30 giu 2013

Da stanotte la Croazia sarà il 28esimo Stato Ue

I negoziati di adesione sono durati quasi sei anni e vengono considerati tra i più lunghi e difficili che finora un Paese candidato abbia dovuto sostenere


 La Croazia stanotte entra ufficialmente nella Ue diventando il 28esimo Stato membro dell'Unione, il secondo, dopo la Slovenia, delle sei repubbliche che componevano la ex Jugoslavia socialista. La Croazia è al tempo stesso l'ultimo Paese europeo a maggioranza cattolica a integrarsi nella Ue.
I negoziati di adesione sono durati quasi sei anni e vengono considerati tra i più lunghi e difficili che finora un Paese candidato abbia dovuto sostenere, per via di una serie di criteri di valutazione più severi introdotti da Bruxelles dopo alcune esperienze negative con altri Paesi, in particolare la Bulgaria e la Romania.

Le tappe del processo di adesione:

25 giugno 1991 - Zagabria dichiara l'indipendenza dalla Jugoslavia, conquistata poi in una guerra contro la Serbia durata fino al 1995, che fece 22mila morti e centinaia di miglia di profughi.

15 gennaio 1992 - La Comunità europea riconosce l'indipendenza della Croazia e della Slovenia.

3 gennaio 2000 - A Zagabria arrivano al potere le formazioni politiche europeiste e democratiche per le quali l'ingresso nella Ue e nella Nato diventa il principale obbiettivo nazionale.

21 febbraio 2003 - Il governo di Zagabria consegna la domanda ufficiale per l'adesione.

17 giugno 2004 - Il Consiglio europeo conferisce alla Croazia lo status di Paese candidato. L'inizio concreto dei negoziati viene però bloccato per più di un anno a causa dell'insoddisfacente collaborazione con il Tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia (Tpi).

4 ottobre 2005 - Dopo che al Tpi viene consegnato l'ultimo ricercato, il generale Ante Gotovina (condannato nel 2011 a 24 anni di carcere per crimini di guerra e nel 2012, in appello, prosciolto da tutte le accuse), iniziano i negoziati sull'adattamento del Paese ai 33 capitoli del diritto comunitario.

Dicembre 2008 - La Slovenia mette il veto sul proseguimento dei negoziati per una disputa sul confine marittimo nel nord Adriatico tra le due ex repubbliche jugoslave.

1 aprile 2009 - La Croazia entra nella Nato.

11 settembre 2009 - Zagabria e Lubiana, dopo pressioni da Washington e con la mediazione della Commissione europea, raggiungono un accordo sul confine marittimo. La Slovenia ritira il suo veto.

30 giugno 2011 - Con la chiusura del più difficile capitolo negoziale (Sistema giuridico e diritti fondamentali dei cittadini), terminano i negoziati di adesione.

9 dicembre 2011 - Firma a Bruxelles del Trattato di adesione.

22 gennaio 2012 - Referendum in Croazia sul Trattato di adesione. Il 66% si esprime a favore, ma con un tasso di partecipazione molto basso, di appena il 43,5% degli aventi diritto. Nel 2012 e 2013 i 27 Paesi membri ratificano l'adesione croata. Nel marzo del 2012 si conclude la ratifica dell'Italia, primo Paese fondatore dell'Ue a dare il via libera a Zagabria. L'ultimo sì arriva il 7 giugno dalla Germania.

29 giu 2013

Triglav-Tricorno

   Il Monte Tricorno (in sloveno Triglav) con 2.864 m è la più alta cima delle Alpi Giulie e della Slovenia, di cui è monumento nazionale. Per la geografia fisica, costituisce il saliente alpino nord orientale della regione fisica italiana. Il nome deriverebbe appunto dalla sua forma a tre punte (Triglav significa "tre teste") visibile dalla valle di Bohinj. Tuttavia, Julius Kugy afferma che le tre punte non sono assolutamente riconoscibili, dato che la cima appare più come un largo duomo collegato tramite un ponte naturale alla cimetta a fianco (il Piccolo Tricorno" o Mali Triglav).

