21 dic 2016

Pulfero entra nell’Uti del Natisone


“Non andremo nell’assemblea dei sindaci dell’Uti con la testa china e il cappello in mano, ma forti delle nostre convinzioni, per tutelare gli interessi dei nostri cittadini”. Questa la chiosa del sindaco di Pulfero Camillo Melissa poco prima che il consiglio comunale approvasse, lo scorso 19 dicembre, all’unanimità, lo statuto dell’Uti del Natisone. “Dopo due anni e mezzo di battaglie contro la legge di riforma degli enti locali della Regione e contro la delimitazione territoriale del nuovo ente – le parole del sindaco – abbiamo deciso di scendere dalle barricate”.
Le ragioni della scelta di aderire all’Uti sono state illustrate nella relazione letta durante la seduta dal vicesindaco Mirko Clavora. Un testo, ha spiegato, concordato con le quattro amministrazioni delle valli del Natisone (San Pietro al Natisone, San Leonardo, Grimacco e Drenchia) che ancora non fanno parte dell’Uti. E che – questa l’ulteriore novità – aderiranno all’ente entro la fine di quest’anno solare.
Nella relazione si ripercorre tutto il lungo iter di approvazione ed applicazione della riforma. Ponendo l’accento su alcuni momenti chiave che hanno caratterizzato la vicenda. Le prime proposte dei sindaci del territorio, l’approvazione della legge da parte della Regione nel dicembre 2014 con la seguente delimitazione territoriale che ha disegnato un’unione “da Drenchia a Manzano, di gran lunga la meno omogenea” di tutte. Di qui, la scelta delle cinque amministrazioni “ribelli” di promuovere tre ricorsi al Tar, mentre a seguito delle modifiche alla legge apportate dalla stessa giunta regionale Savogna e Stregna hanno scelto di aderire. Il pronunciamento del Tribunale, pur fermando la procedura di commissariamento con cui sono stati approvati alcuni statuti, fra cui quello delll’Uti del Natisone, ha di fatto salvato l’impianto della riforma.
“Non potendo più obbligare i Comuni per via normativa – dice la relazione letta da Clavora – l’altra leva adottata dalla Giunta regionale per indurre i ribelli ad aderire alle Uti è stata quella finanziaria. La non adesione all’Unione comportava penalità nei trasferimenti dei fondi dalla Regione ai comuni, tali da pregiudicare la stessa quadratura dei bilanci”.
C’è stato poi un ultimo tentativo con cui i sindaci valligiani hanno provato a discutere con la Regione per garantire una certa autonomia al territorio. Ma il documento prodotto ed approvato dai consigli comunali dei cinque comuni restati fuori dall’Uti non ha avuto l’effetto sperato. Anche perché – si sostiene nella relazione – la scelta della amministrazioni di Savogna e Stregna di approvarne i contenuti solo in giunta ne ha depotenziato la portata politica. Di qui la  frattura nata fra gli ex ricorrenti e i due comuni che già fanno parte dell’Unione che nella relazione si auspica “venga riconosciuta da tutte le parti, indipendentemente dalle responsabilità, al fine di porvi rimedio”.
Anche il capogruppo di opposizione (che ha votato assieme alla maggioranza per l’entrata di Pulfero nell’Uti) Piergiorgio Domenis ha ribadito la necessità di ritrovare l’unità fra i sindaci della valli. Domenis ha in parte criticato la scelta troppo tardiva dei sindaci ricorrenti di far leva sulla legge 38/2001 che tutela la minoranza slovena per ottenere maggiore autonomia per le valli del Natisone (il riferimento alla 38 è stato sollevato solo nel documento successivo alla sentenza del Tar ndr), ma ha anche giudicato “superficiale” la scelta dei sindaci di Savogna e Stregna di non approvare il testo con cui si sollecitava la Regione ad aprire un tavolo di confronto nei rispettivi consigli comunali.
Sia Domenis che il consigliere di opposizione Alessia Remondini hanno poi invitato l’amministrazione, trovando il favore del sindaco, a impegnarsi affinché i beni immobili che erano di proprietà della Comunità montana restino nella esclusiva disponibilità del territorio delle valli del Natisone e non vengano gestiti dall’Uti come inizialmente previsto dalla normativa di riforma.
In chiusura di seduta il consiglio ha approvato (sempre all’unanimità) l’acquisto di cento azioni (per il valore complessivo di 302 euro) della società Net che gestisce la raccolta dei rifiuti. A riguardo il sindaco Melissa ha annunciato che è in corso una trattativa con i vertici dell’azienda per avviare in tutti i paesi del fondovalle la raccolta “porta a porta”. Il nuovo sistema, secondo Melissa, potrebbe entrare in funzione già nel maggio 2017.http://novimatajur.it/attualita/pulfero-entra-nelluti-del-natisone.html

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