27 mag 2013

Poljubljanje križev-Il bacio delle croci




  

Il maltempo non ha disturbato il tradizionale e antico rito cristiano del Bacio delle Croci che ha richiamato a Monteaperta/Viškorša di Taipana/Tipana numerosi fedeli e le croci delle Parrocchie delle vallate dell’Alto Torre, dell’area montana di Nimis e Tarcento. Nel porticato del Santuario della Santissima Trinità, la croce di Monteaperta ha salutato quelle di Zomeais, di San Carlo Borromeo di Ciseriis, di Stella, di San Michele Arcangelo di Montemaggiore, di San Giovanni Battista di Platischis, di Santa Elena Imperatrice di Chialminis di Sotto, di San Floriano Martire di Villanova delle Grotte, di San Giovanni Battista di Lusevera/Bardo, del Sacro Cuore di Cornappo e di San Mattia Apostolo di Taipana/Tipana. A officiare il rito il vicario foraneo di Nimis, monsignor Rizieri De Tina, unitamente a don Leopoldo Pantarotto e a don Diego Mansutti. È seguita la celebrazione della messa nella splendida navata del Santuario, edificio sacro che mostra ancora le tracce degli antichi affreschi che decoravano gli interni. Nella sua omelia, monsignor De Tina ha sottolineato l’importanza della diversità nell’unità, riferendosi alla Trinità. «Il nostro compito, nella vita, è di realizzare il capolavoro di noi stessi, mantenendoci sempre in relazione con gli altri. Chi si vergogna di quello che è pecca verso se stesso e verso il Signore, che ci ha fatto unici. Come chi si sente di avere la verità in tasca ed è superbo: quell’uomo è già morto». Il sacerdote ha messo l’accento sull’importanza del rispetto di ciò che è diverso sotto il profilo culturale, linguistico, di fede e tradizione: «se Dio ha permesso che tanti popoli abitassero la Terra un motivo c’è. La volontà di mescolare e omologare tutto, invece, porta a non distinguerci e a non riconoscerci più nella nostra identità più vera». Un ricordo, dall’altare, alla figura di don Arturo Blasutto, nel centenario della sua nascita: «originario di Monteaperta, celebrò la messa e cantò nella lingua delle genti di questa terra. Poi fu mandato a Oseacco, dove continuò la sua grande opera, e quindi a Liessa. Sempre protetto dalla sua gente, don Blasutto, alla fine, poiché non era gradita la sua predica in sloveno, fu costretto a ritirarsi, alla fine, nel suo paese d’origine, ove morì insieme alla sua gente». Il ricordo è andato anche a Stefano Della Rossa, 40enne del posto che ha perso prematuramente la vita a maggio, a seguito di un malore occorsogli mentre faceva legna nei boschi. Stefano, che col padre aveva gestito per diversi anni la locanda di Monteaperta, lascia la moglie e una bimba di 7 anni.
Čeprav je padel močen dež, veliko ljudi se je udeležilo poljubljenja križev, ki je bilo v nedeljo 25. maja v Viškorši (občina Tipana). Letos so se tudi spomnili na 100-letnico rojstva Artura Blasutta, tipanski Čedermac, ki je vso življenje maševal v slovenščini.

1 commento:

  1. Sinceramente non conoscevo questa tradizione. L'omelia di Monsignor De Tina, avrebbe dovuto essere indirizzata ai nostri politici che si sentono al di sopra di tutti invece di capire che dovrebbero essere al servizio dei cittadini. Ciao Olga, un amichevole abbraccio.

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