28 feb 2018

Potochi,le immagini del lavoro sui ripidi prati

er chi ama le foto di un tempo di queste vallate, e soprattutto su internet ormai il numero di appassionati è diventato rilevante, la mostra fotografica ‘Vas Potoki – Il paese di Potoki’ allestita nella Beneška galerija è un appuntamento irrinunciabile. Le foto e i disegni che compongono l’esposizione – inaugurata giovedì 22 febbraio come primo appuntamento della rassegna ‘Skupni slovenski kulturni prostor’ che da anni unisce le Valli del Natisone a quelle dell’Alto Isonzo nel segno della lingua e della cultura comuni – sono stati raccolti durante una spedizione del Museo etnografico sloveno nell’intera area di Caporetto, avvenuta agli inizi degli anni Cinquanta. I ricercatori ebbero modo di conoscere i modi di vivere della gente del luogo, che era in simbiosi con la natura e sopravviveva grazie alla laboriosità, alla tenacia e alla modestia. Va tenuto conto che sopra il paese (il primo che si raggiunge andando da Staro selo verso Breginj) c’era un pendio ripido oltre mille metri, e quello era il luogo dello sfalcio dei prati, dell’essicazione e del trasporto in paese del fieno.
All’inagurazione sono intervenuti il presidente dell’Istituto per la cultura slovena, Giorgio Banchig, il presidente della Fondazione Poti miru Zdravko Likar, e Ivo Lavrenčič, abitante di Potoki, tra i promotori dell’esposizione tratta dagli archivi del Museo etnografico sloveno. La serata è stata allietata dal coro Rečan_Aldo Klodič.     http://novimatajur.it/cultura/potoki-le-immagini-del-lavoro-sui-ripidi-prati.html

Il nostro voto utile

da Di Opera propria - Rosatellum's text, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=63635279
Che siano, quelle del 4 marzo, delle elezioni che non stanno appassionando particolarmente chi si dovrà recare al voto – con una campagna elettorale per altro spessissimo di basso se non bassissimo livello, colma di promesse che le stesse persone che le fanno sanno benissimo essere inattuabili – è un dato di fatto. Tocca farsene una ragione. Le stesse previsioni di impossibilità di ottenere, dopo il voto, una maggioranza parlamentare chiara e definita aggiungono argomenti a chi ritiene che non valga la pena di recarsi alle urne. Sarà probabilmente proprio il dato dell’astensione quello più interessante, concluso lo spoglio dei voti, perché dirà quanto il sistema politico che abbiamo in Italia sia ancora capace di percepire e raccogliere gli umori degli elettori. A chi ritiene che la chiamata alle urne sia comunque lo strumento che ogni cittadino maggiorenne ha di poter affermare il diritto di una scelta per il futuro governo italiano, vanno dati argomenti. Credo che la comunità slovena che vive in Italia ne abbia uno in particolare, ed è la necessità di avere un proprio rappresentante in Parlamento nel momento in cui vanno affrontate le questioni legate all’applicazione della legge di tutela, all’insegnamento della lingua slovena nelle scuole statali, alle possibilità di crescita economica e alle relazioni con la Slovenia. Tutti aspetti che riguardano l’intera zona transfrontaliera ma soprattutto la Benecia e la Val Canale. In cui siamo, sotto vari punti di vista, in una fase cruciale, ad un bivio. Prendere la strada giusta, ricordando che quella sbagliata potrebbe portare alla scomparsa di una cultura e della gente che la sostiene, può dipendere quindi anche da questo voto. (m.o.)
fonte:Novi Matajur del 28 febbraio 2018

