4 mag 2017

Le nostre usanze sono una ricchezza

Le uova decorate (pierhi), il prajtl, le raganelle (darkatavce, laskotci, čički, kariole, brklce), i Santi sepolcri (Božji grobovi), le colombine (galobice), la benedizione dei cibi …Anche quest’anno per Pasqua in alcuni paesi, dalla Valcanale alla Benecia e passando per Resia, si sono ripetute queste antiche tradizioni, che hanno conferito particolari magia e atmosfera alla principale festività cristiana. Qualche giorno dopo si sono svolte le rogazioni nei campi per la ricorrenza di San Marco, secondo tradizione aquileiese. Ora tocca alle sagre (sejmi, in Valcanale žegni), che portano vivacità e allegria nell’estate di paesi grandi e piccoli.
Tra gli sloveni della provincia di Udine sono state fino a oggi conservate antiche usanze ancora molto amate. Usanze simili sono presenti anche in Slovenia e Carinzia e ciò dimostra chiaramente come anche la cultura di Benecia, Resia e Valcanale rientri nello spazio culturale sloveno.
Le usanze tradizionali si svolgono in tutto l’arco dell’anno e sono strettamente legate al lavoro nei campi e all’anno ecclesiastico. Alcune sono presenti con maggior forza in alcune località, altre sono state conservate solo in qualche paese.
Al termine dell’anno vecchio e all’inizio di quello nuovo csi svolge la questua (koleda). Bambini e adulti si recano di casa in casa a augurare ogni bene per l’anno nuovo e le padrone di casa donano loro dolciumi. Per l’Epifania (Sveti Trije Kralji), il 6 gennaio, un tempo i padroni di casa benedicevano le case, le stalle, i depositi per il fieno e tutti i locali. Nei campi facevano segni con fasci di paglia accesi, dicendo: «Sejme, sejme. Buog di ‘no bobro lieto. In Sveti Tarje Kraji, ki sta Jezusa obdarovali, obdarujta tudi nas». Così invocavano i tre Re Magi, affinché fossero generosi con loro allo stesso modo in cui lo erano stati con Gesù.
Il periodo del carnevale ha in Benecia e Val Resia una storia lunga e ricca, visto che anche gli etnografi sostengono che i festeggiamenti del carnevale provengano dai tempi pagani, quando i nostri antenati festeggiavano il passaggio dall’inverno alla primavera. Perc questo le maschere tradizionali sono molto colorate e portano campanellini, così da risvegliare la terra dal sonno invernale.
Alla Pasqua è stato accennato a inizio articolo. Di belle usanze ce n’è davvero molte. L’espressione slovena con cui si dice «Pasqua»«Velika nuoč», è legata alla liturgia del Patriarcato di Aquileia e alla notte di veglia sul sepolcro di Gesù. La tradizione pasquale maggiormente rispettata è quella di portare a benedire i cibi pasquali, così come in Slovenia e in tutto il mondo slavo.
Nella ricorrenza di San Marco, il 25 aprile, si svolgono le rogazioni nei campi, durante le quali sono benedetti i campi. Un tempo erano la festa della speranza, dove con la preghiera la gente chiedeva a Dio di essere protetta da fame, malattia e guerra e di proteggere il raccolto da grandine e saette. Queste proccessioni oggi rappresentano una bella occasione d’incontro e per dare unpo’ di vita a paesi di montagna quasi abbandonati.
5Poljubljanje krizev v Viskorsi
Bacio delle Croci-Poljubljane Križev
Per San Giovanni in alcuni paesi della Benecia sono state mantenute antiche tradizioni come quelle dei falò (kresuovi) e delle croci e ghirlande di fiori (križaci in kancilni), nonché pietanze particolari. In estate ogni paese ha la propria sagra (che in Valcanale è chiamata žegen), in corrispondenza della quale si può sentire scampanottare (tonkanje o škampinjanje). Nelle Valli del Torre si svolge anche il bacio delle croci tra parrocchie.
La maggiore festa mariana è rappresentata dall’Assunzione di Maria del 15 agosto (Rožinca), in occasione della quale è ancora abbastanza diffusa la benedizione dei fiori e delle erbe. In alcuni paesi l’8 settembre è festeggiata la nascita di Maria e la festa è chiamata Bandimica. Le sagre dell’autunno sono chiamate Burnjak e sono legate alla castagna, che un tempo era importante per l’economia della Benecia.
La festività di Ognissanti (Vahti) è molto osservata, perché il collegamento coi defunti è molto forte tra la nostra gente. Un’usanza tradizionale ancora conservata è quella della raccolta dei panetti dei morti (hliebce brat). Bambini e adulti si recano a pregare di casa in casa; in cambio un tempo i padroni davano loro panetti, oggi anche denaro.
In Valcanale è forte il legame con San Nicolò, che si reca per i paesi insieme a un angelo e ai krampus (parklji), per donare dolciumi ai bambini.
In Benecia l’Avvento è contraddistinto dalla Novena di Natale (Devetica božična). Un tempo questa si svolgeva nei paesi in cui ci fossero almeno nove famiglie. La devozione si svolgeva senza sacerdote e iniziava la sera. Le persone s’incontravano in nella casa in cui si trovava l’immagine della Sacra Famiglia, per tutta una notte e un giorno. Con belle parole la padrona si accomiatava dalla Madre di Dio, dopodichè una processione si recava da un’altra famiglia. La padrona salutava e accoglieva sotto il proprio tetto la Vergine Maria, dopodichè venivano pregato il rosario e cantate le litanie lauretane e alcune canzoni natalizie. Al giorno d’oggi la Devetica è diversa. Viene ancora organizzata nelle parrocchie di Drenchia/Dreka, Liessa/Liesa e Cravaro/Kravar, ogni sera in un paese diverso. Il periodo di Natale ha tre notti sante (di Natale, l’ultima dell’anno e quella tra il 5 e il 6 gennaio) in cui le campane si fanno sentire da mezzogiorno a mezzanotte.
procesija-processione
Tutte le tradizioni elencate rappresentano una grande ricchezza dal punto di vista di fede e culturale. Vanno rispettate e trasmesse alle giovani generazioni nella loro forma reale, perché vengono perse o ripetute in modo sbagliato quando il loro vero significato non è conosciuto. Ciò avviene perchè lo stile di vita è cambiato, nel senso che non è più legato al lavoro nei campi e alla chiesa.
È necessario, inoltre, rendersi conto che al giorno d’oggi le usanze tradizionali sono utili anche in chiave turistica, perchè possono richiamare persone da ogni dove. Non da ultimo, perché sono legate ai cibi tipici.
in sloveno qui http://www.dom.it/domacih-navad-ne-smemo-zapraviti_le-nostre-usanze-sono-una-ricchezza/

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