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Notizie storiche
La diffusione dell’uso dello sloveno in alcune zone nel Nord-est dell’Italia trova la sua origine nell’Alto Medioevo; risalgono infatti già all’VIII secolo i primi documenti storici che attestano l’arrivo, dall’area balcanico-danubiana, di gruppi di popolazioni slave ed il loro insediamento nelle zone marginali della pianura friulana e delle sponde nord-orientali del Mare Adriatico, che dopo molteplici vicende storiche furono parte dello Stato italiano.
I primi territori abitati da sloveni ad entrare a far parte del territorio dello Stato italiano furono la Val Resia (slov. Rezija), le Valli del Torre (slov. Terska dolina) e le Valli del Natisone (slov. Nediške doline), nel 1866 a conclusione della terza guerra di indipendenza italiana.
L’assegnazione all’Italia degli altri territori ancora oggi abitati da sloveni (Val Canale, Gorizia e Trieste), avvenne al termine della prima guerra mondiale in base al Trattato di Rapallo (1920).
Con l'avvento del fascismo (1922) si inaugurò una politica d'italianizzazione forzata.
- gran parte degli impieghi pubblici furono assegnati agli appartenenti al gruppo etnico italiano;
- nelle scuole fu vietato l'insegnamento dello sloveno in tutte le scuole della regione. Con l'introduzione della Legge n. 2185 del 1/10/1923 (Riforma scolastica Gentile), fu abolito nelle scuole l'insegnamento della lingua slovena. Nell'arco di cinque anni tutti gli insegnanti sloveni delle scuole con lingua d'insegnamento slovena, presenti sul territorio abitato da sloveni assegnati all'Italia con il trattato di Rapallo, furono sostituiti con insegnanti originari dell'Italia, e l'insegnamento impartito esclusivamente in lingua italiana
- col R. Decreto N. 800 del 29 marzo 1923 furono imposti d'ufficio nomi italiani a tutte le centinaia di località dei territori assegnati all'Italia col Trattato di Rapallo, anche laddove precedentemente prive di denominazione in lingua italiana.
La Provincia di Udine
I cittadini italiani di lingua slovena della provincia di Udine sono suddivisi in tre comunità autoctone, ognuna con specificità proprie.
La maggior parte è compresa nella Slavia friulana, dove si parlano i dialetti sloveni detti del Natisone(nadiški) e del Torre (terski). Essa comprende i comuni di Lusevera, Taipana, Pulfero, Savogna, Grimacco,Drenchia, San Pietro al Natisone, San Leonardo, Stregna e le frazioni montane dei comuni di Nimis,Attimis, Faedis, Torreano e Prepotto. L’arrivo delle popolazioni slave sulle sponde del fiume Natisone iniziato già nel VII secolo è documentato dallo storico Paolo Diacono. Gli slavi si stabilirono in queste zone già in epoca longobarda, tanto che fu proprio il potere longobardo ad accogliere i primi coloni e ad imporre il confine orientale tra popolazione romanza e slava, quasi coincidente al limite naturale esistente tra la pianura (romanza) e il territorio montuoso delle prealpi (slavo).
Gli abitanti di Resia parlano un dialetto sloveno arcaico (il resiano) che viene percepito da molti parlanti, che hanno sviluppato una propria peculiare identità etno-linguistica, come idioma a sé stante.
I parlanti sloveno della Val Canale vivono nei comuni di Malborghetto-Valbruna (frazioni Valbruna, Bagni di Lusnizza, Santa Caterina, Ugovizza), Pontebba (frazione Laglesie San Leopoldo), a Tarvisio (frazioni Camporosso, Cave del Predil, Fusine in Valromana). Storicamente hanno fatto parte, fino al 1918, della Carinzia e della Carniola (frazione tarvisiana di Fusine in Valromana) e sono l'unica comunità slovena della provincia di Udine che ha storicamente goduto di un sistema scolastico in lingua slovena.
In base al censimento del 1921 gli Sloveni in provincia di Udine erano circa 34.000.
Comuni a maggioranza slavofona nella provincia di Udine:
- Taipana (Tipána)
- Lusevera (Bardo)
- Pulfero (Podbonesec)
- Drenchia (Dreka)
- Grimacco (Garmak)
- Savogna (Sovodnje)
- San Leonardo (Svet Lienart o Podutana)
- Stregna (Srednje)
- San Pietro al Natisone (Špietar o Špeter Slovenov)
- Resia (Rezija)
Molto interessante questo post. ^_^ Bacioni
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