Iscrizione alle scuole di Resia e Taipana



Resia, dati altalenanti per il prossimo anno scolastico

Risultati altalenanti quelli relativi alle preiscrizioni al plesso scolastico della Val Resia, che comprende scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado, per il prossimo anno scolastico 2018/2019. In base ai dati fornitici dall’Istituto Comprensivo di Trasaghis, nell’ambito del quale operano le scuole resiane, il numero degli alunni della scuola d’infanzia dovrebbe rimanere invariato. Alla scadenza del 6 febbraio infatti i bambini iscritti risultano 18. La scuola primaria registra invece un calo vistoso. Attualmente infatti gli alunni iscritti per l’anno scolastico 2018/2019 sono in totale solamente 14, ben sette in meno rispetto all’anno in corso. A fronte del passaggio degli alunni più grandi al livello scolastico superiore infatti, solo uno risulta iscritto alla prima classe primaria. Migliora invece la situazione alla scuola secondaria di primo grado: 12 iscritti (8 alla prima classe) rispetto ai 7 attuali. Si torna così ai numeri dell’anno scolastico 2016/2017.
http://novimatajur.it/attualita/resia-dati-altalenanti-per-il-prossimo-anno-scolastico.html




Anno scolastico 2018/2019: meno iscritti anche nelle scuole dell’infanzia di Taipana e Vedronza


A Taipana rimane stabile il numero degli iscritti alla scuola primaria, dieci come nell’anno scolastico in corso, ma con un solo primino. Desta preoccupazione per il futuro anche l’ulteriore calo delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia: in due anni il numero dei bambini è quasi dimezzato: 14 nel 2016/2017, 10 nell’anno in corso, 8 previsti per il 2018/2019. In calo anche il numero dei bambini alla scuola dell’infanzia di Vedronza nel comune di Lusevera: sette gli iscritti per l’anno scolastico 2018/2019 a fronte dei nove di quest’anno. A Vedronza però si registra un aumento per quanto riguarda la scuola primaria, attualmente frequentata da venti bambini. L’anno prossimo gli alunni dovrebbero essere ventisei, di cui 8 primini.

