Notizie dal TG3 "A occhi aperti" di ieri
Alle pendici del Gran Monte tra i Comuni di Taipana e Lusevera,nel Parco delle Prealpi Giulie,dimorano 10-15 orsi ,che sono stati collarati con GPS e sono tenuti costantemente tenuti sotto controllo.Quest'anno avendo avuto un inverno molto mite,soltanto un plantigrado è andato in letargo,mentre gli altri,trovando cibo ,hanno continuato le loro peregrinazioni.
Nel Parco Naturale delle Prealpi Giulie giungono da altre Università (Bergamo e Lombardia)studenti per studio della fauna (progetto Prosegugio).Ieri ho ascoltato le loro interviste suRai3 ed erano veramente entusiasti.Nel Parco oltre agli orsi si trovano sciacalli,gatti selvatici e linci.Abbiamo un Parco a portata di mano e magari non lo conosciamo!
sciacallo dorato |
gatto selvatico |
lince |
le foto sono state reperite da Google
Alle pendici del Gran Monte tra i Comuni di Taipana e di Lusevera
Catturato e collarato il terzo orso dal 2007
Si chiama Madi e per un anno e mezzo sarà monitorato via satellite
per studiarne i movimenti e raccogliere informazioni
per la salvaguardia della specie
per studiarne i movimenti e raccogliere informazioni
per la salvaguardia della specie
L'orso Madi
Catturato dall’Università di Udine nel territorio tra i Comuni di Taipana e di Lusevera, alle pendici del Gran Monte, in provincia di Udine, il terzo orso in Friuli Venezia Giulia dal 2007 con l’obiettivo di dotarlo di un collare satellitare per studiarne i movimenti e raccogliere informazioni utili alla salvaguardia di questa specie. La cattura è avvenuta grazie ad una gabbia appositamente realizzata dall’Ateneo friulano e per la prima volta utilizzata in Italia per la cattura di questa specie. L’orso è stato chiamato Madi. L’operazione è stata compiuta da un team del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università di Udine in collaborazione con il Corpo di polizia locale della Provincia di Udine, con il supporto del Corpo forestale della Regione Friuli Venezia Giulia.
L’orso ha un peso di circa 120 chilogrammi e un’età stimata compresa tra i 3 e i 4 anni. L’animale è stato catturato e narcotizzato nella notte del 20 maggio, alle 23.21. Si è quindi risvegliato e ha abbandonato il sito verso le 4 del mattino successivo. Nel frattempo tra la mezzanotte e l’una il gruppo di cattura ha realizzato le misurazioni del caso e predisposto il collare.
«Si tratta – spiega Stefano Filacorda, responsabile dell’equipe di ricercatori dell’Università di Udine – probabilmente di uno dei due orsi che da circa due mesi frequentano la zona della Val Torre». L’orso è stato dotato di un collare Gps che permetterà per un anno e mezzo di monitorare i suoi movimenti e studiare i suoi comportamenti. Il collare invierà agli operatori punti Gps per la localizzazione dell’orso attraverso un sistema telefonico Gsm, con il quale gli operatori potranno a loro volta comunicare con il collare, raccogliere dati sui movimenti e i comportamenti. «La predisposizione del collare – sottolinea Filacorda – permette di controllare l’orso anche nel caso effettui degli attacchi agli animali domestici o nei suoi movimenti nella vicina Slovenia nel caso raggiunga aree in cui è permesso l’abbattimento».
Obiettivo dei ricercatori dell’Università di Udine è creare un gruppo di individui dotati di collari che possano essere studiati in continuità e per i quali si possa creare un regime di protezione anche sul lato sloveno dove è permesso il controllo numerico e per i quali, nel caso arrechino danni alle attività zootecniche ed agricole, possano essere adottate misure di dissuasione e mitigazione.
Il gruppo di cattura, coordinato da Stefano Filacorda, è composto dal veterinario Stefano Pesaro, dagli operatori della Provincia di Udine Mauro Azzini e Carlo Cussigh, dal tecnico dell‘Università Andrea Madinelli, ideatore del sistema di cattura, e da esperti esterni quali Giuseppe Mattelig e tecnici dall’Associazione “Il Villaggio degli orsi”.
La cattura giunge dopo un monitoraggio intensivo di oltre un mese effettuato in collaborazione con Il Corpo forestale regionale (che ha contribuito a studiare i movimenti dell’animale, i suoi comportamenti e a preparare il sito di cattura) e anche grazie alle informazioni della locali riserve di caccia. «In questo periodo – spiega Filacorda – sono stati raccolti straordinari materiali video fotografici dell’animale». Si tratta della cattura nel Friuli Venezia Giulia dopo le due realizzate nel 2007, sempre dall’Università di Udine, nell’area del comune di Pulfero, e succede di alcune giorni la cattura della vicina Carinzia realizzata da un gruppo italo –austriaco.
Il progetto di monitoraggio ha come partner il Parco naturale delle Prealpi Giulie dove questi individui si muovono costantemente e rappresenta una continuazione con il progetto europeo Life “Arctos” di cui è capofila la regione Friuli Venezia Giulia, grazie al quale sarà possibile effettuare le analisi genetiche con la quali capire il reale numero di individui presenti in regione e nella zona.
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