5 apr 2017

‘Paese di frontiera’, così Menichini cantò un mondo dolente e incantato

‘Paese di frontiera’ non è stata una semplice raccolta di poesie, ma un vero e proprio poema dedicato alla propria terra, le Valli del Natisone. A distanza di qualche decennio ormai dall’uscita dell’opera poetica di Dino Menichini, nato a Stupizza (Pulfero) nel 1921 e deceduto a Udine nel 1978, rileggere quelle pagine conferma le parole di Andrea Zanzotto, che in quei versi vide “rara finezza e levità di tessuto e insieme una compostezza del dettato cui fa da contrappunto, molto delicatamente, la rottura costituita degli inserti sloveni.”
Quelle parole si possono rileggere ora grazie all’iniziativa della Provincia di Udine che, su sollecitazione di Gianfranco Ellero, ha ristampato il volume che è stato presentato venerdì 31 marzo nella sala consiliare di Pulfero.
All’introduzione del sindaco Camillo Melissa, che ha ricordato come Menichini occupi un posto di rilievo nella letteratura italiana, ha fatto seguito l’intervento del presidente della Provincia, Pietro Fontanini, che non ha mancato di sottolineare la bellezza dei luoghi cantati dal poeta e come Menichini abbia rappresentato e rappresenti, in quanto vero poeta, “una rarità, una cosa preziosa”.
Ellero, storico e critico, amico di Menichini, ha ricordato un episodio – citato anche in un suo breve testo a corredo del poema – dell’aprile del 1972, quando percorse la valle del Natisone per fotografare i luoghi raccontati in versi dal poeta. Si fermò a Tiglio in un negozio dove vendevano gubane, chiese del pane e, al momento di pagarlo, la signora del posto gli disse che non era necessario: “Non sta lavorando per noi?” gli disse. Episodio significativo, secondo Ellero, della generosità di questa terra e della capacità di riconoscere quanto altri fanno per essa.
Per il critico “Menichini non fu riconosciuto grande poeta nel 1973, quando uscì il libro, ma molto prima. Gli scrittori di versi sono frequenti, i veri poeti sono pochi, e averne avuto uno in un luogo come le Valli del Natisone è una cosa straordinaria.”
Il volume comprende anche il testo introduttivo di Ellero alla prima edizione. Rilette oggi, suonano amare le parole che allora, era il novembre 1972, scrisse: “Se non riusciremo (soggetto: noi italiani) a creare nelle Valli posti di lavoro in nuovi settori produttivi; se non sentiremo, finalmente, la missione di civiltà consistente nell’impedire la distruzione di una delle più antiche etnie europee ancora viventi; se non daremo a questa gente non il diritto, ma la fierezza ed i mezzi per essere se stessa, entro pochi anni le Valli saranno deserte o, quanto meno, vuote di slavi.”
Il libro ‘Paese di frontiera’, che è stato consegnato gratuitamente ai presenti, verrà tra l’altro distribuito nelle scuole del territorio.

http://novimatajur.it/cultura/paese-di-frontiera-cosi-menichini-canto-un-mondo-dolente-e-incantato.html

3 commenti:

  1. ‘Paese di frontiera’, così Menichini cantò un mondo dolente e incantato

    RispondiElimina
  2. Cara Olga, nei paesi di frontiera spesso devono sopportare tante ingiustizie, e coi nascono dei veri poeti!!!
    Ciao e buona serata cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
  3. Caro Tomaso ,mio affezionato lettore ,ti auguro buona serata con la tua famiglia!Un abbraccio e un sorriso ...

    RispondiElimina


Il tuo commento è l'anima del blog,
Grazie della tua visita e torna ogni tanto da queste parti , un tuo saluto sarà sempre gradito. *Olgica *

ultimo post

auguri