CECUTTI E PETERLE PER TAIPANA

Alan Cecutti

1 SETTEMBRE 2017 / 1. SEPTEMBER 2017
Lojze Peterle

Puntare soprattutto su ambiente, turismo e prodotti locali. Tenendo presente ciò che contraddistingue il territorio tra molti altri, ossia la presenza della locale minoranza linguistica slovena. È questo l’intento emerso dall’incontro che si è svolto al municipio di Taipana/ Tipana, lunedì, 31 luglio scorso, tra il sindaco Alan Cecutti, e l’europarlamentare sloveno Lojze Peterle. Peterle è stato premier della neonata Repubblica di Slovenia tra il 1990 e il 1992 e, al momento, è europarlamentare nelle fila del Partito popolare europeo, eletto col partito sloveno di centro Nova Slovenija.
Durante l’incontro, svoltosi su iniziativa di Cecutti e al quale ha partecipato anche il capogruppo di maggioranza, Armando Noacco, il sindaco e l’europarlamentare hanno avuto modo di discutere delle prospettive di sviluppo per Taipana.
Come spiegato da Cecutti, già da diversi anni Taipana si sta muovendo nell’ottica di uno sviluppo, specie dal punto di vista turistico, dove si ambirebbe alla creazione di un pacchetto turistico transfrontaliero, sviluppato in armonia con le zone limitrofe di Bovec e Kobarid. La volontà dell’amministrazione comunale sarebbe quella di sviluppare una progettualità che attinga ai fondi europei per lo sviluppo transfrontaliero anche in altri ambiti.
Malgrado sia ben conscia di come il problema dello spopolamento montano e dell’invecchiamento demografico sia comune a tutte le zone montane del Friuli Venezia Giulia, l’amministrazione comunale di Cecutti sta continuando a lavorare nell’ottica di favorire un ritorno delle famiglie nelle frazioni del comune. Anche la presenza della locale minoranza slovena è stata, finora, valorizzata dal Comune e da enti e circoli della minoranza slovena con diverse iniziative – non da ultimo col progetto transfrontaliero Zborzbirk, curato dall’Istituto per la cultura slovena-Isk di San Pietro al Natisone, con l’obiettivo di promuovere le collezioni culturali storiche create dagli abitanti locali in passato.
L’europarlamentare Lojze Peterle ha spiegato come, a Bruxelles, ci si impegni già da tempo nella creazione di proposte rivolte alle zone montane transfrontaliere. Nel rilevare le potenzialità e le problematiche della zona in cui è presente la minoranza linguistica slovena in provincia di Udine, ha constatato come anche la zona di confine sul lato sloveno viva dinamiche simili a quelle sul lato italiano, con un calo demografico. Attrarre fondi da quelli che stanzia l’Europa per lo sviluppo di queste zone, comunque, è possibile. Peterle ha colto l’occasione per offrire alcuni spunti che potrebbero accrescere le possibilità di finanziamento per i progetti presentati, partendo dalla necessità di slogan che spieghino fin da subito i contenuti dei progetti e puntare su una prospettiva ad ampio raggio: «Nel presentare progetti europei è necessario utilizzare i titoli giusti; per avere successo, inoltre, è necessario presentarsi davanti a Bruxelles e Roma con un progetto complessivo, se volto a fermare il declino di un territorio». L’europarlamentare ha anche richiamato l’attenzione su possibili ambiti in cui investire: «Al momento la gente desidera tranquillità, verde, ambiente, non discoteche e casinò e si interessa di prodotti locali». Tra un anno, poi, ricorrerà il centenario della fine della prima guerra mondiale. Tutti ambiti rispetto ai quali il territorio del comune di Taipana presenta già un ottimo potenziale di partenza; inoltre può puntare sulla posa di fibra ottica o sulle energie rinnovabili. In generale Peterle ha rilevato come, rispetto al versante sloveno, il territorio di Taipana possa contare su un migliore stato delle infrastrutture, soprattutto delle strade.
Per maggiori probabilità di finanziamento dei progetti presentati in sede europea, secondo Peterle, è, inoltre, cruciale allargare la cerchia di persone che sostengono queste iniziative. Peterle ha esortato Cecutti a cercare di sensibilizzare anche altri europarlamentari italiani con cui ha avuto modo di collaborare, come Elisabetta Gardini, Isabella De Monte, Herbert Dorfmann e Antonio Tajani (che da gennaio è, peraltro, presidente del Parlamento europeo), nonché la commissaria europea per i Trasporti, la slovena Violeta Bulc.
L’incontro, in ogni caso, ha evidenziato la necessità di valorizzare ciò che contraddistingue il territorio rispetto a altri, a partire dai prodotti e non solo.
In attesa di attingere a ulteriori fondi europei, l’amministrazione comunale di Taipana sta già proseguendo sulla strada di una ancora maggiore valorizzazione della locale minoranza linguistica slovena.
Recentemente ha istituito 4 nuove commissioni consiliari, che avranno anche il compito di elaborare le linee guida per la sua valorizzazione e il suo sviluppo. (Luciano Lister)

27 feb 2018

Giornata della cultura slovena in Valcanale

Gentili signore e signori!
L'Associazione Don Mario Cernet, il Centro culturale sloveno Planika e la scuola di musica Glasbena matica con la scuola Tomaž Holmar organizzano insieme la «Giornata della cultura slovena in Valcanale/Dan slovenske kulture v Kanalski dolini», che si svolgerà venerdì, 9 marzo 2018, alle 19.00 al Palazzo Veneziano di Malborghetto.
È gradita la Vostra presenza!
fonte fb