Julius Kugy invece attribuisce il nome al dio slavo a tre teste, Triglav appunto (da tri, tre, e glava, testa), signore dell'aria, dell'acqua e della terra, nonché padre dei fulmini, che secondo le leggende aveva un trono sulle nubi o sugli alti monti[1]. A sostegno di questa tesi, Kugy riporta il fatto che nessuna delle spedizioni sul Tricorno parla mai di tre cime, ma sempre della via attraverso il Mali Triglav verso la vetta principale.

Il nome Triglav, tra l'altro, compare piuttosto recentemente, solo a partire dal 1840, ed è quindi collegato al "rinascimento" dell'identità slovena; nei documenti antichi compare sempre la forma Terglau, Terglou oTerklou, che rimane ancora nel dialetto, di cui la forma "Triglav" è la versione dotta o scritta.   Il monte si trova nel mezzo del parco nazionale omonimo; ai suoi piedi si trovano le sorgenti di uno dei più importanti affluenti delDanubio, la Sava e quelle dell'Isonzo che invece sfocia nel mare Adriatico. Sulla sommità del Tricorno dal 1895 si trova un caratteristico bivacco chiamato Aljažev stolp (torre di Aljaž).

Il monte è diventato un simbolo dell'identità slovena, è rappresentato in forma stilizzata nello stemma nazionale, nella bandiera e nella moneta slovena da 50 centesimi di euro; inoltre secondo la tradizione ogni sloveno almeno una volta nella vita dovrebbe salire sulla cima del Tricorno.
Dal 1919 al 1943 era il monte più alto della provincia di Gorizia ed era al confine con il Regno di Jugoslavia.

  La vetta fu raggiunta la prima volta, dopo un tentativo fallito nel 1777, il 26 agosto 1778 da Luka Korošec, Matija Kos, Štefan Rožič e Lovrenc Willomitzer, su iniziativa del naturalista Žiga Zois e del professore universitario Belsazar Hacquet.

 A partire dal 2007 il monte è ritratto sulla moneta da 50 centesimi di Euro della Slovenia assieme alla costellazione del Cancro.

tratto da wikipedia


                      

Buon weekend a tutti-lep vikend vsem!!!


