24 feb 2017

La ricerca (etno)linguistica nelle Valli del Torre da Badouin de Courtenay (BdC) ai giorni nostri

Tralasciando le altre pubblicazioni dedicate al resiano (del 1875, del 1876 e del 1913), come pure le due sul dialetto di Bohinj (del 1876) e rispettivamente di Circhina/Cerkno (1884), andrà ricordata invece la seconda ed ultima pubblicazione dedicata al tersko, la riedizione del cosiddetto Catapan di Cergneu (Registro dei pii lasciti della Confraternita di S. Maria di Cergneui), un documento trilingue (italiano - latino - tersko) degli anni 1459-1585 (BdC 1906; cf anche Mikhailov 1997: 84-88; 125-145). Questo documento, le cui vicende si intrecciano stranamente con quelle di BdC sul piano dei rapporti con l’intelligencija del luogo e con Vatroslav Oblak (cf Spinozzi Monai 1994b), andrebbe collegata alle sue convinzioni sul carattere čakavo del tersko, una questione che non possiamo affrontare qui, ma che è stata dibattuta tra gli slavisti fin quasi ai giorni nostri (cf Lenček 1978; Bonazza 1988).
Dopo BdC, le Valli del Torre, oltreché diventare sempre più vuote (cf Spinozzi Monai 1996b: 207, nota 14; per un aggiornamento cf Ruttar 2009a/b), resteranno pressoché mute per diversi decenni – se escludiamo l’inchiesta ALI di Ugo Pellis del 1926 e 1930 (Spinozzi Monai 1996b: 216) –, fino alla visita di uno studente di Padova, allievo di Arturo Cronia, che nel 1940, sulla scia di BdC, trascriverà nell’Alta Val Torre 140 testi, tuttora inediti (lo studente si chiamava Milko Matičetov). E ancora fino alle ricerche di altri due studenti dello stesso Ateneo, Ermacora Vidoni e Nicolò Persici, autori di due tesi di laurea (cf Bibliografia), che pongono fine al lungo silenzio della ricerca ‘istituzionale’. Segue un breve lavoro dello stesso Cronia (1950), quindi, negli anni Sessanta, rilevamenti legati a progetti di diverso respiro, che vedono impegnate giovani leve sia sul versante romanzo sia su quello slavo (Spinozzi Monai 1996b: 216 seg.), cui partecipano, tra l’altro, allievi del Ramovš della statura di Tine Logar e di Pavle Merkù, slavista anomalo dagli interessi eminentemente musicali, che, come ricordato nella Premessa, ha dedicato una parte considerevole della propria vita a queste valli (cf Spinozzi Monai 2007). Nelle sue inchieste Pavle Merkù ha ricalcato l’itinerario di BdC, così come documentato dai Materiali II e dal succinto rendiconto della sua rivisitazione a queste terre del 1901 (BdC 1902). I risultati delle sue escursioni, oltre ad essere confluite in numerose monografie (cf la Bibliografia Merkù in Merkù 2006: 15-23), hanno dato corpo al Lessico/Besedišče, che raccoglie pure le voci attinte a tutte le pubblicazioni e a tutti i manoscritti di cui si ha conoscenza, compresi i testi dei Materiali II e quelli trascritti da Matičetov, e comprese le due tesi di laurea citate. Abbiamo ignorato i riscontri relativi ai Materiali II per non confonderli con le rilevazioni di epoca recente. Introduzione  La disponibilità di un materiale così vasto ha permesso a Merkù di individuare cinque sottovarietà, a sviluppo polare est ovest (cf Merkù 1985), che sarebbe interessante riconsiderare alla luce del Glossario. Le pagine introduttive della sua raccolta lessicografica contengono informazioni, che, se ‘travasate’ nel presente lavoro, come concesso dalla magnanimità dell’Autore, verrebbero ad integrare quelle da noi fornite. Ma, auspicando che il Lessico/ Besedišče veda la luce in tempi brevi, ci mettiamo in posizione di attesa con quanti condividono l’auspicio, per (ri)leggerle nell’opera alla quale erano state destinate
fonte
http://bos.zrcsazu.si/c/Dial/JanBaudouindeCourtenay/Liliana%20Spinozzi%20Monai%

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