23 mag 2018

Ovunque entrambe le lingue

IL COMMENTO

Il caso di Cividale (indipendentemente se si sia trattato di un errore o no) fa scuola e dimostra la confusione che regna in tema di carte d’identità (bilingui e monolingui). La cosa più normale sarebbe che in tutti i 32 comuni inseriti nel territorio di tutela venissero emesse solo carte d’identità bilingui, il che non succede, dal momento che i documenti italo-sloveni vengono emessi su richiesta dei cittadini. «Il peccato originale» è rappresentato dal decreto del 2002 dell’allora ministro dell’Interno Claudio Scajola, che ha soppresso unilateralmente i documenti bilingui obbligatori a Duino-Aurisina/Devin-Nabrežina, San Dorligo della Valle-Dolina, Sgonico-Zgonik e Monrupino-Repentabor e nel contempo ha reso possibile la cosiddetta scelta facoltativa delle carte d’identità. Nessun governo di centrosinistra ha mai soppresso o modificato il decreto Scajola, nonostante avesse potuto e dovuto farlo. In merito all’emissione delle carte d’identità bilingui è stato fatto tanto in termini positivi, ma è necessario fare ancora molto, a partire dall’annosa questione dei segni diacritici, che si sta risolvendo, ma ancora troppo a rilento. Resta aperta anche la questione della traduzione di tutte le parole sulle carte d’identità, per non parlare dei nomi bilingui dei Comuni. Il Comune Trst è, per esempio, sempre e solo Trieste. Nel Sud Tirolo tutti i luoghi riportano la denominazione in italiano, tedesco e, laddove vivono i ladini, anche in ladino. Ma la questione è legata allo statuto regionale e non al ministero, si giustificano a Roma. In breve una certa confusione, come dimostra il caso di Cividale, che è benvenuto (anche in questo caso è mancato il segno diacritico), ma la questione va risolta in modo sistematico e in tutti i comuni misti, il che non succede. Non bastano, quindi, le disposizioni del ministero dell’Interno al sistema contabile centrale dello Stato Cie (evidentemente per quanto riguarda i comuni della Slavia friulana non dispone di caratteri diacritici), è necessario un provvedimento politico-amministrativo, che valga per tutto il territorio in di attuazione della legge di tutela. Per quanto ci riguarda tutte le carte d’identità dovrebbero essere bilingui. E un’ultima annotazione: nella precedente legislatura il centrodestra in merito agli sloveni della Slavia friulana è stato previdente e ha osservato il silenzio. Ora c’è Roberto Novelli, che proprio con Cividale ha iniziato il suo «lavoro» nella Camera dei deputati.

Sandor Tence (Primorski dnevnik, 21. 4. 2018)

1 commento:


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