Piccola enciclopedia illustrata degli antichi mestieri resiani

L’utilissima pubblicazione per bambini è stata realizzata dall’Associazione Culturale Museo della Gente della Val Resia 
Piccola enciclopedia illustrata degli antichi mestieri resiani 
Mantenere vivo nei bambini, e non solo, l’interesse per il proprio territorio, la propria storia e cultura facendo conoscere gli antichi mestieri della Val Resia e i loro nomi nel dialetto resiano. È questo l’obiettivo del libro “Biside ta-na traku za otroke Parole su nastro per bambini Dila tu-w Reziji Principali mestieri ed attività passati e presenti in Val Resia”, realizzato dall’Associazione Culturale Museo della Gente della Val Resia (a cura di Luigia Negro e Sandro Quaglia) ed edito dalla Cooperativa Most di Cividale del Friuli.
Attraverso tavole illustrate i bambini, ma anche gli adulti che leggeranno il libro con loro, scopriranno trentuno antichi mestieri (alcuni di questi vengono ancora praticati nella Val Resia, ma di altri rimane traccia solamente in documenti d’archivio o nella tradizione orale), dall’arrotino al calzolaio. Una piccola “enciclopedia illustrata” dunque, prodotto di numerose conversazioni con gli abitanti più anziani della valle sotto il Kanin, che, come è stato detto durante la sua presentazione, non ha pretese di completezza, né include tutti i mestieri e le attività del passato, ma che rappresenta una buona base di partenza.
A rendere particolarmente piacevole la lettura del libro anche le illustrazioni di Paola Gasparotto e Stefano Ornella e le vecchie fotografie che arricchiscono ulteriormente la pubblicazione.
L’importanza e l’utilità del libro però, sta soprattutto nei termini resiani per i mestieri, le attività e per gli oggetti a loro collegati, che permette di apprendere. Le parole in resiano sono scritte con l’Ortografia resiana - Tö jošt rozajanskë pïsanjë nella versione standard, tranne che per alcuni casi in cui sono stati riportati i termini nelle varianti locali. Il libro fornisce, grazie all’assistenza linguistica dei professori Matej Še-kli e Roberto Dapit, anche le informazioni scientifiche su nomi dei mestieri, ovvero la loro origine. Sono elencati infatti i paralleli del nome nell’area linguistica slovena o l’origine dei prestiti che sono entrati a far parte del lessico resiano a seguito dei contatti con il tedesco, il friulano o l’italiano.
A questo proposito è stato molto istruttivo l’intervento alla presentazione del libro del professor Matej Šekli che ha spiegato brevemente come si è sviluppato il dialetto resiano nel corso dei secoli, come sono nate o meglio sono state costruite alcune parole per gli antichi mestieri che all’inizio non esistevano, e quali influenze hanno avuto sul resiano le lingue parlate dai vicini. Sono state presentate anche le similitudini con gli altri dialetti sloveni e con lo sloveno standard. Il professor Šekli ha posto l’accento anche su alcune differenze tra i termini per alcuni mestieri in sloveno standard ed in resiano, il che potrebbe far sembrare a prima vista che si tratti di due lingue distinte. Ad esempio, falegname in resiano si dice tïšlar, mentre in sloveno standar mizar (da miza - tavolo). “Ma la parola tišlar proviene dal tedesco tischler ed è diffusa anche negli altri dialetti sloveni nelle forme di tišlar o tišljar. La differenza con la lingua standard deriva dal tentativo dei linguisti del Novecento di eliminare tutti i germanismi”, ha spiegato il docente dell’Università di Ljubljana


NE BOMO UMARLE (Genjido 2005)


First video of this group.
Ne bomo umarle: text in Ponasim language, popolar language of Alta Val Torre, Friuli, Italy.
Primo video di questo gruppo.
Ne bomo umarle: il testo in lingua Ponasim, dialetto dell'Alta Val Torre, Friuli, Italia.

28 giu 2013

VIDEOTREKKING SULLA FAUNA SELVATICA

FOTO - VIDEOTREKKING SULLA FAUNA SELVATICA

07 luglio 2013

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Escursione dedicata alla fotografia e alla ripresa della fauna della conca di Chjiariguart, con pernotto in quota per godere dell’alba sulle creste.
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Prenotazione: entro le ore 17.00 di giovedì 4 luglio
Ritrovo: Piazza Portis - Resiutta, ore 14:30
Durata: un giorno e mezzo
Quota individuale di partecipazione: € 30,00
Note: pernottamento a casera Cjariguart



Come partecipare?
Per partecipare alle escursioni è previsto l’obbligo della prenotazione da eseguirsi presso l’Ufficio educazione-ambientale e promozione dell’Ente parco secondo le modalità riportate per ogni attività.
La quota di partecipazione è specificata per ogni singola escursione.
Le escursioni verranno effettuate al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
I trasferimenti ai punti di partenza delle escursioni non sono organizzati e devono quindi essere effettuati con mezzi propri.
Costi aggiuntivi come il biglietto della Cabinovia del Canin o i pasti presso i rifugi, sono a carico dei partecipanti.
Variazioni di programma possono essere decise a insindacabile giudizio della guida, nel caso in cui non vi siano le condizioni idonee a garantire un sufficiente grado di sicurezza.

Si ricorda che, ai sensi dell’art. 10, comma 12 del Regolamento del Parco, le attività ricreative, sportive e turistiche vengono svolte a rischio e pericolo del visitatore. L’Ente Parco non risponde di eventuali danni da infortuni per colpa dell’escursionista.

