9 dic 2016

La silenziosa collaborazione dei sacerdoti delle Valli alla nascita della Sso


La silenziosa collaborazione dei sacerdoti delle Valli alla nascita della Sso Con Drago Štoka, che dal 2005 al 2015 ne è stato presidente, ricordiamo il 40° della Confederazione delle organizzazioni slovene e la sua collaborazione con i sacerdoti e la comunità slovena della provincia di Udine.

Quest’anno la Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso festeggia 40 anni di attività. È stata istituita, infatti, il 16 dicembre del 1976. L’anniversario verrà festeggiato domenica 11 dicembre alle 18 con una messa di ringraziamento nella diocesi di Sant’Ignazio a Gorizia (piazza della Vittoria) e venerdì 16 dicembre alle 20 con una cerimonia solenne al Kulturni dom a Trieste. «A metà degli anni Settanta si sono verificati due fatti importanti per la componente democratica della comunità slovena in Italia. Nel 1975 a Duino si è svolta la prima assemblea regionale della Slovenska skupnost, alla quale ha partecipato anche la Valcanale. Nel 1976 con il terremoto in Friuli è subentrata una serie di problemi da risolvere. La Slavia friulana era in ginocchio, allora ricoprivo la carica di consigliere regionale della Slovenska skupnost e ricordo i dibattiti in regione su come gestire la ricostruzione dei paesi. Abbiamo lottato tanto come Slovenska skupnost affinché venisse conservata l’originaria fisionomia architettonica dei paesi. Nel dicembre dello stesso anno c’è stata l’assemblea generale, nel corso della quale è stata istituita la Confederazione delle organizzazioni slovene. In quell’occasione mi sono reso conto della necessità di estendere lo Sso a tutto il territorio regionale d’insediamento della comunità slovena. All’epoca questa presenza e organizzazione capillare in regione la poteva vantare solo l’Unione culturale economica slovena-Skgz», ci ha riferito Drago Štoka, che per dieci anni (dal 2005 al 2015) è stato presidente della Confederazione delle organizzazioni slovene e ancora prima consigliere regionale. Gli abbiamo chiesto come la comunità slovena della Slavia friulana ha collaborato alla nascita dello Sso. «Ero in costante contatto con i sacerdoti della Slavia friulana don Laurencig, don Cencig e altri. Erano tutti vicini alla Slovenska skupnost e allo Sso. Posso dire che ci sentivamo tutti un’unica famiglia. Mi dicevano sempre che la Slavia friulana rappresenta una realtà particolare e io li rassicuravo puntualmente dicendo che «rispetteremo la vostra autonomia, dovete essere voi fautori delle vostre scelte». «Quando rispenso a quegli anni – continua Štoka – ho la netta impressione che allora i sacerdoti sloveni si sentissero sotto pressione, forse temevano che la Skgz li avrebbe troppo penalizzati nel caso di una loro decisa adesione allo Sso. Erano cauti. E oggi credo che abbiano fatto bene. Da consigliere regionale avevo anche proposto che venisse istituito lo Sso quale “alter ego” all’Unione culturale economica slovena-Skgz, anche perché i finanziamenti regionali inizivano ad essere rivolti a circoli di carattere regionale. Fino ad allora la maggior parte dei finanziamenti era destinato all’Unione culturale economica slovena, da qui la necessità di istituire lo Sso. È stato necessario molto impegno per fare sì che lo Sso diventasse un’organizzazione regionale e comprendesse Trieste, Gorizia e Udine, dal momento che c’erano resistenze interne. Ma siamo riusiti nell’intento. I valori fondanti dello Sso sono: la slovenità, il cristianesimo e il vero spirito democratico e su queste basi continuerà ad operare. Nel 1975 i trattati internazionali hanno definitivamente risolto la questione dei confini. Oggi dobbiamo solo perseverare. Posso affermare che i sacerdoti della Slavia friulana sono stati attivi e lungimiranti». La Confederazione delle organizzazioni slovene ha messo piene radici in provincia di Udine all’indomani della caduta del comunismo e con la conquista dell’indipendenza da parte della Slovenia. Il primo referente è stato il circolo culturale Studenci, presieduto da Riccardo Ruttar, che è diventato anche vicepresidente regionale e presidente dello Sso per la provincia di Udine. Ruttar afferma che le basi per una collaborazione con lo Sso sono state poste all’inizio degli anni Ottanta, quando i «sacerdoti locali e gli sloveni democratici, organizzati nel circolo culturale Studenci, si sono riappropriati della testata del giornale “Dom” detenuta da Arti Grafiche Friulane». Su proposta di Ruttar all’inizio degli anni Novanta lo Sso acquistò a Cividale lo stabile che attualmente è sede, oltre che del proprio ufficio provinciale, della redazione del Dom, della cooperativa Most e dell’associazione Blanchini. Quest’ultima, nata nel marzo del 1996, è diventata il nuovo pilastro dello Sso in provincia di Udine dopo la crisi di Studenci. Il presidente del Blanchini, Giorgio Banchig, ha presieduto a livello provinciale lo Sso dal 1996 allo scorso anno. Alla presidenza tornato Ruttar, al quale quest’anno è subentrata la presidente dell’associazione Cernet della Valcanale, Anna Wedam. In questi anni lo Sso nella Slavia friulana, a Resia e in Valcanale è cresciuto e ha acquisito prestigio, dando voce ai cattolici sloveni e conferendo loro pari dignità rispetto agli altri sloveni.
 http://www.dom.it/wp-content/uploads/2016/12/Slovit-novembre2016-n-10.pdf
L. B. (Dom, 30. 11. 2016)

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