17 mar 2017

«Friulani e sloveni insieme per la legge elettorale»

Udine/Viden
«Friulani e sloveni insieme per la legge elettorale» Friulani e sloveni si muovano uniti, affinché la nuova legislazione elettorale italiana consideri i bisogni di entrambe le comunità linguistiche. L’appello giunge dall’Assemblea della comunità linguistica friulana, che si è riunita sotto la guida dal presidente Diego Navarria, sindaco del Comune di Carlino. All’assemblea, prevista dalla legge regionale, hanno aderito oltre cento comuni (per essere precisi, 102). Il legislatore regionale ha previsto due analoghe istituzioni anche per le minoranze di lingua slovena e tedesca. I friulani hanno nuovamente rigettato la possibilità che il Friuli-Venezia Giulia sia diviso in due circoscrizioni elettorali (come fissato dal cosiddetto Italicum). Come alternativa propongono che anche nella nostra regione vengano introdotte, sul modello dell’Alto Adige/Südtirol e della Valle d’Aosta/ Vallée d’Aoste, circoscrizioni elettorali più piccole, che faciliterebbero l’elezione di un parlamentare di lingua slovena e friulana. All’assemblea (cui hanno presenziato 50 sindaci) sono, inoltre, state mosse critiche allo sbarramento elettorale del 20% che, sempre in base all’Italicum, i partiti o liste espressione di minoranze linguistiche devono superare a livello regionale per eleggere deputati. Di fatto, lo sbarramento vale solo per il Fvg, considerato che in Südtirol e in Vallée d’Aoste i partiti etnici di raccolta superano abbondantemente il 20% dei voti. L’assemblea della comunità linguistica friulana ha fatto del tutto proprie le posizioni e le richieste del Coordinamento democrazia costituzionale, diretto a livello nazionale dall’ex senatore Felice Besostri (che venerdì 17 febbraio è stato ospite dell’Unione culturale-economica slovena-Skgz e dell’Associazione Darko Bratina) e il cui portavoce regionale è l’avvocato udinese Luca Campanotto. Nell’esaminare l’Italicum, la Corte costituzionale non ha toccato la questione delle minoranze etniche, in quanto in precedenza già il tribunale di Trieste-Trst aveva rigettato la richiesta che, rispetto alla legislazione elettorale, il Fvg fosse equiparato alla Valle d’Aosta/ Vallée d’Aoste e al Trentino-Alto Adige/Südtirol. Il problema è di natura giuridica e politica. All’assemblea Navarria si è mostrato critico sia verso le provincie sia verso le nuove Unioni territoriali intercomunali (Uti), nate in base alla riforma delle autonomie locali. Il sindaco di Carlino si è detto convinto che per il friulano le provincie non siano state un elemento di unione – e di certo la sua dichiarazione non ha fatto piacere al presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, che era presente all’assemblea. L’esponente della Lega Nord è, infatti, fortemente convinto che l’abolizione delle provincie abbia colpito pesantemente la comunità linguistica friulana. Da qui la richiesta al centrodestra di impostare nuovamente le abolite provincie, in caso di vittoria alle elezioni regionali del 2018. Navarria non ha fiducia nemmeno nelle Uti; per lui il futuro è rappresentato in modo particolare dai Comuni. Nell’Assemblea della comunità linguistica friulana siedono sindaci di tutti i partiti e di tutte le coalizioni politiche, quindi non c’è da aspettarsi che si trasformi in un partito politico o in un movimento elettorale. Navarria e i colleghi opereranno soprattutto come movimento di opinione pubblica, che eserciterà pressione sul Parlamento e sui partiti. In ciò, i friulani contano sull’aiuto delle comunità di lingua slovena e tedesca.
 (Primorski dnevnik, 15. 2. 2017)
da Slovit del 28 febbraio 2017

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