Tommaso Cerno-giornalista dell'Espresso originario di Bardo/Lusevera |
Vedendo arrivare da quella nuova era tanti peccatori, nefasti ma soprattutto incoerenti con il codice morale che eternamente regola l’Aldilà, Minosse si è sentito costretto a chiedere aiuto a colui che tutto move implorandolo di creare un Inferno ad hoc. Ed ecco che si è aperta, proprio sotto Montecitorio, una voragine in nove cerchi per i moderni dannati, ciascuno con il proprio contrappasso: dal nemico della Patria Bossi, dottor di secession, e non d’alloro, obbligato a risalire il Po ultraterreno, a Formigoni, infedele al proprio maestro (don Giussani), relegato su una torre solitaria poiché cedei a umane voglie io che fui fratello dei fratelli. E, insieme con loro, quasi tutti i potenti dell’Italia recente, in modalità bipartisan,dall’oppositore di natura Vendola a Grillo non più grillo ma gallo, con cresta alta petto sempre infori a dir che li politici fan fallo, dal grande illuso Prodi al gran Caimano.In buona compagnia con dannati “pop”,emblemi del loro tempo, quali Maradona e
capitan Schettino. Come Dante con Virgilio, Tommaso Cerno si fa guidare da Andreotti in corpo di giaguaro a visitare bolge e gironi per interrogare gli spirti, e può raccontarci così – rigorosamente in terzine di endecasillabi – vizi e bassezze del nostro Paese. Ad arricchire straordinariamente il volume, le tavole del più degno erede di Gustavo Doré, quel sulfureo Makkox capace di raffigurare magistralmente il male e la meschinità d’oggi.
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