2 nov 2017

Quello che unisce friulani e sloveni del Friuli

La comunità slovena della provincia di Udine e quella friulana hanno molto in comune e possono fare molta strada insieme. Questo è emerso all’incontro dal titolo «Coinvolgimento attivo delle comunità linguistico-nazionali nella pubblica amministrazione ed il loro ruolo nella tutela e valorizzazione dell’autonomia regionale», organizzato dal partito Unione slovena-Slovenska skupnost in collaborazione con l’Associazione/Združenje Blanchini di Cividale e svoltosi venerdì, 20 ottobre, nell’ambito del ciclo «Protagonisti sul territorio».
Moderati dal vicepresidente del consiglio regionale e segretario dell’Unione slovena Igor Gabrovec, sono intervenuti il caporedattore del quindicinale Dom, Ezio Gosgnach, il sindaco di Carlino e presidente dell’Assemblea della comunità linguistica friulana Diego Navarria, il professore di geografia economico- politica all’Università di Trieste,Igor Jelen, il presidente dell’Unione Italiana della Slovenia e della Croazia, Maurizio Tremul, e il consigliere comunale di Udine, nonché pediatra e pneumologo, Mario Canciani.
Se Maurizio Tremul ha constatato il buon livello di tutela di cui gode la comunità italiana in Slovenia (che rappresenta il 3% della popolazione nella zona della Primorska), con 2 deputati su 90 riservati a membri delle comunità nazionali italiana e ungherese, ha spiegato come i diritti minoritari siano tutelati anche con altre modalità.
Diego Navarria si è detto convinto che lo statuto speciale del Friuli-Venezia Giulia si fondi sulla presenza delle minoranze linguistiche, ancor più a Cortina di ferro caduta. Quella friulana rappresenta la maggioranza in regione, ma per Navarria non ha coscienza del proprio status. Lo status delle minoranze linguistiche può essere migliorato finanziando a dovere le leggi di tutela; richiedendo la competenza primaria sulla scuola, con una qualche forma di protezionismo per gli insegnanti; ottenendo la potestà su uffici e enti regionali e stabilendo una quota di personale con conoscenza delle lingue minoritarie. Le assemblee di comunità linguistica, una volta nate tutte, potrebbero rivestire maggiori competenze.
Igor Jelen si è soffermato sull’esigenza di trasmettere le lingue locali alle nuove generazioni, nel suo caso lo sloveno. Personalmente l’ha soddisfatta tramite l’insegnamento di sloveno per bambini curato a Udine dall’associazione Blanchini.
Richiamando le proprie origini slovene e tedesche dei Sudeti, Mario Canciani ha notato la forte presenza slovena proveniente dalla Slavia a Udine e presentato i corsi di sloveno da lui promossi in città, che ogni anno registrano il tutto esaurito.
Ezio Gosgnach ha, infine, notato la somiglianza dello status degli sloveni della provincia di Udine e dei friulani, che dovrebbero entranbi uscire dall’analfabetismo (tramite l’istruzione nella propria lingua) e liberarsi di un complesso d’inferiorità (tramite l’uso pubblico della lingua).
Al convegno sono intervenuti molti amministratori locali, tra cui i sindaci di Taipana, Alan Cecutti, Pulfero, Camillo Melissa, San Leonardo, Antonio Comugnaro, Savogna, Germano Cendou, e Monrupino, Marko Pisani, nonché il consigliere provinciale di Patrie Furlane, Federico Simeoni e il membro del gruppo Manovali per l’autonomia, Francesco Fontanini. Con l’organizzazione politica Patto per l’Autonomia, Patrie Furlane e i Manovali per l’autonomia stanno lavorando alla candidatura in solitaria di un polo autonomista, in vista delle elezioni regionali del 2018.

dal Dom del 31 ottobre 2017

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