8 nov 2016

Praznik migranta v Reziji - Festa dell’emigrante a Resia

Proseguendo nelle iniziative organizzate a Stolvizza/Solbica per creare un’atmosfera di  fratellanza tra i tanti stolvizzani residenti e non,  l’Associazione «ViviStolvizza», organizza per martedì, 1 novembre, in collaborazione con il gruppo alpini «Sella Buia», la 15. edizione della «Festa dell’emigrante». L’iniziativa mira a rinsaldare il cordone ombelicale tra i tanti resiani sparsi per il mondo e la loro terra.
Il programma della giornata, dopo la solenne cerimonia commemorativa dei defunti nel cimitero del paese, prevede alle 17.00 un brindisi con ribolla e castagne presso la Baita alpina del gruppo «Sella Buia». Si tratta di un evento significativo, che in passato ha dato ai resiani un senso di grande attaccamento alla loro terra.
Per conoscere qualcosa in più dell’emigrazione di questi nostri concittadini e delle loro famiglie, per il calendario resiano 2017, curato dal Circolo culturale «Rozajanski Dum», è stato scelto l’argomento Ti rozajanski kramarji po ti drugi wöjski/L’emigrazione dei resiani nel secondo dopoguerra. Oggi si parla molto di migrazioni, ma chi è immigrato in uno stato, è anche emigrato dal proprio e tale condizione è stata necessaria anche per molti resiani.
L’inizio di una vera, seppur stagionale, emigrazione dalla Val Resia, con i proventi della quale si integrava il reddito proveniente da agricoltura e allevamento, è da far risalire al periodo in cui anche il nostro territorio dipendeva dalla Repubblica di Venezia (1420–1797). La Serenissima, che basava la sua ricchezza sul commercio, incentivò i traffici commerciali dei prodotti dell’entroterra friulano sia verso il Litorale che verso l’Impero. Infatti, già nel XVI secolo molti resiani risultano essere assenti dai propri paesi e praticare, oltre che nelle terre di dominio veneto, il commercio verso l’Austria (anche nella Slovenia che per buona parte vi rientrava), la Cechia e la Moravia.
Nel XVII secolo l’attività principale era il commercio di diversi prodotti; possiamo ricordare quello delle stoffe, prodotte a Resia, che venivano esportate, e quello del ferro, che invece veniva importato. Successivamente, dalla metà del XVIII secolo ma specie nel XIX secolo, si è assistito a una specializzazione dei mestieri anche per i resiani, che viaggiando erano entrati a contatto con un commercio diverso dalla pura vendita di oggetti prodotti in casa, ovvero quello delle prestazioni d’opera. Da allora e fino alla seconda metà del XX secolo, i resiani hanno prevalentemente svolto attività artigianali oggi ritenute tradizionali per la vallata, come ad esempio l’arrotino, lo stagnino e il vetraio. Anche dopo la seconda guerra mondiale l’emigrazione dei resiani, più controllata di un tempo, continuò fornendo soprattutto muratori nei grandi cantieri e operai nelle miniere e nelle fabbriche di diversi stati europei. (Sandro Quaglia)
Na Solbici bo v torek, 1. novembra, na 15. Praznik migranta (»Festa dell’emigrante«), ki jo prireja društvo «ViviStolvizza» v sodelovanju s skupino alpincev »Sella Buia«. Po spominski slovesnosti na vaškem pokopališču bo veselica z rebulo in s kostanjem za vse. Tudi v preteklosti se je veliko Rezijanov izselilo po svetu, še posebej iz gospodarskih razlogov. Tovrstni prazniki povežejo ljudi, ki so se izselili, z ljudmi, ki so ostali v gorskih vaseh.

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