Articolo di fondo del Novi Matajur del 27 gennaio 2016
Le parole senza troppi sottintesi con cui il prefetto di Udine domenica scorsa ha stigmatizzato il comportamento di alcuni giornali e televisioni nei confronti della vicenda di Musi ("Nessuna situazione di crisi o tensione tra abitanti e richiedenti asilo,la stampa ha montato un caso perchè esistono interessi politici per alzare i toni nei confronti della pubblica amministrazione sulla "questione immigrazione"),dovrebbero aver posto la parola fine ad una vicenda della quale sicuramente resteranno per i posteri,poche tracce.Tra un paio di settimane i rifugiati lasceranno Musi andando incontro ad un futuro che sperano migliore di quello che hanno lasciato in Pakistan ed Afganistan.A Lusevera forse se ne parlerà ancora per qualche giorno,poi i problemi sui quali dibattere -lo spopolamento della valle in primo luogo- torneranno ad essere al centro dell'attenzione .Resta ,soprattutto per chi come noi opera in questo settore,la domanda su cosa si intende per "notizia" e quale senso abbia riempire pagine pagine di giornali e notiziari con vicende che non meritano in realtà attenzione.Ha ragione il sindaco di Lusevera quando dice che i media hanno turbato la comunità più di quanto abbiano fatto gli otto richiedenti asilo.Ed ha ragione nel dire che la vera notizia che non si vuole raccontare (forse perchè non fa "audience"come quella di un pugno di immigrati ospitati in un paesino di una valle lontana) è quella di una comunità in lenta agonia.Per la quale andrebbero prese misure,di carattere economico e sociale,tempestive e possibilmente efficaci.Ma non si fa e nemmeno si racconta,perchè la vera emergenza è quella di otto richiedenti asilo in un paese di sei anime.(m.o.)
Musi e la notizia che non c'era
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