Benecia e Valle dell’Isonzo, si accelera sul protocollo d’intesa


S.Pietro/Špietar
Infrastrutture, turismo e fonti energetiche. Sono questi, ci spiega Mariano Zufferli, sindaco di San Pietro al Natisone, i tre pilastri del protocollo di intesa fra i comuni della fascia confinaria della provincia di Udine e quelli dell’alta valle dell’Isonzo.
“Tutto è partito – spiega Zufferli – dall’incontro fra gli amministratori al Novoletno srečanje (lo scorso 20 gennaio a Caporetto ndr). In quell’occasione avevo evidenziato come le amministrazioni dei vicini comuni sloveni tendessero a collaborare con partner italiani più strutturati di noi, bypassando le valli del Natisone. L’idea era quindi quella di cambiare questa prospettiva, predisponendo un piano per una collaborazione più stretta con gli enti del nostro territorio. Abbiamo organizzato quindi una serie di incontri, in primis fra gli amministratori di questa parte del confine. Lo scorso 19 febbraio poi c’è stata la prima riunione ‘ufficiale’ con le amministrazioni di Bovec, Tolmino e Caporetto in cui si è discussa la bozza di questo nuovo protocollo di intesa”.
All’incontro di lunedì 19 a Caporetto hanno partecipato il sindaco di Taipana Alan Ceccutti e l’assessore alla cultura di San Pietro Gessica Snidaro. C’erano, in rappresentanza delle amministrazioni della valle dell’Isonzo, il sindaco di Caporetto Robert Kavčič e la direttrice del Posoški razvojni center Almira Pirih.
L’articolo completo nell’edizione del 21 febbraio del Novi Matajur

26 feb 2018

Il 27 febbraio Onde Furlane celebra la Zornade Furlane dai Dirits

Il 27 febbraio per Radio Onde Furlane è una giornata speciale, nel contempo di festa e di riflessione. Si tratta dell’anniversario della celebre Joibe Grasse (giovedì grasso) del 1511, quando prese avvio la più grande rivolta popolare friulana, che, soprattutto nelle campagne, assunse un carattere di rivendicazione degli “antichi diritti” delle comunità rurali friulane. Per questa ragione, sui 90 Mhz in gran parte del Friuli e sui 90.200 e sui 106.500 Mhz in Carnia nonché in streaming sul sito web www.ondefurlane.eu, quella data viene celebrata come Zornade Furlane dai Dirits (Giornata Friulana dei Diritti).
Da diversi anni ormai la ‘radio libare dai furlans’ presenta per l’occasione una programmazione speciale che, tra selezioni musicali a tema e rubriche di approfondimento, si propone di stimolare la riflessione sui diritti dei friulani e sulle battaglie in atto per difenderli e garantirli. Il tutto si verificherà anche quest’anno, in particolare dalle 9.00, alle 19.00.
La Zornade sarà introdotta dal direttore responsabile dell’emittente, Mauro Missana, e dal capo redattore Carli Pup, che alle 9.30 lasceranno spazio alla prima rubrica musicale ‘a tema’, l’edizione speciale di Gerovinyl 55/80, a cura di Agnul Tomasin, dedicata ai diritti in musica.
Come di consueto una delle questioni chiave affrontata nel corso della celebrazione della Zornade è quella dei diritti delle minoranze linguistiche storiche friulana, slovena e tedesca.
In particolare, dalle 10.30 alle 12.30, si farà il punto della situazione delle politiche riguardanti la lingua friulana, riprendendo le relazioni presentate a Udine lo scorso 1 dicembre nell’ambito della seconda Conferenza Regionale da parte di Patrizia Pavatti, Marco Stolfo, Erika Adami e Donato Toffoli, dedicate rispettivamente a scuola, pubblica amministrazione, media e pianificazione linguistica. Alle 12.30 la situazione della comunità friulana sarà oggetto di un dialogo tra Carli Pup e Giorgio Cavallo, mentre alle 13.00 il tema dei diritti sarà declinato in musica e con qualche consiglio di lettura, tra Occitania, Irlanda e Paese Basco, all’interno di una puntata speciale di Babêl Europe, programma dedicato alla produzione musicale nelle lingue minorizzate del continente.
Dopo un’ora di musiche cence confins, alle 14.30 si parlerà di diritti e storia, con la rievocazione della Joibe Grasse del 1511 a cura di Barbara Minen, e alle 15.00 le connessioni tra diritti e musica saranno affrontate da Mauro Missana all’interno di un’edizione speciale di Tommy The Radio Magazine.
Dalle 16.00 alle 18.00 saranno riproposti gli interventi di Patrizia Pavatti, Marco Stolfo, Erika Adami e Donato Toffoli, dedicate ai vari ambiti di intervento delle politiche di tutela della lingua friulana, mentre dalle 18.00 alle 19.00 ci sarà un approfondimento sulla situazione delle comunità di lingua slovena e di lingua tedesca del Friuli, cui farà seguito una lunga programmazione di selezioni musicali senza confini, sino a mezzanotte.
La programmazione della Zornade Furlane dai Dirits, oltre che in modulazione di frequenza e in streaming, potrà essere seguita anche su tablet, smartphone, iPad e iPod attraverso la apposita App

