5 mag 2013

Poesia d'oltre confine

KAČJI PASTIR
    Josipu Ostiju
Na sprehodu mi je prekrižal pot
plav kačji pastir. Skoraj prozorno telo,
polno sonca, mi je za hip zalebdelo
v višini oči. In spomnil sem se, kako
sem jih hodil gledat, helikopterje, k Izarju,
kjer so se spreletavali nad motno gladino.
Bal sem se jih. In bal sem se stopiti
z lesenega mostu na obrežje med cvetoče
grme, kjer naj bi se pasle njihove črede.
Danes pa sem brez strahu krenil za njim
skozi gosto travo vse tja do reke, kjer se je
razblinil v svetlobi poletnega opoldneva.
    Fužine, 14. julij 1999

LA LIBELLULA
    A Josip Osti1
Durante una passeggiata mi tagliò la strada
una libellula azzurra. Il suo corpo quasi trasparente,
pieno di sole, apparve a mezz'aria all'altezza dei

miei occhi, E mi sovvenni che solevo andare
a guardare questi elicotteri, in riva all'Izar2,
dove sorvolavano la torbida superficie.

M'incutevano paura. E temevo di scendere dal
ponte di legno sulla riva tra i cespugli in fiore,
dove certamente si pascevano le loro greggi3.

Ma oggi le corsi dietro senza paura
attraverso l'erba folta fino al fiume, dove
si dileguò nella luce del meriggio estivo.

    Fužine, 14 luglio 1999
1Noto poeta, scrittore e traduttore bosniaco che da una quindicina di anni vive in Slovenia e scrive anche in sloveno. Conosciuto anche in Italia.
2Ruscello nelle immediate prossimità di Ljubljana. Accento sull'i.
3In italiano il verso è privo di senso, in sloveno invece la libellula si chiama kačji pastir, ossia pastore di serpenti, e nella fervida fantasia del poeta-bambino i serpenti erano nei cespugli.

 Traduzione di Jolka Milič

 

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