2 feb 2016

L'antica pieve di Prepotto

Il territorio ad Est di Cividale, che alla fine del diciottesimo secolo in gran parte ricadeva nella vasta area dell’antica pieve di Prepotto, è oggetto di un notevole e stimolante lavoro di ricerca toponomastica e onomastica portata a termine da Maurizio Puntin e Lauro Iacolettig. È stata raccolta e pubblicata in un pregevole volume, uscito al termine del 2015, dall’associazione «don Eugenio Blanchini» e dalla copperativa «Most». È corredata dalle fotografie di Oddo Lesizza, originario di quell’area.
Il territorio interessato dalle ricerca è luogo d’incontro e di contaminazione tra la lingua friulana e quella slovena. 
Sebbene non presente nell’elenco ufficiale delle pievi dell’arcidiocesi di Udine, la parrocchia di San Giovanni Battista di Prepotto in un lontano passato si fregiò questo titolo. Prepotto, dunque, «fu il punto di riferimento ecclesiastico di un vastissimo territorio che comprendeva popolazioni di lingua slovena e friulana e, fino al 1753, da essa dipendevano i centri di Kosbana e Zapotok (in Slovenia) con le loro frazioni e le parrocchie di Mernicco, Dolegna e Rutars nell’arcidiocesi e provincia di Gorizia. Il suo drastico ridimensionamento avvenne in seguito drastica e infausta soppressione dell’antico Patriarcato di Aquileia da parte di papa Benedetto XIV (…). Come il Patriarcato fu diviso tra le arcidiocesi di Gorizia e di Udine, costituite rispettivamente nel 1752 e 1753, così la parrocchia di Prepotto fu mutilata dei territori che appartenevano all’Austria e all’arcidiocesi di Gorizia e fu ridotta al lembo di territorio posto sulla destra del Judrio», scrive Giorgio Banchig, cultore di storia locale e presidente dell’associazione «Blanchini», nella presentazione. 
E agiunge: «Seppur ridimensionata nel 1753 l’antica pieve di di Prepotto non perse il suo carattere plurilingue, vera ricchezza culturale e comune caratteristica con le altrettanto vetuste parrocchie della pedemontana orientale del Friuli. Ricchezza e caratteristica che lungo i secoli si è espressa nella toponomastica e onomastica che Puntin e Iacolettig hanno raccolto ed esaminato in questo volume ricercandone gli etimi e i riferimenti storici».
Secondo Banchig, «Puntin forte delle sue vaste competenze linguistiche, il suo rigoroso metodo di ricerca e il lungo elenco di pubblicazioni in materia e Iacolettig con la sua conoscenza del territorio e la sua passione per la ricerca sono riusciti a rendere questo lavoro fruibile ad un vasto pubblico e ad allargare idealmente i confini di Prepotto a quella che era l’antica pieve rinsaldando i secolari rapporti tra sloveni e friulani contraddistinti da amicizia, collaborazione e cordialità».
«Fino a pochi anni fa il territorio preso in esame (in pratica i Comuni di Prepotto e Dolegna con un limitato settore occidentale del Comune sloveno di Brda) non era stato oggetto di studi approfonditi dal punto di vista linguistico – spiega Puntin –. Lasciamo doverosamente le ricerche di carattere strettamente linguistico e dialettologico agli slavisti competenti: si possono solo fare qui delle osservazioni generali. L’area in questione è caratterizzata dal passaggio dalle caratteristiche del dialetto nadiško delle Valli del Natisone a quelle dei dialetti del Collio /Brda (briško). I paesi slovenofoni ora sono limitati alle zone alte di Prepotto (a cominciare da Cras) e a Dolegna lo sloveno è parlato in certe famiglie di Mernico, Restocina e Scriò. Ma nell’indagine predetta del Tellini sulla narrativa orale ci si è subito accorti del fatto che nella prima parte del ‘900 anche ad Albana si parlava il dialetto sloveno locale. E dagli studi sui nomi di luogo di Corno di Rosazzo emergeva chiaramente come nel basso medioevo il confine linguistico slavo-romanzo fosse spostato molti chilometri verso ovest, correndo fra Corno in maggioranza friulana e Noax e Gramogliano slave. Da ciò si comprende come tutto il territorio qui analizzato fosse pochi secoli fa compattamente sloveno. La friulanizzazione della parte meridionale dei territori di Prepotto (Craoretto, Novacuzzo) e Dolegna (Vencò, Trussio, Ruttars) è un fenomeno abbastanza recente, da situare fra i secoli XVII e XVIII. Riguardo al paese di Dolegna è plausibile pensare addirittura al sec. XIX».Version:1.0 StartHTML:0000000195 EndHTML:0000010043 StartFragment:0000002918 EndFragment:0000010007 SourceURL:file://localhost/Users/rutar/Desktop/Uporabljeno%2031.%20januarja/Prapotno.doc
Il territorio ad Est di Cividale, che ala fine del diciottesimo secolo in gran parte ricadeva nella vasta area dell’antica pieve di Prepotto, è oggetto di un notevole e stimolante lavoro di ricerca toponomastica e onomastica portata a termine da Maurizio Puntin e Lauro Iacolettig. È stata raccolta e pubblicata in un pregevole volume, uscito al termine del 2015, dall’associazione «don Eugenio Blanchini» e dalla copperativa «Most». È corredata dalle fotografie di Oddo Lesizza, originario di quell’area. 