25 feb 2018

La forania di Tarvisio oggi

Non tutti lo ricorderanno, ma il 10 febbraio del 1933 Papa Pio XI incorporò definitivamente nell’arcidiocesi di Udine il decanato di Tarvisio, che in passato era appartenuto alla diocesi di Gurk, e la parrocchia di Fusine in Valromana, che in passato era appartenuta alla diocesi di Lubiana. Cosi leggiamo nella bolla Quo Christi fideles.
Sono passati, ormai, ottantacinque anni e sono intervenuti tanti cambiamenti che hanno influito nella composizione e nella vita delle comunità e delle parrocchie locali: oltre alle opzioni del 1939, alla seconda guerra mondiale, al boom economico del dopoguerra e, più tardi, alla caduta dei confini, anche la discesa di molti abitanti verso la pianura per la mutata situazione dal punto di vista lavorativo e economico. In ambito religioso, aggiungiamo anche l’allontanamento della fede, nonché la crisi delle vocazioni.
Oggigiorno la forania di Tarvisio, che si trova al confine nord-orientale dell’arcidiocesi di Udine, vicino a Austria e Slovenia, ha ancora fedeli che, oltre all’italiano, parlano anche sloveno, tedesco e friulano. Tutte queste lingue sono, tra l’altro, presenti in diverse misure in ambito religioso – nei canti o durante le celebrazioni stesse. Il vicario foraneo, che si chiama anche decano, è mons. Claudio Bevilacqua, di 72 anni. Ha sede a Tarvisio/Trbiž, dove è anche parroco. Qui la messa è officiata ogni giorno. Attualmente don Bevilacqua è anche amministratore parrocchiale a Camporosso/Žabnice, dove la messa non è officiata regolarmente. Ricordiamo che dalla parrocchia di Camporosso dipende tradizionalmente anche il santuario di Lussari, a forte caratterizzazione plurilingue, dove il responsabile delle attività pastorali è padre Peter Lah, che parla sloveno, italiano e tedesco e legge anche il friulano. Soprattutto nelle festività, padre Lah scende a officiare la messa anche a Camporosso. Il catechismo è organizzato separatamente a Tarvisio e a Camporosso.
Nelle parrocchie di Malborghetto/Naborjet – cui sono legate anche le comunità di Bagni di Lusnizza/Lužnice e Santa Caterina/Šenkatrija – e di Ugovizza/Ukve – cui è legata la comunità di Valbruna/Ovčja vas il parroco titolare resta don Mario Gariup, di 77 anni, che parla italiano e sloveno. Malgrado i suoi problemi di salute abbiano, di recente, fatto circolare la voce delle sue dimissioni, al momento resta solamente sostituito nelle celebrazioni da colleghi provenienti perlopiù da altre zone dell’arcidiocesi. Le messe sono celebrate nei prefestivi a Malborghetto e Valbruna e nei festivi a Bagni di Lusnizza e Ugovizza. Il catechismo è organizzato per tutti a Ugovizza.
Don Giuseppe Morandini, che ha 73 anni, segue invece le parrocchie di Fusine/Bela Peč e Cave del Predil/ Rabelj, nonché la comunità di Coccau/Kokova, che dalla fine degli anni’80 è stata aggregata alla parrocchia di Tarvisio. Con variazioni in occasione delle festività, le celebrazioni sono officiate la domenica e il lunedì a Coccau, il mercoledì e il sabato a Cave e il giovedì e il venerdì a Fusine. All’occorrenza, don Morandini presta aiuto anche nelle parrocchie vicine. Le comunità di Coccau, Cave e Fusine svolgono il catechismo separatamente.
In generale nei canti, quando non durante le liturgie, è possibile sentire a volte il tedesco nelle chiese di Tarvisio, Coccau e Fusine in Valromana. Lo sloveno resta ancora molto presente nei canti e nelle celebrazioni di Ugovizza e un po’ meno in quelle di Camporosso. (Luciano Lister)

