Povera storia. Quando se ne occupano i politici, diventa oggetto di folli contrapposizioni e ridicole polemiche, che dimostrano la loro debolezza culturale e i loro radicati pregiudizi. È bastato che lo scorso 17 marzo il Consiglio regionale accogliesse la proposta di alcuni consiglieri friulani affinché il 3 aprile – anniversario della nascita del Patriarcato di Aquileia come stato feudale nel 1077 – diventasse festa del Friuli Venezia Giulia, per far venire allo scoperto i vecchi pregiudizi tra friulani e giuliani. Gli stereotipi sono emersi in Consiglio regionale e in mondo particolare nel Consiglio comunale di Trieste, che all’unanimità (!) si è espresso contro la legge regionale. Per definire insensato tale atteggiamento, basta ricordare che il Patriarcato di Aquileia come stato feudale all’interno del Sacro romano impero comprendeva un ampio territorio dalle Alpi all’Adriatico e un pezzo di Istria (Trieste compresa), dal fiume Livenza alla valle dell’Isonzo, fino a Cerkno, Idrija e Vipava… Il 3 aprile dovrebbe diventare festa di tutto questo territorio e di tutti i popoli che lo abitano, cioè sloveni, friulani, croati e italiani, che proprio grazie al Patriarcato di Aquileia hanno conservato la propria lingua e la propria identità. Non basta il fatto che alcuni circoli friulani tentino di appropriarsi di questa ricorrenza e di darle uno spirito nazionalistico per dimenticare una lunga storia comune (1077-1420) e non celebrarla anche approfondendo la propria identità e al contempo rafforzando la pacifica convivenza e la collaborazione tra i popoli. Tutti gli sloveni dovrebbero scoprire il significato di questo anniversario e festeggiarlo saggiamente. Il Patriarcato di Aquileia come stato e ancor più come diocesi, che si estendeva lungo quasi l’intera attuale Slovenia, rappresenta l’istituzione che ha rispettato la nostra cultura e non ci ha imposto una lingua straniera. Proprio grazie ad esso abbiamo rafforzato la nostra presenza in questo territorio e abbiamo potuto sviluppare, conservare e iniziare a scrivere la nostra lingua. Infatti, alcuni dei più antichi manoscritti in lingua slovena sono sorti nelle istituzioni ecclesiali della diocesi aquileiese. In primo luogo noi beneciani abbiamo goduto della saggia politica del Patriarcato di Aquileia. Vivevamo nella periferia della capitale Cividale e nel centro stesso della città la lingua slovena era di casa. Il 3 aprile diventi, allora, diventi allora la festa delle culture, delle lingue e delle identità di tutti i popoli dell’antico Patriarcato aquileiese, che già nel Medio evo profetizzava l’odierno spirito europeo. (Giorgio Banchig)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ultimo post
-
Sul disegno di legge regionale di riforma delle autonomie locali, approvato l’11 ottobre dalla Giunta Fedriga e prossimamente all’esame ...
-
Nella lingua slovena il verbo conosce tre modi, cioè l'indicativo, il condizionale e l'imperativo. I tempi dell'indicati...
-
Il Pust di Rodda (Pulfero), coloratissimo e scherzoso con la sua tipica tenaglia estendibile e i suoi campanacci, essendo una masc...
Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento è l'anima del blog,
Grazie della tua visita e torna ogni tanto da queste parti , un tuo saluto sarà sempre gradito. *Olgica *