Martedì 19, ore 18, ricordo di Celso Macor
Si è perduto tanto sangue per un confine che è sempre una spartizione contro natura e controstoria; spartizione, però, che nella sua assurdità costringe popoli ed etnie a vivere insieme e a tenere saggio conto gli uni degli altri. I confini potevano avere un senso quando veramente segnavano una barriera di difesa contro la prepotenza, contro chi minacciava l’indipendenza e la libertà. Oggi che tutto questo si sa che dovrà regolarsi su altri equilibri, i confini sono solo una violenza al diritto dell’uomo alla sua umanità. A cinquant’anni dalla guerra, mezzo secolo che ha percorso il tempo di un’era, in una prospettiva che non è solo europea ma da governo del mondo, i confini sono sorpassati. Questo, in generale. Personalmente, poi, io vivo e sento “al di là” dei confini; nell’utopia, se si vuole. Ubbidisco alle leggi, ma non le sento quando violentano la mia anima che considera la terra senza recinti. L’uomo è fratello anche nella diversità; anzi la sua diversità è comune ricchezza spirituale… (C. Macor, 11.02.1995) fonte forum gorizia blogspot
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Poeta, scrittore, saggista, Celso Macor è nato a Versa (Romans d’Isonzo) e scomparso a Gorizia il 28 novembre 1998. Autore di saggi di carattere letterario sull’opera di Franco de Gironcoli ed altri, di studi di interesse storiografico ed ambientale sull’Isonzo e sul Friuli goriziano.
Celso Macor, oltre i confini...
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