei percorsi nei boschi ed effettuando i controlli. Alla recente assemblea dell’Alpi erano molti i genitori interessati. Hanno compilato i questionari che ora saranno esaminati dal dott. Maurizio Droli, ricercatore del dipartimento agroalimentare, dell’ambiente e delle scienze animali della nostra università. Ora bisognerà decidere quali sentieri attivare e come effettuare i controlli sui pazienti prima e dopo il soggiorno in Benecia».
Soggiorni, appunto. Oltre i benefici sanitari ci sarebbe anche un ritorno in termini turistici?
«Questa è sicuramente un’opportunità di sviluppo per le Valli. Bisognerebbe approfittarne. Poter beneficiare della terapia forestale a pochi chilometri da Udine, lasciando a casa l’automobile e raggiungere in ciclovia località così salubri è un grosso vantaggio».
L’interesse è grande?
«Più di quanto io stesso pensassi».
Quanto ci si dovrebbe fermare sul territorio per ottenere effetti benefici?
«Ottimale sarebbe un soggiorno di due settimane per avere dei miglioramenti. Dopo una settimana si vede già qualche segnale positivo. Essendo le Valli del Natisone così vicine alla pianura, una buona alternativa potrebbe essere il trascorrervi una serie di fine settimana, in cui il bronco si pulisce».
Nelle Valli si parla lo sloveno ed è noto che il bilinguismo frena il morbo di Alzheimer e dà altri benefici alla salute. Ora si aggiunge questa scoperta sugli acari…
«Si può dire che vivere in Benecia o visitarla è un toccasana, grazie al clima, all’aria pulita, alla tranquillità… Anche l’assenza di rumore è fattore importanti. Si è accertato che c’è correlazione tra alterazioni psicologiche, quindi irrequietezza, insonnia, tachicardia, nervosismo e rumori della città. Non c’è che dire, nelle Valli ci sono i parametri giusti per vivere in salute». (Ezio Gosgnach)
Vsi vedo, de je Benečija dežela velike narvane lepote in kulturne bogatije. Sada pa je paršlo na dan, de je tudi dežela zdravja. Raziskave, ki so jih napravili strokovnjaki videnske univerze so pokazale, de se lahko v domačih hosteh zdravijo ljudje, ki imajo težave z dihanjam. Tuole zakì je v Nediških dolinah že med 200 in 700 metru vesako nad muorjam mikroklima podobna tisti, ki je drugod dost buj vesako. Gre na posebno vižo za hosti na Kolovratu, okuole Podutane in Bijač. Sada se otroci in odrasli hodijo že zdravit v Sauris (1440 metru) v Karniji in v Belo peč (900 metru) v Kanalski dolini. Prednost v Benečiji je, de je zdravljenje možno skuoze skor celuo lieto.
»Zadost je v tistih krajah ostati kajšan dan, hoditi in telovaditi po hosteh in stanje na pljučah se  zbuojša. Narbuj je tela terapija nucna bounikam za asmo (naduho) in za kroničnim bronhitisom, naj so otroci alpa odrasli,« pravi zdravnik Mario Canciani, ki je odgovoren za službo pneumo-alergologije par pediatrični kliniki videnskega špitala in profesor na videnski univerzi. Takuoimenovana »hostna terapija«, ki so jo vekuštali dvejst liet odtuod na Japonskem, puno pomaga, zaki drevesa v beneških hostah imajo v sebe snovi (sostance), ki jih branijo pruoti pliešnji in lišaju (likenu). Tele snovi so nucne tudi človieku. Sada pa mislijo študirati učinke na druge patologije, kakor sladkorna boliezan (diabetis) in nekatere sorte raku (tumorju).
Združenje, ki nosi lepuo dvojezično slovensko-angleško ime »Malin-Mill«, že diela na projektu, de bi se hostna terapija uveljevila tudi v Benečiji. Hmal’ bo parpravljena parva pot na Kolovratu v dreškim kamunu. Teli naj bi potlé sledile druge. Seviede računajo, de bojo partegnili v Nediške doline puno ljudi, zatuo bo k nucu turizmu in cieli ekonomiji.
Če pomislimo, de je znanje vič jeziku dobra medežina pruoti Alzhaimerjevi bolezni, je Benečjia s svojo dvojezičnostjo zaries dežela zdravlja.

3 commenti:

  1. Vivere in Benecia per vivere sani

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  2. Cara Olga, è arrivato anche aprile con la speranza che la primavera sia con noi!!!
    Ciao e buon fine settimana cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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