27 feb 2015

Restituire dignità alle persone conosciute in«Tempi difficili»


foto da
http://www.dom.it/category/knjige-libri/


Una carrellata di personaggi e di storie locali rappresenta un indicatore utile a ricostruire i modi di vivere della società contadina della Slavia italiana tra ‘800 e ‘900, ma anche una testimonianza delle proprie radici, della propria storia, della propria lingua. Quanto un tempo si tramandava per trasmissione orale, oggi necessita di un supporto editoriale per non rischiare di perdere traccia di una microstoria che, pur dimensionata a un fazzoletto di territorio (nel caso specifico quello di Taipana), rispecchia una costante dell’intera fascia del Nord-est friulano.
Questa, in breve sintesi, la motivazione che ha stimolato Sandrino Coos a produrre ‘Tempi difficili — Težko živenje’, una pubblicazione bilingue (italiano-po našen) edita dalla società cooperativa Most e dal Comune di Taipana, con il contributo della Comunità montana Torre, Natisone e Collio, e che gode di una veste grafica impreziosita dalle illustrazioni di Moreno Tomasetig che, in simbiosi con l’autore, ha saputo sintetizzare per immagini i vari racconti, specchio di semplicità, di ristrettezze economiche, ma di grande solidarietà e partecipazione.
È, infatti, del tutto inesistente ai giorni nostri l’abitudine di secoli passati del racconto, in osteria e in famiglia, quando gli anziani affidavano ai giovani il patrimonio culturale del paese, fatto di tradizioni, aneddoti, fiabe e proverbi carichi di saggezza.
Partendo da questo aspetto fondamentale, Sandrino Coos ha saputo trarre dal passato fatti e personaggi che possono suscitare consapevolezze, ricostruire il percorso storico locale, tracciare nuove prospettive e aiutare a meglio comprendere la situazione attuale.
Ed è lo stesso autore a spiegare il perché dai contenuti del libro prende spunto il titolo ‘Tempi difficili — Težko živenje’, quasi che del passato debba rimanere traccia unicamente di fatti negativi, comunque legati alla miseria.
«La fede e la tradizione — afferma Coos — hanno per secoli costituito l’alveo in cui scorreva la vita della nostra gente, un alveo che ha subito violenti scossoni, inevitabili svolte e accelerazioni al termine d’ogni conflitto. In questo grande fiume sono rimasti a galla soltanto i più abili, mentre tanti altri sono stati penalizzati dai vortici della corrente. A questi vanno le mie simpatie, perché sono persone più autentiche, anche se meno fortunate, proprio perché attente ai compagni di sventura, disponibili a condividere anche le poche cose nella loro disponibilità».
Questa la considerazione di fondo che ha indotto l’autore a rivisitare il proprio paese, «spinto dalla volontà — spiega ancora Coos — di restituire dignità e di esprimere gratitudine alle persone semplici e care che mi hanno donato, nella concretezza di ogni giorno, un pregevole bagaglio di valori”.
Tuttavia, merita sottolineare che la pubblicazione è bilingue, italiano e po našen, quest’ultima la vera e unica parlata di matrice slovena, patrimonio dei soggetti che animano i raccolti riportati nel libro, particolarità che ha richiesto un notevole impegno.
«Il po našen — spiega l’autore — era il mezzo espressivo autentico di una civiltà contadina e artigiana legata alla concretezza e al lavoro quotidiano. La parlata è rimasta confinata nell’oralità non soltanto per il basso livello di istruzione delle persone, ma soprattutto a causa della pressione politica, che si è adoperata in tutti i modi per tentare di sradicarla dal territorio, secondo una cieca prospettiva nazionalistica, vietandone rigorosamente l’uso».
Allora, per trasferire su carta gli aneddoti da ‘Tempi difficili’ a ‘Težko zivenje’, Coos ha preteso di attingere al vocabolario della lingua slovena, al ‘Naše besiede’ di Dino Del Medico, alla grammatica di Anton Kacin.
«Ma il risultato che stavo ottenendo — confessa l’autore — non mi pareva soddisfacente, pur a fronte del grande impegno profuso. Mi sono pertanto affidato ai suggerimenti e alle ‘cure’ di Giorgio Banchig, al quale esprimo tutto il mio apprezzamento per l’indispensabile supporto, anche perché mi aveva fatto notare che l’ortografia delle lingue slave è strettamente connessa alla fonetica, dalla quale non si può prescindere nell’uso scritto anche del dialetto».
Un ulteriore ringraziamento è indirizzato a Moreno Tomasetig, autore delle illustrazioni del libro.
«L’artista — afferma Coos —, con mano felice, ha tradotto in immagini le situazioni dei racconti, interpretando con efficacia le mie intenzioni attraverso tocchi raffinati che sintetizzano personaggi e avvenimenti».
Da parte sua, il sindaco di Taipana, Elio Berra, parla di «un libro che valorizza la cultura locale e, in primo luogo, la parlata slovena dei nostri paesi, elevandola a mezzo d’espressione letteraria. Il fatto non è trascurabile, poichè l’autore restituisce dignità a una parlata che, nel corso dei due secoli scorsi, subì ogni sorta di vessazioni e divieti. Per questa ragione, si può ben dire, senza timore di smentita, che la sua sopravvivenza ha dello straordinario. Questa amministrazione comunale, nell’ambito del suo programma di valorizzazione della cultura locale, ha finanziato, con il contributo della Comunità montana Torre-Natisone-Collio, la stampa del libro, nella convinzione di poter aggiungere un ulteriore tassello alla conoscenza del nostro passato»
.

Il libro è edito dalla casa ed.Most ed è uscito nel gennaio 2012


1 commento:


Il tuo commento è l'anima del blog,
Grazie della tua visita e torna ogni tanto da queste parti , un tuo saluto sarà sempre gradito. *Olgica *

ultimo post

auguri