14 ago 2015

La forza di un esempio




Abbiamo celebrato, domenica 12 luglio, i mille anni della menzione scritta di Volče, un piccolo borgo nella valle dell’Isonzo, a cui apparteneva ecclesiasticamente anche la comunità di Drenchia con S. Volfango, fino al 1779. Il documento è del patriarca aquilejese Giovanni IV. L’esempio da richiamare è il fatto che le due comunità, a sud e a nord del Kolovrat, si sono ritrovate per celebrare assieme la ricorrenza. Non bisogna dimenticare che in cima al Kolovrat scorre il confine ed il valico di Solarje ne segna il passaggio. Fino a pochi anni fa, lì si incontravano, o peggio, si scontravano due mondi, che le guerre avevano creato, tanto la prima che la seconda guerra mondiale. Noi abbiamo celebrato la fine di questa innaturale divisione, e l’abbiamo fatto tanto in chiesa come nel centro del paese, in modo da unire armonicamente i diversi momenti della vita.
Un esempio da imitare, soprattutto ora che nelle Valli si stanno spargendo semi di divisione e di contrapposizione preoccupanti. Non è una novità, ma il ritorno di posizioni che sinceramente credevamo superate e sepolte. Due cose da sottolineare in modo speciale. Nonostante che l’Associazione degli slavisti italiani abbia ribadito più di una volta e con argomentazioni linguistiche e non politiche, come è ovvio, che i dialetti della Benecìa sono sloveni, ci sono gruppi e singoli che sostengono il contrario in barba ad ogni evidenza. Questo è l’esempio deleterio di uno sconfinamento della politica nella linguistica, e ritorce contro i sostenitori le accuse che muovono ai loro avversari. Almeno una volta sappiamo distinguere le cose, augurando che lo imparino anche i nostri avversari.
La seconda cosa da denunciare come pessima, è l’aver richiamato il maresciallo Tito dai morti. La proposta della legge elettorale propone nuovi accorpamenti, su cui si può discutere all’infinito. Ma non tiriamo in ballo questioni che non c’entrano, se non per il fatto che possono fare colpo e inquinano il mondo politico. Che la comunità linguistica della Regione possa votare in un unico collegio, non mi sembra la cosa più orribile al mondo. Ma l’opposizione al progetto è maliziosa, perché nega l’identità slovena alla Benecia. Questa è una cosa molto seria ed è affrontata in modo scorretto, perché ci si rivolge  al conteggio della popolazione.  Con questo metodo vengono messi in dubbio alcuni principi fondamentali dell’ordinamento giuridico. In primo luogo, non è vero che tutta la popolazione è contro la tutela della minoranza, come stabilisce la legge del 2001. Ed i diritti della minoranza non sono oggetto di ballottaggio. Quindi ogni ricorso a censimenti e verifiche numeriche è fuori luogo e contro i principi fondamentali della democrazia, riconosciuti dalla Costituzione.
In conclusione,  questi ricorsi a prassi obsolete, hanno il solo scopo di creare confusione e far ritornare l’orologio della storia ai tempi della guerra fredda. Non si cerca il dialogo e il confronto, ma lo scontro. Ancora una volta, Volče e Drenchia indicano la strada maestra dell’incontro e della comprensione, nell’accoglienza reciproca. È questo il futuro a cui tendiamo.http://www.dom.it/la-forza-di-un-esempio_moc-zgleda/

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