29 ago 2015

Riforma Uti in un vicolo cieco Reforma občin na slepi ulici

Delle tre Unioni territoriali intercomunali (Uti), nelle quali è compresa la comunità slovena in provincia di Udine, solo quella del Torre ha visto lo statuto approvato nella propria conferenza dei sindaci. Nell’Unione del Natisone si è registrato un pareggio, mentre in quella del Fella (Canal del Ferro-Valcanale) la riunione ha visto la presenza di due soli Comuni. In queste due Uti sarà un commissario «ad acta», nominato dalla Regione, a redigere e approvare lo statuto.
Unica fumata bianca, dunque, sulle sponde del Torre. Hanno votato a favore 8 comuni: Attimis, Cassacco, Faedis, Lusevera, Nimis, Povoletto, Taipana e Tarcento; si sono astenuti Reana e Tricesimo, che avevano chiesto di entrare nell’Uti udinese; contrario Magnano in Riviera, che ha firmato il ricorso al Tar contro la riforma.
Il testo approvato stabilisce la denominazione monolingue (italiana) dell’Unione e non contiene alcun riferimento alla comunità slovena. Tra le finalità vi è solo una generica «tutela e valorizzazione delle specifiche identità storiche, culturali, linguistiche – con riferimento alle specifiche forme di tutela – delle tradizioni e degli usi delle popoalzioni residenti». Nel preambolo si dice, poi, che il territorio montano è stato storicamente abitato da slavi, quello pianeggiante da friulani, popolazioni che hanno sempre convissuto pacificamente.
La conferenza dei sindaci dei 17 comuni facenti parte dell’Unione del Natisone, riunitasi a Cividale il 20 agosto, si è risolta con un nulla di fatto. Sette sono stati i voti favorevi alla bozza di statuto: Buttrio, Cividale, Manzano, Remanzacco, San Giovanni al Natisone, Savogna e Stregna. Sette i contrari, tutti Comuni che hanno presentato al Tar ricorso contro la legge regionale di riforma delle autonomie locali: Corno di Rosazzo, Grimacco, Prepotto, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone e Torreano. Astenuti Moimacco e Premariacco. Assente Drenchia, firmataria del ricorso al Tar e sostenitrice di un’unione delle vali del Natisone e del Torre.
La bozza di statuto presentata al voto aveva l’intestazione trilingue «Statuto Unione Territoriale Intercomunale del Natisone – Statût Union Teritoriâl Intercomunâl dal Nadison – Statut Medobčinske Teritorialne Unije Nadiže» (ma poi la denominazione dell’ente era prevista solo in italiano), tra le finalità garantiva la tutela della minoranza slovena e prevedeva l’istituzione di un subambito «Valli del Natisone» per i Comuni di Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone e Stregna.
I sindaci di Savogna, Germano Cendou, e di Stregna, Luca Postregna, avevano presentato un testo emendato, steso in collaborazione anche con Drenchia, più rispondente alle norma di tutela delle comunità slovena e friulana – ad esempio la denominazione ufficiale trilingue, l’elenco dei Comuni in forma bilingue, il subambito esteso a tutto il territorio nel quale è riconosciuta la minoranza slovena escluso Cividale (quindi anche Prepotto e Torreano) – inserendo tra le finalità il principio secondo il quale «l’Unione riconosce nella presenza della minoranza slovena e friulana un arricchimento culturale oltreché linguistico; attua, secondo i principi della Costituzione, le leggi dello Stato e della Regione; promuove tutte le forme di tutela necessarie per garantire ai cittadini appartenenti alla minoranza e alle associazioni della minoranza pari dignità sociale e pari condizioni di vita e di lavoro». Ma, tra i pur insufficienti favorevoli allo statuto, sono stati accolti solo gli emendamenti per lo sviluppo della cooperazione transfrotaliera/transnazionale e affinché per lo «Sportello del cittadino» venga usato personale con adeguate competenze linguistiche slovene e friulane.

Alla Conferenza dei sindaci dell’Uti del Fella hanno partecipato solo Pontebba e Resiutta. Come annunciato, erano assenti i Comuni aderenti al ricorso al Tar (Chiusaforte, Dogna, Moggio Udinese, Resia e Tarvisio) e pure Malborghetto-Valbruna, il cui sindaco, Boris Preschern, ha ritenuto di non partecipare a una riunione inconcludente già in partenza. Non c’era neanche una rea-  le bozza di statuto, in quanto, per volontà dei sindaci dissidenti, non si erano tenute sedute preparatorie.
Ora per le Uti del Natisone e del Fella è atteso l’arrivo dei commissari che redigeranno e approveranno gli statuti sulla base delle disposizioni regionali, che prevedono anche una puntuale tutela della comunità slovena. La stessa presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, lo scorso 11 agosto ha ribadito all’ambasciatore sloveno in Italia, Iztok Mirošič, che gli statuti delle Uti considereranno la specificità della comunità slovena, garantendone la tutela con richiamo all’esistente normativa nazionale e regionale.
Tudi v nediško in kanalsko medkamunsko unijo bo Dežela Furlanija Julijska krajina pošjala komisarja, zatuo ki konferenci šindaku niesta sparjeli statuta. Čaka se tudi arzsodbo deželnega upravnega sodišča (Tar) o parzivu, ki so ga vložli številni kamuni tudi iz naših kraju.

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