…e non finisce qui!
Per gruppi e comitive il Parco organizza escursioni su richiesta sui percorsi descritti o su altri itinerari di interesse.
Gli operatori dell’Ufficio educazione ambientale-promozione del Parco sono a disposizione per consigliare e programmare l’escursione più adatta per ogni esigenza. 

Adozione di tre cani

Adozione di tre cani abbandonati nel Comune di Lusevera

200,00 euro di premio a chi adotterà uno di questi cani

Il Comune di Lusevera informa che presso il Rifugio del Cane di Gonars sono ricoverati tre cani, ritrovati nel Comune di Lusevera, che sono in cerca di una famiglia.
Si tratta di due femmine (nate nel 2007 e 2010) e un maschio (nato nel 2010), meticci, taglia medio-piccola e a pelo lungo. Il Rifugio del Cane ha provveduto a curarli e vaccinarli. 
Chi fosse interessato all'adozione chiami il numero:
0432.522263
ovvero passi a visitarli in:
Rifugio del Cane - Via Gonars, 42 - 33100 Udine
Il Comune darà un premio di 200,00 euro a chi deciderà di adottare uno di questi cani. Per info chiamare il n. 0432 787032, negli orari di ufficio (chiedere di Celeste).

Incontro tra Benečia e Posočje

Srečanje obmejnih županov
Incontro tra Benečia e Posočje

V saboto 29. junja se bojo šindiki/župani in drugi administratorji Benečije in Posočja spet srečali. Tele krat drugič na italijanski strani. Pregledali bojo, kakuo gre naprej sodelovanje in v katerim stanju so že parpravljeni čezkonfinski projekti. Poviedali bojo sevieda tudi nove ideje. Srečanje bo ob 17. uri v špietarski kamunski sali.

Il 29 giugno, in occasione della festa di S.Pietro, i sindaci della Benecia e della Valle dell’Isonzo si incontreranno quest’anno per la seconda volta. La prima volta si erano incontrati a Caporetto il 19 gennaio. Gli argomenti trattati saranno la collaborazione e i progetti transfrontalieri. L’incontro si terrà a San Pietro al Natisone alle ore 17.

27 giu 2013

FALO' A MUSI

POLOVIN - FALO' a MUSI il 29 giugno ore 19.00


 Sabato 29 giugno, i Muščeni, gli abitanti di Musi festeggeranno San Giovanni con la tradizionale accensione del falò. Il programma dei festeggiamenti prevede:

 ore 19.00 Santa messa
 ore 20.00 Pastasciutta per tutti presso la baita degli Alpini
 ore 21.00 accensione del polovin/kries sul prato di Ta-na Toviele. La serata continuerà la lotteria e la musica 
http://www.comune.lusevera.ud.it/Eventi.2317.0.html


Falò della notte di San Giovanni
(Tradizioni@Cucina di CRISTINA BURCHERI - Messaggero Veneto del  21 giugno 2010)  

