Giovane rischia la vita
per la puntura d’una zecca
Proprio sul fronte Wnv sono tre i pazienti colpiti in regione: uno nell’area isontina e due nel Pordenonese. «Si tratta di casi autoctoni – precisa Tolinda Gallo, medico responsabile del servizio malattie infettive dell’Azienda per i servizi sanitari 4 Medio Friuli – anche se per una delle due persone ricoverate nel Pordenonese si può parlare soltanto di caso probabile in quanto manca la conferma degli esami».
Invece non è ancora stato registrato alcun caso di febbre del Nilo nell’area udinese, ma nel 2011 furono due i pazienti colpiti: un uomo di 63 anni residente a Codroipo, ristabilitosi completamente dopo il ricovero, e uno di 71 anni di Basiliano. Secondo Gallo, ora è importante tranquillizzare la popolazione. «L’infezione è endemica già dal 2008 in tutte le regioni vicine al Friuli Venezia Giulia: si va dal Veneto all’Emilia Romagna, fino alla Lombardia. In questo quadro, il Friuli è da tempo un’area di sorveglianza veterinaria. I primi episodi sono stati isolati nei cavalli e in altri animali cosiddetti sentinella. È bene sottolineare che nell’80% dei casi in cui la malattia viene contratta non si manifestano neppure i sintomi, nel 19% si sfoga sotto forma di una febbre estiva e nel restante uno possono insorgere problemi più gravi, fino a un interessamento neurologico».
per la puntura d’una zecca
Un allevatore ricoverato all’ospedale con una grave forma di encefalite. Prevenzione anche sul fronte della febbre del Nilo, tre casi registrati in regione
UDINE. Dopo essere stato punto da una zecca finisce all’ospedale con una grave forma di encefalite. È accaduto a un giovane allevatore di cavalli del Cividalese che, dopo aver passato alcune settimane ricoverato al Santa Maria della Misericordia, è stato dimesso nei giorni scorsi. «La Tbe era molto aggressiva – spiega Matteo Bassetti, direttore della clinica Malattie infettive – e il giovane se l’è vista davvero brutta. È impensabile in questi casi non prevedere una vaccinazione obbligatoria. È arrivato al pronto soccorso lamentando febbre alta e malessere generale e, dopo gli esami di rito, che comprendono anche una Tac, abbiamo prelevato il “liquor” per inviarlo come da prassi ai laboratori di Trieste per l’analisi. Non appena abbiamo ricevuto il riscontro positivo, è stata avviata la profilassi contro la Tbe».
Un caso particolarmente recidivo, dunque, che ha colpito un giovane in buona salute. Ecco perché Bassetti auspica l’introduzione della vaccinazione obbligatoria contro la Tbe almeno per tutte le persone a stretto contatto con gli animali. «Oltre al rischio per la salute della persona – spiega Bassetti – bisogna calcolare un aggravio di costi per il sistema sanitario regionale». L’apparato di sorveglianza monitora costantemente i casi di encefalite da zecca e da West Nile virus sul territorio. «Ma sarebbe opportuno un tavolo di confronto anche con i medici di base per avere piena conoscenza di tutte le febbri estive – aggiunge Bassetti – e non soltanto dei casi acuti che arrivano al pronto soccorso».Proprio sul fronte Wnv sono tre i pazienti colpiti in regione: uno nell’area isontina e due nel Pordenonese. «Si tratta di casi autoctoni – precisa Tolinda Gallo, medico responsabile del servizio malattie infettive dell’Azienda per i servizi sanitari 4 Medio Friuli – anche se per una delle due persone ricoverate nel Pordenonese si può parlare soltanto di caso probabile in quanto manca la conferma degli esami».
Invece non è ancora stato registrato alcun caso di febbre del Nilo nell’area udinese, ma nel 2011 furono due i pazienti colpiti: un uomo di 63 anni residente a Codroipo, ristabilitosi completamente dopo il ricovero, e uno di 71 anni di Basiliano. Secondo Gallo, ora è importante tranquillizzare la popolazione. «L’infezione è endemica già dal 2008 in tutte le regioni vicine al Friuli Venezia Giulia: si va dal Veneto all’Emilia Romagna, fino alla Lombardia. In questo quadro, il Friuli è da tempo un’area di sorveglianza veterinaria. I primi episodi sono stati isolati nei cavalli e in altri animali cosiddetti sentinella. È bene sottolineare che nell’80% dei casi in cui la malattia viene contratta non si manifestano neppure i sintomi, nel 19% si sfoga sotto forma di una febbre estiva e nel restante uno possono insorgere problemi più gravi, fino a un interessamento neurologico».
Ciao Olga anche questa e un'emergenza da non sottovalutare,
RispondiEliminabuon pomeriggio