Dagli intenti alla collaborazione

Proseguono i preparativi in vista della nascita del cluster transfrontaliero tra la Valle dell’Isonzo e la zona della provincia di Udine al confine con la Slovenia. Lunedì, 19 febbraio, il sindaco di Taipana/Tipana, Alan Cecutti, e alcuni rappresentanti di altri comuni della fascia confinaria della provincia di Udine hanno incontrato il sindaco di Caporetto, Robert Kavčič, il consigliere in materia di economia in seno all’amministrazione comunale, Tomaž Skočir, e la direttrice del Posoški razvojni center (Centro per lo sviluppo della Valle dell’Isonzo), Almira Pirih.
I partecipanti hanno esaminato e chiarito il contenuto proposto in una lettera d’intenti che sarà esaminata e integrata da ogni comune aderente. Se tutto andrà secondo le previsioni, tra un mese la lettera d’intenti sarà sottoscritta dai sindaci dei comuni che avranno espresso la propria disponibilità a collaborare e promuovere iniziative comuni per tutelare e rappresentare gli interessi delle valli a ridosso dell’ex confine e delle vicine. Il tutto mirando al bene di tutti gli abitanti della zona transfrontaliera.
L’iniziativa si propone di nascere per rafforzare la collaborazione transfrontaliera, interregionale e locale, per sviluppare strategie comuni e per stimolare una rinascita economico-socio-culturale e per migliorare l’internazionalizzazione del territorio.
Al momento si prevede l’adesione di 4 comuni sul lato sloveno dell’ex confine e di 15 su quello italiano.

22 feb 2018

Manoscritto di Cergneu




Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.





Il Manoscritto di Cergneu o Manoscritto di Cividale o, anche, Catapan di Cergneu (Černjejski Rokopis o Čedadski Rokopis o, anche, Beneškoslovenski Rokopis in sloveno) è uno dei rari manoscritti redatti in lingua slovena, impiegando i caratteri latini al posto di quelli glagolitici o cirillici utilizzati nei testi paleoslavi, pervenuto fino ai nostri giorni. È stato analizzato e divulgato all'inizio del secolo scorso da Vatroslav Oblak e da Jan Baudoin de Courtenay che curò la pubblicazione del testo integrale corredato delle fotografie di tutte le sue pagine [1][2]. Attualmente è conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli.
Il Manoscritto di Cergneu
Il Manoscritto di Cergneu

Epoca

Il documento fu redatto alla fine del XV secolo, nel periodo compreso tra la scrittura dei più antichi manoscritti in sloveno a noi noti, denominati "Monumenti di Frisinga" (metà del IX secolo), e la stampa dei primi libri in lingua slovena (1550Abecednik e Katekizem). Fa parte dei pochi manoscritti sloveni conservati in Italia; le altre testimonianze sono rappresentate dal Manoscritto di Udine (Videnski Rokopis) del 1458, che contiene la traduzione di alcuni numeri, e dal Manoscritto di Castelmonte (Starogorski Rokopis) datato 1492-1498, che riporta il testo del Padre nostro, dell'Ave Maria e del Credo.[1]
Il Manoscritto di Cergneu, composto da sedici fogli di ottavo regali, contiene una serie di annotazioni scritte nel periodo 1459-1585.

