"Contaminazione tra scrittura e giornalismo di confine "è il titolo del convegno promosso dall'Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia -Commissione Cultura - inserito in un programma di aggiornamento professionale per gli operatori dell'informazione che si è tenuto il 6 dicembre a Trieste." Bisogna smetterla di parlare di queste cose,di noi stessi" ha affermato lo scrittore Claudio Magris rispondendo alla domanda su cosa abbia rappresentato per lui "quel" confine.Lo scrittore afferma che oggi sono altre le frontiere,le abbiamo in casa e fuori,sono le persone che sbarcano a Lampedusa e i venditori che troviamo nelle strade delle nostre città."Siamo a contatto con altri mondi,altre culture,siamo dinanzi ad una mescolanza di progresso e pericolo che è inquietante ed affascinante allo stesso tempo"Queste sono le affermazioni di Magris dette pochi giorni prima in una videoconferenza,perchè impegnato all'estero,per continuare con Boris Pahor.Nel dialogo colmo di ironia tra la giornalista Cristina Bonadei ed Andro Merkù,ideatori dell'evento,lo scrittore sloveno (ultracentenario) ha ricordato il suo rapporto tormentato con la lingua italiana,per svelare come,dopo aver letto Dostojevski ,si sia riproposto di scrivere degli umiliati ed offesi.Dalle teche della Rai sono emersi filmati di Fulvio Tomizza ,scrittore di frontiera per eccellenza.Altra esperienza quella del filosofo Pier Aldo Rovati,triestino d'adozione:"Sarebbe bello che tutti acquisissero la possibilità di dare alla propria vita una tonalità simile a quella della frontiera".Anche Paolo Rumiz in videoconferenza ha affermato :"Adesso che non c'è più il confine mi rendo conto quanto sia stato importante per la mia scrittura,La frontiera piace alle anime inquiete,e se hai dei timori dentro di te li accende tutti."
La prima parte dell'incontro si è chiusa con lo scrittore tedesco Veit Heinichen,che vive da 20 anni a Trieste,nato tra due confini Germania con Francia e Svizzera.
Heinichen non ha avuto difficoltà a trovarsi sul confine italo-jugoslavo e poi italo-sloveno.Anche se "il concetto di confine ha spesso provocato grandi equivoci,conflitti idioti.
L'Italia tutela ben 12 lingue nel suo territorio:dobbiamo capire che la diversità è una ricchezza e superare l'idea che l'identità sia relazionata ad una nazione."
La seconda parte dell'incontro è stata dedicata ad una tavola rotonda sempre sul giornalismo e scrittura di frontiera alla quale sono intervenuti Guido Barella,Massimiliano Forza,Dušan Jelinčič,Pino Roveredo,Pierluigi Sabatti e Pietro Spirito.
dal Novi Matajur del 10 dicembre 2014
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