30 lug 2016

Storia religiosa della Slavia friulana

Capitolo IV


Le Filiali Slave della Pieve di Tarcento

Ciseriis e Zomeais ♣

 Don Leonardo Sbuelz pievano di Tarcento propone a capp. di Ciseriis don Evangelista Costantini da Fraelacco a seguito della morte di don Antonio Cuntigh avvenuta nel 1885. Ora è prefetto di disciplina in Seminario. "Urge moltissimo questo immediato provvedimento allo scopo di evitare gravissime questioni delle quali questa disordinata Pieve presenta un perpetuo e lacrimevole semenzaio". Viene nominato invece don Giovanni Kautz. Per la facoltà di confessione gli s'impone esemplarmente: "*Ti ordiniamo di non permetterti di confessare le donne (eccetto i casi di necessità) prima del sorgere del sole o dopo il tramonto, né in qualche altro ambiente che non siano i confessionali disposti in luogo patente e dignitoso, neppure faccia a faccia o davanti ai piedi, ma di lato, frapposta una grata minutamente perforata; non ti permetterai poi di ascoltare le confessioni delle ammalate nella camera da letto se non con la porta spalancata per non incappare immediatamente nelle pene dell'inabilità di confessare e nella sospensione a divinis o altre pene discrezionali ti costringeremo a piegarti"
. Tale disposizione è stata riportata ad unguem. C'è da chiedersi che cos'era questa confessione se ci si doveva accostare in punta di piedi come si trattasse di un terreno minato. La donna, pure moribonda, configura per l'uomo prete un'occasione fatale. A questo punto poco importa che si tratti di una donna. Chi ha "istituito" questo potenziale postribolo sacramentale non ha interpretato l'intenzione di Cristo quando raccomandava "confitemini alterutrum peccata vestra" (Gc 5,6). Sull'evoluzione di questa "sacramento" la storia è stata una sequela di abusi innominabili contro le coscienze e la privacy della persona. Rappresenta nella sua essenza la continuità della tortura dal carattere "purificatorio" dell'inquisizione: controllare, manipolare, straziare, aiutare sempre per evitare le inesorabili pene dell'inferno. Questo approccio è passato tale e quale nella prassi psicanalitica sotto il paravento della dignità scientifica. Almeno la confessione si abbinava alla comunione, la seduta psicanalitica alla pasticca. Se l'uomo non vuol trasformarsi in un ambulatorio "ambulante", deve liberarsi dai padri-padroni del suo spirito, spilorci e sporcaccioni. Non è forse vero che la colpa del povero è di essere povero? Nell'istante in cui si pente non lo è più. Nel 1890 il pievano don Leonardo Sbuelz avverte il vescovo che don Kautz è ammalato. Di ritorno dalla messa, giunto in casa, "venne sorpreso da una tal convulsione che oltre ai pianti e gridi da spaventare la gente, montato sulle furie mise in frantumi due sedie nel tinello e diede una morsicatura alla propria madre". Accorsero i cooperatori di Tarcento, chiamati dal padre; fu trovato "in braccio alla disperazione... Qui non si tratta di reali rimorsi, perché il prete è buono, ma sibbene di aberrazione"; può impazzire; si provveda; si tratta di cose note. L'autorità farà i suoi passi se non si provvede in ambito ecclesiastico. "Fuori casa" in luogo diverso. Lascia la cura nel 189318. È l'esempio di ciò che può capitare a chiunque, specie in una società "dissestata" in "crisi di valori". Va distinta la malattia dalla crisi esistenziale. Cappellano di Ciseriis dal 1894 al 1897 è don Giacomo Del Medico da Billerio. Zomeais diviene cappellania nel 1911. Comprende l'assistenza allo Stabilimento tessile Cascami di Bulfons. Nel 1904 La Società Fratellanza fra operai per assistersi vicendevolmente in caso di malattia non ottiene la benedizione del gagliardetto, perché aconfessionale ed è priva di simboli di Santi. Secondo il foraneo di Tarcento mons. Leonardo Sbuelz l'intento è di raccogliere adesioni tra gli abitanti di Zomeais19. La solidarietà finora garantita dalle confraternite assume caratteri laici, con un misto di efficienza secolare e protezione spirituale. I preti in questo caso si manifestano poco intelligenti, e dispiace dirlo perché fra poco e non certo per intuizioni illuminanti, promuoveranno il Pp "aconfessionale" di don Sturzo, almeno per qualche anno, finché non diventeranno previdenti, benedicendo le bandiere dei balilla e simili. La fabbrica di cascami Bulfons è sorta in seguito alla costruzione della diga per l'energia elettrica sul Torre. Il pievano di Tarcento ripercorre le vicende storiche delle ville slave. "Di fatto dal 1840 in cui venne soppresso il Vicariato degli Slavi, il paese di Ciseriis rimase fino al 1886 privo di qualsiasi provvedimento di Cura spirituale ad onta dei replicati inviti fatti dai superiori di uniformarsi alle disposizioni prese con le altre filiali di montagna facienti parte dell'abolito vicariato". Il Vicariato degli Slavi comprendeva: 1- Lusevera affranca 1891; 2- Sedilis 1902; 3- Cesariis 1904; 4- Stella 1906; 5- Sammardenchia 1906; 6- Pradielis 1906; 7- Villanova 1912 ecc.. Il Vicariato aveva sede a Ciseriis; Ciseriis e Zomeais del 1840 fino al 1875, quando ottenne riconoscimento. Sorto nel 1607 comprendeva i due comuni di Ciseriis e di Lusevera. "Il Vicario per le Ville Slave (Vicarius sclaborum) godeva di un'autorità e indipendenza quasi assoluta e veniva eletto e nominato dietro pubblico regolare concorso, dei rappresentanti dei cosidetti dieci Comuni (Frazioni); al Pievano di Tarcento non aspettava che la conferma ed aveva uno stipendio assicurato mediante contratto notarile della civile autorità riconosciuto. Il Vicario per gli Slavi era equiparato al Vicario di Segnacco di cui aveva uguali i diritti (specie in assenza e mancanza del Pievano) e eguali doveri che consistevano in un semplice signum subiectionis coll'offerta del cero, consuetudine questa comunissima nel Patriarcato aquileiese". In pratica non vogliono pagare l'affranco in quanto l'emolumento del 1887 a Tarcento era considerato solo la paga per il servizio prestato e non segno di soggezione. Così 3 capi famiglia di Ciseriis al vescovo20. Cappellano curato di Ciseriis dal 1900 al 1906 è don Stefano Flamia da Gemona21; dal 1907 al 1915 capp. don Pietro Flamia da Gemona e dal 1919 al 1922 don Onorio Gentilini da Moimacco. Cappellano di Zomeais dal 1910 al 1915 è don Luigi Paschini da Tolmezzo22, nel 1907 don Pietro Piemonte da Buia23.

https://fauna31.files.wordpress.com/2011/02/ville-e-vicariati-slavi04.pdf

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