1 feb 2012

11 febbraio-Cividale-teatro Ristori :giornata della cultura slovena

immagine da Wikipedia

11 febrarja v Cedadu v teatru Ristori Dan slovenske kulture/ Giornata della cultura slovena


Vsi Sovenci v Italiji že nomalo liet praznujemo Dan slovenske kulture ob oblietnici smarti velikega poeta Franceta Prešerna (8. febrarja) vsi kupe. Adno lieto na Taržaškim, adno lieto na Goriškim, adno lieto v videnski provinci. Lietos je spet na varsti Benečija.
V spominu na Prešerna se Slovenci po cielim svietu zahvaljujejo visem svojim te starim, ki so s svojo kulturo, jezikam in viero, katere so tudi v težkih cajtah nimar ponosno nosili in branili, omogočili obstoj slovenskega naroda.
Skupna prešernova proslava bo v saboto 11. febrarja ob 20. uri v teatru Ristori v Čedadu pod geslam Naš jezik je glas naše duše. Organizatorija sta Svet slovenskih organizacij in Slovenska kulturno gospodarska zveza. Pod pokroviteljstvam čedajskega kamuna skarbita za vse potriebno Inštitut za slovensko kulturo in kulturno društvo Ivan Trinko.
V programu bojo nastopili Beneški oktet s solistko Eliso Iovele, harmonikarski orkester Glasbene matice Synthesis 4, duo Aleksander Gadijev na klavirju in Aleš Lavrenčič na violini, rezijanski poet Renato Quaglia, igralca Slovenskega stalnega gledališča Nikla Panizon in Primož Forte, ter mladi Beneškega gledališča. Režijo so zaupali Marjanu Bevku. Slavnostni govornik bo Dimitri Waltritsch.
Kakor vsako lieto bojo podelili priznanje ljudem, ki so se posedno izkazali med Slovenci v Italiji. Nagrad je lietos štieri. Dvie bota šli Benečanam.
Ogni anno in occasione dell’anniversario della morte del grande poeta sloveno Franc Prešeren (8. febbraio) si festeggia il Giornata della cultura slovena (Dan slovenske kulture). Quest’anno si terrà sabato 11 febbraio alle ore 20.00 nel teatro Ristori di Cividale. L’evento è organizzato dalle organizzazioni slovene: Svet slovenskih organizacij e Slovenska kulturno gospodarska zveza.http://www.dom.it/v-saboto-11-febrarja_dan-slovenske-kulture/




 France Prešeren


Poeta sloveno (Vrba, Bled, 1800-Kranj1849)
 Si laureò in giurisprudenza a Vienna, ma solo negli ultimi anni della sua vita riuscì a esercitare la professione d'avvocato, osteggiato dalle autorità austriache per il suo anticonformismo e spirito libertario. Primo, grande poeta sloveno e massimo esponente della scuola romantica, Prešeren ricalca nelle liriche giovanili motivi tradizionali della poesia popolare slovena. Per consiglio di Matija Čop, che lo guidò negli esordi letterari, Prešeren prese successivamente a modello della sua poesia la lirica italiana, soprattutto quella petrarchesca (Sonetti amorosi, 1831-32). L'opera più matura di questo periodo è la raccolta di Sonetti dell'infelicità(1832) nei quali  traccia, in maniera drammatica e con un linguaggio permeato di reminiscenze rinascimentali e barocche, il proprio profilo interiore, scisso tra un amaro pessimismo e la rassegnata accettazione della vita. L'amore per Julija Primic gli ispirò un ciclo di poesie, Le gazzelle (1833), legate sotto l'aspetto formale alla lirica persiana; in esse l'amore viene visto come forza redentrice che infonde fiducia all'uomo e sviluppa le sue capacità creative. Nel Serto di sonetti (1834) il sentimento erotico viene intrecciato a quello patriottico e alla meditazione sul ruolo della poesia nella vita nazionale. Nei dieci sonetti, scritti tra il 1834 e il 1837 si affievolisce progressivamente il mito romantico dell'amore; essi segnano infatti un inquieto epilogo all'alta confessione erotica, manifestata nel Serto. La tragica morte dell'amico fraterno Matija Čop, col quale Prešeren era unito nella lotta per l'affermazione della letteratura slovena, lo indirizzò verso altri temi: Prešeren cantò l'amico scomparso nell'Elegia in memoria di Matija Čop (scritta in tedesco) e gli dedicò il poema epico Il battesimo sulla Savica (1836), ispirato alla storia in parte leggendaria della cristianizzazione degli Sloveni. Un equilibrio interiore viene raggiunto da Prešeren nella lirica meditativa Al poeta (1838). In essa è affermata la convinzione che l'artista deve accettare tutto il peso della vita, deve saper accogliere in sé “l'inferno e il paradiso” dell'esistenza. Della produzione presereniana dell'ultimo periodo fanno parte opere formalmente e tematicamente assai divergenti con una prevalenza di motivi politico-sociali: nella poesia Brindisi (1844) Prešeren canta l'aspirazione libertaria degli Sloveni, nell'atmosfera oppressiva del regime metternichiano; nel Processo celeste (1845) lancia una severa requisitoria contro le ipocrite convenzioni dei ceti aristocratici e borghesi di Lubiana. Grazie alla ricchezza del suo pensiero, alla sovrana padronanza della forma, all'ampia cultura e conoscenza delle letterature europee, Prešeren fu il primo poeta sloveno a superare i limiti di una versificazione occasionale, di contenuto religioso o didascalico (che salvo poche eccezioni aveva predominato fino ad allora nella letteratura slovena) e a raggiungere nella propria opera alti vertici di poesia. Egli pose con l'autorità del suo esempio, con le sue novità estetico-formali, solide basi alla letteratura slovena che porta indelebile traccia della potenza del suo genio.(sapere.it)



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