Il territorio interessato dalle ricerca è luogo d’incontro e di contaminazione tra la lingua friulana e quella slovena. 
Sebbene non presente nell’elenco ufficiale delle pievi dell’arcidiocesi di Udine, la parrocchia di San Giovanni Battista di Prepotto in un lontano passato si fregiò questo titolo.
Prepotto, dunque, «fu il punto di riferimento ecclesiastico di un vastissimo territorio che comprendeva popolazioni di lingua slovena e friulana e, fino al 1753, da essa dipendevano i centri di Kosbana e Zapotok (in Slovenia) con le loro frazioni e le parrocchie di Mernicco, Dolegna e Rutars nell’arcidiocesi e provincia di Gorizia. Il suo drastico ridimensionamento avvenne in seguito drastica e infausta soppressione dell’antico Patriarcato di Aquileia da parte di papa Benedetto XIV (…). Come il Patriarcato fu diviso tra le arcidiocesi di Gorizia e di Udine, costituite rispettivamente nel 1752 e 1753, così la parrocchia di Prepotto fu mutilata dei territori che appartenevano all’Austria e all’arcidiocesi di Gorizia e fu ridotta al lembo di territorio posto sulla destra del Judrio», scrive Giorgio Banchig, cultore di storia locale e presidente dell’associazione «Blanchini», nella presentazione. 
E aggiunge: «Seppur ridimensionata nel 1753 l’antica pieve di di Prepotto non perse il suo carattere plurilingue, vera ricchezza culturale e comune caratteristica con le altrettanto vetuste parrocchie della pedemontana orientale del Friuli. Ricchezza e caratteristica che lungo i secoli si è espressa nella toponomastica e onomastica che Puntin e Iacolettig hanno raccolto ed esaminato in questo volume ricercandone gli etimi e i riferimenti storici».
Secondo Banchig, «Puntin forte delle sue vaste competenze linguistiche, il suo rigoroso metodo di ricerca e il lungo elenco di pubblicazioni in materia e Iacolettig con la sua conoscenza del territorio e la sua passione per la ricerca sono riusciti a rendere questo lavoro fruibile ad un vasto pubblico e ad allargare idealmente i confini di Prepotto a quella che era l’antica pieve rinsaldando i secolari rapporti tra sloveni e friulani contraddistinti da amicizia, collaborazione e cordialità».
«Fino a pochi anni fa il territorio preso in esame (in pratica i Comuni di Prepotto e Dolegna con un limitato settore occidentale del Comune sloveno di Brda) non era stato oggetto di studi approfonditi dal punto di vista linguistico – spiega Puntin –. Lasciamo doverosamente le ricerche di carattere strettamente linguistico e dialettologico agli slavisti competenti: si possono solo fare qui delle osservazioni generali. L’area in questione è caratterizzata dal passaggio dalle caratteristiche del dialetto nadiško delle Valli del Natisone a quelle dei dialetti del Collio /Brda (briško). I paesi slovenofoni ora sono limitati alle zone alte di Prepotto (a cominciare da Cras) e a Dolegna lo sloveno è parlato in certe famiglie di Mernico, Restocina e Scriò. Ma nell’indagine predetta del Tellini sulla narrativa orale ci si è subito accorti del fatto che nella prima parte del ‘900 anche ad Albana si parlava il dialetto sloveno locale. E dagli studi sui nomi di luogo di Corno di Rosazzo emergeva chiaramente come nel basso medioevo il confine linguistico slavo-romanzo fosse spostato molti chilometri verso ovest, correndo fra Corno in maggioranza friulana e Noax e Gramogliano slave. Da ciò si comprende come tutto il territorio qui analizzato fosse pochi secoli fa compattamente sloveno. La friulanizzazione della parte meridionale dei territori di Prepotto (Craoretto, Novacuzzo) e Dolegna (Vencò, Trussio, Ruttars) è un fenomeno abbastanza recente, da situare fra i secoli XVII e XVIII. Riguardo al paese di Dolegna è plausibile pensare addirittura al sec. XIX».
«L’opera è divisa in cinque parti. Prima: toponimi di Prepotto e della destra Judrio. Seconda: toponimi di Dolegna e della sinistra Judrio. Terza: toponimi di alcune località dell’attuale Comune sloveno di Brda (sinistra Judrio), che rientrarono per secoli nel territorio plebanale della Pieve di S. Giovanni Battista di Prepotto o nella giurisdizione del Castello Mels-Colloredo di Albana (Golo Brdo, Hruševlje, Kožbana, Neblo, Senik, Zapotok). Quarta e quinta: consistono in alcune appendici che esulano da uno studio strettamente toponomastico. Sono attestazioni storiche e dati della tradizione orale che sono emersi durante le ricerche e che possano interessare ai cultori della storia locale dei due Comuni presi in esame e delle zone viciniori. Si tratta di vecchi episodi di vita popolare delle località oggetto di studio; onomastica personale e di casato, dal Canale di Judrio e località vicine; cognomi di Prepotto (anni 1643-45, Archivio della Pieve di Prepotto); nomi di casato di Craoretto; Variante slovena dialettale di toponimi esterni ai confini dei comuni moderni di Dolegna, Prepotto (I) e Brda (Slo); toponimi provenienti dai documenti consultati per il presente lavoro di toponomastica del Canale di Judrio: riguardano varie località di territori circostanti e non oggetto dello studio; Varianti in uso tra i friulanofoni più anziani[1] (di Prepotto e del Goriziano) di toponimi o coronimi esterni (Slovenia / Carinzia, Stiria); Elenchi di nomi di localita’ per i secc. XVII e XVIII (dall’Archivio della Pieve di Prepotto.
 per l'articolo in lingua slovena vai al link :http://www.dom.it/starodavna-praponska-prafara_lantica-pieve-di-prepotto/

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