Contenuto

Generalità

Il documento è conosciuto anche con la dicitura "Anniversario di Legati latino-italiano-slavo della Confraternita di S. Maria di Cergneu".
Il manoscritto è il più datato documento di carattere amministrativo, a noi giunto, scritto anche in sloveno.
Contiene la registrazione, in lingua latina, in lingua italiana e nella forma dialettale slovena della valle del Torre, di 102 donazioni consistenti in prodotti agricoli, campi, prati, ovini, bovini e soldi, effettuate dai fedeli alla Confraternita di Santa Maria Maddalena di Cergneu. Le 52 annotazioni scritte in dialetto locale furono redatte da Janez, notaio di Veglia nel periodo 1497-1508.
Il documento risulta una delle principali fonti per la conoscenza e lo studio dei toponimi, degli antroponimi e della parlata dell'area slavofona dei comuni di NimisTaipanaLusevera e Attimis alla fine del XV secolo.[3]

Le annotazioni in sloveno

Le annotazioni sono dei brevi scritti, in formato quasi standardizzato, costituiti da un numero di righe che possono variare da tre a cinque. Le registrazioni hanno, tipicamente, la seguente configurazione:
"...ta in ta faranz iz te in te vasi je zapustil bratovščini Svete Marije iz Černjeje...
(pšenico, vino, zemljišce, živine, denar), da bi se za njegovo dušo opravilo
doloceno število maš...
"
ossia:
"...il tale e tale parrocchiano (proveniente) da questo e questo paese ha donato
alla Confraternita di Santa Maria di Cergneu.... (frutti, vino, terreni, animali e monete)
con l'obbligo di far celebrare ogni... anni un numero di... funzioni religiose per la sua
anima (o in suffragio di quelle dei suoi parenti defunti)..."
fonte http://www.wikiwand.com/it/Manoscritto_di_Cergneu

Parole semplici - Preproste besede

Tone Pavček è nato il 29/9/1928. Laureato in giurisprudenza è stato per lungo periodo nella redazione culturale della RTV slovena e come direttore nella casa editrice Cankarjeva. Negli anni del disgelo (gli '80) è stato Presidente della Lega degli scrittori sloveni e ha svolto altre cariche e impegni sociali importanti. Ora è in pensione. Tra i premi ricevuti spicca la "Prešernova nagrada", il massimo riconoscimento nazionale per le arti contemporanee. Pavček ha debuttato in poesia nella ...da http://www.casadellapoesia.org/poeti/pav-ek-tone/altro

C'è bisogno di molte parole semplici
come:
pane,
amore,
bontà,
per non sviare dalla retta via
sugli incroci,
accecati dall'oscurità.
C'è bisogno di molto silenzio, di silenzio
fuori e dentro di noi,
per udire la voce,
la flebile, timida e sommessa voce
dei colombi,
delle formiche,
della gente,
dei cuori
e delle loro pene
in mezzo a ingiustizie e guerre
in mezzo a tutto quello
che non è
pane, amore
e nemmeno bontà.
Silenzio,
silenzio. Solo i cuori
seguino il tempo
e traccino il cammino.
Traduzione di Jolka Milič
Treba je mnogo preprostih besed
kakor kruh,
ljubezen,
dobrota,
da ne bi slepi v temi
na križpotjih zašli
s pravega pota.
Treba je mnogo traine, traine
zunaj in znotraj nas,
da bi slišali glas,
tihi, plahi, pojemajoči glas
golobov,
mravelj,
ljudi
src in njih bolečine
sredi krivic in vojska,
sredi vsega tega,
kar ni
kruh,
ljubezen
in ne dobrota.
Traine, traine…
Srca samo
naj merijo čas,
kažejo pota.
Tone Pavček