Nel Friuli di una volta la notte di San Giovanni (a cavallo tra il 23 e il 24 giugno) si illuminava di fuochi. Questa antica festa del solstizio d’estate ha come protagonista il midili (anche medili) o il polovin: un falò che prolunga nella notte la luce del giorno più lungo dell’anno. A proposito di questo rituale l’Ostermann, sul finire dell’Ottocento, spiegava: «Nella Slavia italiana il kres o polovin si accende sulle alture e vi conviene quasi l’intero villaggio; mentre arde il kres, si suonano a stormo le campane e si sparano fucilate e mortaretti, e tutta la popolazione manda grida di allegria». Con l’avvento del cristianesimo questo rito di passaggio di matrice pagana è stato dedicato a San Giovanni.Un’antica storia è stata sottratta da Ostermann all’oblio dei tempi sfogliando gli atti processuali dell’Inquisizione. Lo studioso scrive: «Nel 1605 Maria, moglie di Girolamo Boccalini da Pordenone, essendo ancora nubile e desiderando sapere chi le era destinato per marito, fece nella notte di San Giovanni alcuni sortilegi. Mentre stava per coricarsi avendo ancora il lume acceso, venne il diavolo sotto le sembianze di un orribile drago e montò sul letto; spaventata chiamò in aiuto due donne, che le dissero di fare il segno della croce: appena fatto ciò, l’orribile drago se ne fuggì». Tra le ragazze in età da marito erano comuni diverse pratiche. Certune esponevano alla rugiada della notte di San Giovanni il proprio grembiule: la mattina seguente, affacciatesi alla finestra, restavano all’ascolto poiché il primo nome che sentivano sarebbe stato quello del futuro marito. Altre, in punto alla mezzanotte, scuotevano dalla finestra una tovaglia, sicure che così facendo avrebbero potuto intravedere l’ombra di colui che le avrebbe condotte all’altare. E ancora: c’era chi metteva tre fagioli sotto il cuscino: uno con la buccia, uno sbucciato a metà, uno senza buccia. La mattina la giovane appena sveglia estraeva a caso un fagiolo: se era quello con la scorza avrebbe sposato un ricco, se quello sbucciato si sarebbe accasata con un povero, se l’altro ancora si sarebbe maritata con un uomo di mediocre fortuna. Una variante prevedeva l’uso di due soli fagioli: uno bianco e uno nero. Se al risveglio nel giorno di San Giovanni alla giovane capitava il fagiolo nero era segno che si sarebbe sposata entro l’anno; se in sorte le fosse toccato quello bianco, sarebbe rimasta zitella un anno ancora.
fonte:web

ENERGIA IDROELETTRICA IN VAL TORRE -V BARDU RAZPIS ZA HIDROELEKTRARNO


Se è vero che l’Alta Val del Torre è una delle zone più piovose d’Europa, non c’è luogo migliore per sfruttare l’energia delle acque a beneficio della comunità, con una ricaduta economica più che positiva per i residenti e per il Comune. Da molti anni l’amministrazione municipale insegue fattivamente l’idea, in seno a un percorso tortuoso e appesantito dalla burocrazia, senza perdere mai la speranza di raggiungere l’obiettivo. Di recente un nuovo passo avanti è stato fatto con la pubblicazione di un bando di gara per l’affidamento in concessione della progettazione esecutiva, e per la costruzione e gestione dell’impianto idroelettrico sul torrente Torre. Se andrà in porto, il sistema farà in qualche modo risorgere la ex-centralina Malignani. Come da bando, l’impianto sarà caratterizzato da alcune specifiche particolarità: potenza di concessione 833,34 kw, produzione prevista di 4.600.000 Kwh all’anno, Dmv di 400 litri al secondo. La stipula del contratto avverrà dopo l’ottenimento, da parte della Regione, del decreto per la concessione di derivazione d’acqua a favore del Comune. L’importo complessivo della stessa concessione è di 4 milioni e 650mila euro. L’importo dei lavori previsti per la concessione, invece, è pari a 3 milioni e 160mila euro, oltre a 90mila euro per oneri per la sicurezza. Il valore globale dell’intervento, di 3.881.300 circa, è a totale carico del concessionario. Sperando che il bando vada in porto, l’aggiudicatario avrà la facoltà di costituire una società di progetto, in forma di spa o di srl, anche consortile, con capitale sociale di almeno 120 mila euro. Il criterio di aggiudicazione è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. In questa complessa e importante procedura, l’amministrazione municipale non ha dimenticato l’ambiente: saranno valutate con attenzione, infatti, le misure e gli accorgimenti adottati per il minor impatto sulla natura e sui luoghi interessati dall’intervento in termini di disagio, limitazioni di traffico, rumore, polvere ed eventuale danno ambientale. Vedronza, infatti, si trova in zona montana, l’alveo del torrente Torre lambisce un centro abitato e c’è una notevole vicinanza alla strada regionale. Al bando si può partecipare inviando una proposta entro le ore 12 del 22 luglio prossimo. È necessario, per chi usa la posta ordinaria, fare attenzione ai giorni di apertura ridotti dell’ufficio di Vedronza.

