23 ott 2014

Je nes püstil Pavle Merkù

W pondijek, 20 dnuw otobarja, je nes püstil Pavle Merkù. Tu-w Reziji već ki kiri jë a znel. An jë bil paršel te prvi viječ novembarja lëta 1967 za ǵat ta-na trak te stare carkwonske wuže ki ta-na Solbici jüdi so šćë znoli. Itadej ta-na Solbici jë bil don Gianni Fuccaro.
An jë bil dorivel ǵat na trak lese wuže: “Orë ti trïji krajavi”, “Dolč möj Jëžuš”, “Sveta Moti”, “Sodnji din”, “Z nutranja od mia syrca”, “Na mïslin već se na isi svit”, “Pošlüšajme nu mojo”, “Neš Jëžuš jë od smyrti wstel”, “Jë den somi Bu” . Ise wuže se pujajo šćalë nešnji din. Po itin an jë paršel već čas zawöjo ki an jë študjel müziko ano mu plažala citira. An jë znel löpo rejnika Ǧwankala, Livjota z Bile, Pikota tu-w Učij, Pjarača ta-na Solbici, Palačića tu-w Osojone.
An se nawučil citiret anu an jë pa karjë čas citirel ziz njïmi.
Z isë noši wuž an jë pa navantel növe, modernaste wuže pa za orkeštre. An jë študjel pa jïmana od judi, da kako ni se pïšajo. An jë bil već čas pa tu-w noši škuli tu-w Reziji. An jë pa napïsel artikule ta-na Rezijo. Od njaga jë na lipa intervišta ta-na Našamu Glasu, ki jë vilizel dicembarja lëta 2007.
Lunedì 20 ottobre anche a Resia è giunta la notizia della scomparsa di Pavle Merkù. A Resia era arrivato la prima volta nel novembre 1967 per registrare – lavorava per la Sezione slovena della Rai di Trieste – i tradizionali canti religiosi che ancora erano noti. Le registrazioni si svolsero a Stolvizza grazie anche alla collaborazione dell’allora parroco don Gianni Fuccaro. Grazie a quelle registrazioni quei canti si possono ascoltare ancora oggi. Da musicista si interessò molto della musica resiana. Conosceva e frequentava diversi suonatori, che erano diventati anche amici: Di Lenardo Giovanni Ǧwankala e Livio Micelli Liviot di San Giorgio/Bila, Giuseppe Buttolo Palà ed i suoi figli di Oseacco/Osoanë, il suonatore Pjarač di Stolvizza/Solbica e Pikot di Uccea/Učja, solo per citare alcuni. Insieme a  loro ha spesso suonato. Traendo spunto dalle musiche resiane ha elaborato diverse composizioni anche per orchestra. Nell’ottobre del 1988, in occasione del 150° anniversario del Gruppo Folkloristico Val Resia, al Centro culturale si esibì l’orchestra della RTV di Lubiana sotto la direzione del maestro Anton Nanut. Tra le diverse composizioni fu eseguita anche ‘Citira’ composta da Merkù per solo violino. Di quell’evento unico fu realizzata, a cura delle casa editrice Pizzicato di Udine, la cassetta Canticum resianum.
Della stessa casa editrice sono stati pubblicati anche il volume ‘Ljudsko izročilo Slovencev v Italiji – Le tradizioni popolari degli sloveni in Italia’, che raccoglie canti della tradizione popolare da Trieste fino alla Val Canale, e ‘Tonanina Tonana’ che raccoglie ninnenanne e canzoncine per bambini.
Il suo sapere e le sue conoscenze ha avuto modo di trasmettere, nei primi anni Novanta, anche ai giovani studenti resiani in occasione delle lezioni didattico-illustrative organizzate a scuola dal Circolo Culturale Resiano Rozajanski Dum. In valle partecipò a diversi eventi tra questi la presentazione del libro ‘Storia del Gruppo Folkloristico Val Resia’ avvenuta  nell’agosto del 1991. Alcuni tipici canti popolari della Val Resia sono noti e cantati da numerosi cori sloveni grazie alla sua armonizzazione, uno dei canti più noti è ‘Injan ćewa iti gnat’ . Collaborò con altri studiosi che si occupavano di Resia, tra i quali l’accademico Milko Matičetov ed il musicologo Julijan Strajnar.Merku1
Pavle Merkù era anche slovenista e partecipò con un suo contributo alla conferenza internazionale organizzata dal Comune di Resia nel dicembre 1991 sul tema ‘Fondamenti per una grammatica pratica del resiano’. Molti suoi studi sono dedicati alle forme dialettali slovene della Val Torre e di Resia. A sua cura nei primi anni Novanta il Comune di Lusevera pubblicò il primo libretto per bambini dal titolo ‘Po našin’. Da quella pubblicazione presero poi, negli anni a venire, spunto anche il Comune di Resia e Malborghetto con le pubblicazioni ‘Po näs’ e ‘Pa našən’, sempre dedicate ai bambini.
Con i resiani parlava per quanto poteva in resiano. La sua presenza è sempre stata discreta e garbata ed era sempre disponibile a dare una mano qualora si richiedesse la sua collaborazione. Del suo continuo lavoro di ricerca e produzione ci ha lasciato diverse importanti opere, grazie alle quali il ricco patrimonio popolare può continuare ad essere tramandato. Ci ha anche dimostrato che da una ‘semplice’ musica popolare o da un tradizionale canto si può arrivare a produrre composizioni elaborate. Con questo suo lavoro ha fatto conoscere le particolarità musicali della Val Resia ad un pubblico molto più vasto. Per tutto questo a Resia lo ricorderemo sempre con molto affetto.
http://novimatajur.it/cultura/je-nes-pustil-pavle-merku.html

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