21 feb 2018

ll Manoscritto di Castelmonte


Il Manoscritto di Castelmonte (Starogorski rokopis in sloveno) è uno dei più antichi documenti, fino a noi pervenuti, scritto in lingua slovena.
Il Manoscritto di Castelmonte
Il Manoscritto di Castelmonte

Epoca

Il manoscritto fu redatto presso il Santuario della Beata Vergine di Castelmonte, situato nelle vicinanze di Cividale del Friuli, tra il 1492 ed il 1498 da Lorenzo da Mernicco (Laurentius vicario di Mirnik). Il periodo corrisponde a quello in cui l'idioma sloveno, fino ad allora prettamente orale, cominciava a sviluppare le regole per dotarsi anche di una forma grafica.

Contenuto

Il manoscritto, composto da due fogli, contiene le principali preghiere del Cristianesimo e precisamente il Padre Nostro, l'Ave Maria ed il Credo. Nel testo sono presenti caratteristiche peculiari delle parlate della Carniola, del Carso interno e della Slavia Veneta. Insieme al manoscritto di Cergneu, custodito presso il Museo Archeologico Nazionale di Cividale, testimonia il contributo dato dall'idioma parlato nella Slavia friulana alla formazione della lingua slovena letteraria.[1]
Il documento, che faceva parte integrante del libro della Confraternita di Santa Maria del Monte, venne ritrovato solo verso gli anni 60 del XX secolo e fu pubblicato, a cura di Angelo Cracina, nel 1974.[2][3] Il manoscritto era inizialmente conservato presso l'Archivio arcivescovile di Udine[4]; attualmente risulterebbe custodito presso l'Archivio Capitolare della parrocchia di Santa Maria Assunta di Cividale del Friuli.

Preghiere

Il Padre Nostro

I.
Oratio dominicalis sclauonice
Otzha naſch kher ſy vnebeſſich poſſchwetſcheno
wody twoye yeme, pridi khnam twoye
Bogaſtwo, yſidiſſe twoye wuolle, khokher vnebeſſich
tochu Naſemle. Day nam donneſs ta vſſe-
dannj khruch ynuy nam odpuſti naſche douge
khokhr mi odpuſtimo naſchim dolſchnickham.
Naſs vnapellay, na reſreſchno, Naſs reſche
od ſlega. Amen.

L'Ave Maria

II.
Salutatio Angelica
Zheſchena ſy Maria gnade ſy pollna
goſpod ye ſtabo, ſegnana ſy me
vuſſemj ſchenamy, ſchegnan ye ta ſſadt,
twoyga telleſſa. Yhs Hps Amen.

Il Credo

III.
Symbolum Appoſtollor(um)
Yest veryo na boga vſſega mogotzhiga, otzha
ſtvarnickha nebeſs ynuy ſemle ynuy na
Jheſuſſa chriſtuſſa ſynnu nega ediniga
goſpodj naſchiga, kheter ye podtzhett od ſwetiga
ducha Royen od Marie diwitze, Martran
pod pontio pyllatuſſo. Na khriſch reſpett,
ys khriſcha ſnett, mortiw vgrob polloſchen,
pred pekhell yede, Na trettye dan od
ſmertte vſtall, Na nebw ſtoppl, tu ſydj
Na deſſnitzi ſwoyga otzha nebeſkhiga od
tod yma tudi pritti ynuy ſodittj zhes
ſchywe ynuy zhes me(o)rtwe
Yest veryo na sſwettiga ducha, sſwetto kherſchan-
ſckho Zerckho, gmayno vſſech ſwettikhow
odpuſchane grechow, ſtayenna tega ſchewotta
ynuy ta vi(e)tzhe leben. Amen 
fonte http://www.wikiwand.com/it/Manoscritto_di_Castelmonte

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