Terska dolina je zelo deževno območje. Tako so mislili na občinski upravi v Bardu, da lahko izkoristijo vodo, da bi imeli električno energijo. Pred kratkim so razglasili razpis, da bi lahko podjetje gradilo hidroelektrarno ob reki Ter. Kdor želi se prijaviti na razpis mora pošljati prošnjo do 12. ure 22. julja na občinske urade v Njivici.

                                                                           www.dom.it

INTERVISTA AL GIOVANE ALLEVATORE DI RESIA

INTERVISTA AL GIOVANE ALLEVATORE DI RESIA MICHELE ZANETTI
POGOVOR Z ZANETTIJEM, KI V REZIJI REDI 120 KRAV IN KOZ

Giovane allevatore a Resia
Zanetti redi 120 krav in koz

Con la bella stagione, anche a Resia, riemerge la problematica dei prati incolti. Le conseguenze dell’abbandono della attività agro-silvo-pastorali sono evidenti a tutti. Sono, ad esempio, in aumento le malattie trasmesse dalle zecche. Anche la ricomparsa dell’orso è, con ogni probabilità, da attribuite all’aumento della superficie boschiva che arriva a ridosso dei centri abitati. Fortunatamente anche a Resia qualche associazione di volontariato riesce a ripulire questi spazi almento attorno ai paesi. Fino ai sismi del 1976 questo non era necessario perché sul territorio vi erano molte aziende agricole che avevano perlopiù le mucche e pertanto il foraggio era ricavato dallo sfalcio. Oggi a Resia ci sono poche aziende agricole e di queste quasi tutte sono condotte da giovani come Michele Zanetti al quale abbiamo voluto porre alcune domande.
Perchè hai iniziato a fare questo lavoro, hai forse fatto degli studi in questo settore?
«Quando ho iniziato ad allevare le mucche andavo ancora a scuola. Ogni volta che prendevo la corriera e dopo il treno per raggiungere l’Istituto Tecnico Agrario di Cividale, quando giungevo a Gemona mi mancava il respiro al solo pensiero di aver abbandonato le mucche e mia madre al governo della stalla. Pertanto ho abbandonato la scuola ed ho cominciato ad allevare seriamente le mucche. Quando ho iniziato avevo quindici anni ed adesso sono già dieci anni che faccio questo mestiere e undici che ogni estate andiamo in malga. È un’attività che nasce dalla passione e da qualche anno ne traiamo anche un reddito sufficiente. È un lavoro che svolgiamo principalmente per noi e questo ci soddisfa. Adesso abbiamo sessanta mucche ed altrettante capre. D’estate andiamo in malga sopra Pontebba e in autunno ritorniamo a Resia dove teniamo le mucche in stalla».
Gestiresti una malga qui a Resia?
«Ho troppe mucche per i piccoli pascoli di Resia. Non è come un tempo che qui avevano mucche di piccole dimensioni adesso le mucche hanno una pezzatura medio – grande ed i nostri pascoli sono insufficenti e ripidi.»
Come si svolge la tua giornata tipo?
«Io e mia madre ci alziamo presto la mattina, alle cinque, cinque e mezzo. Saliamo da San Giorgio a Lischiazze, dove abbiamo la stalla, e come prima cosa accendiamo il fuoco e prepariamo il caffè. Dopodiché entriamo nella stalla e portiamo via il letame, poi iniziamo a mungere e dopo la mungitura diamo il latte ai vitellini. Quando abbiamo finito con i vitelli iniziamo a foraggiare, prima in una parte della stalla e poi nell’altra. Dopo aver sistemato tutto, ritorniamo a casa a San Giorgio perché anche lì abbiamo una stalla con mucche e una con capre. Finiamo all’incirca a mezzogiorno, all’ora di pranzo. Nel pomeriggio verso le tre e mezza ricominciamo a Lischiazze fino alle dieci di sera, a volte anche alle undici e mezzo. Con questo lavoro non si finisce mai».
Quando avete comprato la stalla a Lischiazze?
«L’abbiamo comprata sette anni fa ed all’inizio non avevamo tutte queste mucche, ne avevamo di meno. Adesso, invece, abbiamo poco posto e tanti animali».
Sei contento di lavorare qui a Resia?
«A me piace, non mi pesa alzarmi presto la mattina o andare a dormire tardi e lavorare tutto il giorno. Mi piace lavorare a contatto con gli animali e sono contento di lavorare nel mio paese».
Come si potrebbero sostenere gli allevatori di Resia?
«Per rendere il nostro lavoro meno faticoso servirebbe una latteria in valle, così da poter conferire solo il latte prodotto in valle e produrre i nostri formaggi. Inoltre si dovrebbe promuovere questi nostri prodotti anche fuori valle».
Adesso dove porti il latte?
«Da sei anni vendo il latte al caseificio di Ugovizza, lo vengono a prendere in azienda ogni due giorni».
Le tue mucche di che razza sono?
«Di due tipologie, ho le pezzate rosse e le grigio-alpine. Le pezzate rosse sono più diffuse in Italia, invece le grigio-alpine provengono dal Tirolo, andiamo ad acquistarle a Trento per il fatto che questa razza è la più adatta alla morfologia delle nostre montagne, sono delle mucche di piccole dimensioni, sono più leggere e pascolano più ore rispetto alle altre».
Un tempo, nel tuo paese natale, a San Giorgio, esisteva la «stazione di monta taurina» che oggi detieni presso la tua azienda. Ci puoi dire come funziona?
«Per avere la concessione abbiamo dovuto avere il consenso scritto dei precedenti tenutari. Se qualcuno ha bisogno di fecondare le mucche noi abbiamo il toro e, come consuetudine, registriamo il tutto nell’apposito bollettario».
A Resia ci sono altre aziende come la tua?
«Grandi come la mia non ci sono e ce n’è poche anche nella Val Canale. Invece qui a Resia ci sono altri che allevano mucche, ma il fatto è che qui è molto scomodo e non ci danno nessun tipo di contributo, ad esempio, per ingrandire la stalla o fare delle migliorie. Per questo motivo sono rimasti pochi giovani davvero appassionati che, però, hanno pochi animali. Alcuni di loro hanno un’altra attività e lo fanno come hobby».

Pogovor z Michelom Zanettijem, ki že 10 let redi v Reziji 120 krav in koz.

Incontro sull'orso Madi

Bardo / Lusevera – Srečanje o medvedu Madi / Incontro sull'orso Madi

29 giu 2013 - 18:30
Srečanje o medvedu Madi bo v gostlni »Alle Sorgenti« v Mužcu. Spregoovorili bodo Dario Di Gallo, Stefano Filacorda, Sara Vezzaro, Nico Comand, Giuseppe Mattelig e Fulvio Genero.
Na voljo bodo tudi  domače jedi (8 eur). Za rezervirati 333 9246802, villaggioorsi.dian@uniud.it
L’incontro sull’orso Madi si terrà nella trattoria «Alle Sorgenti» di Musi. Interverranno Dario di Gallo, Stefano Filacorda, Sara Vezzaro, Nico Comand, Giuseppe Mattelig e Fulvio Genero.
Dopo l’incontro ci sarà un buffet al prezzo di 8 euro a persona. Per prenotazioni 333 9246802, villaggioorsi.dian@uniud.it

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