Il comune di Torreano/Torean/Tauarjana è uno dei comuni della provincia di Udine in cui convivono centri di pianura, dove oltre all’italiano si parla la variante locale di friulano, e centri montani, dove oltre all’italiano gli abitanti parlano la variante locale di sloveno – e spesso anche il friulano. Dalle borgate montane nelle giornate più limpide il panorama spazia sulla pianura e in lontananza l’azzurro del cielo sembra confondersi col mare. A Masarolis/Mažeruola, uno dei centri montani, vive dalla nascita Natascia Spelat, che ha 39 anni. Assieme al marito e al figlio di 3 anni continua a risiedere in paese, mentre lavora a Cividale.
Abita a Masarolis, una delle frazioni montane del comune di Torreano. Quali aspetti la caratterizzano maggiormente?
«Nel mio paese regnano pace e tranquillità e al tempo stesso abito vicino a una cittadina. Rispetto a altri paesini montani maggiormente distanti dai centri più grandi, gli abitanti di Masarolis sono fortunati, perché percorrendo solo 12 km di strada dispongono di tutte le comodità».
In quali occasioni dell’anno gli abitanti di Masarolis «fanno comunità»?
«Come in tutti i paesini di montagna, fino a un paio di anni fa i due bar del paese rappresentavano un punto di ritrovo sia per i giovani sia per le persone più anziane. Ora sono chiusi. A Masarolis resta attivo il consiglio parrocchiale, mentre da poco è stata costituita una Pro Loco. Manca, però, un luogo di ritrovo per gli anziani – forme d’intrattenimento, anche una semplice partita a tombola. Non c’è niente. Ora come ora si fa comunità quando si va a messa, quindi in chiesa. Fino a poco tempo fa il avevamo la fortuna di assistere alla messa nella chiesa di Masarolis sia il venerdì sia la domenica. Ora che don Valerio Della Costa è diventato parroco a Pavia di Udine, di sicura è rimasta solo la messa della domenica, che viene officiata da un prete esterno. Un momento di ritrovo annuale è rappresentato dalla festa della Madonna del Carmine, organizzata grazie a un piccolo gruppo di paesani e alla parrocchia. Sempre un gruppo di paesani organizza, inoltre, la festa degli alpini. Questi sono i principali eventi ai quali partecipa tutta la comunità».
Secondo Lei, quali particolari necessità presenta Masarolis rispetto alle borgate del comune di Torreano che si trovano in pianura?
«Sicuramente a Masarolis disponiamo di meno servizi e questo è, secondo me, comprensibile. Ad abitare Masarolis saremo circa una sessantina ed è, quindi, ovvio disporre di meno servizi. Per chi è residente in paese la macchina è necessaria, se non si vuole essere isolati dal resto del mondo, anche se bisogna dire che, specie durante l’anno scolastico, sono attive anche alcune corse in corriera che collegano il paese alla pianura. Il cruccio maggiore è, forse, rappresentato dalle strade, perché quelle che portano al paese non sono delle migliori e sono piene di buche, anche perché sono percorse da mezzi pesanti, come i camion della vicina cava di pietra o i mezzi di chi lavora nel bosco».
Quali lingue parlate a Masarolis e nelle altre borgate del comune?
«A Masarolis/Mažeruola, Tamoris/Tamora e Reant/Drejan parliamo italiano e dialetto sloveno – perlomeno le persone più anziane; nelle frazioni scendendo verso Torreano e la pianura, invece, gli abitanti parlano italiano e friulano».
Tra queste lingue, Lei quali parla?
«Parlo l’italiano, mentre capisco il dialetto sloveno e anche il friulano, che però non parlo».
Accanto all’italiano e all’inglese – quali lingue vengono insegnate nei plessi scolastici del comune?
«Mio figlio frequenta la scuola d’infanzia di Torreano e, a quanto ne so, all’asilo viene insegnata qualche ora di friulano, così come anche alle scuole primarie».
Come giudicherebbe l’introduzione dell’insegnamento dello sloveno nelle scuole locali?
«Essendo il comune di Torreano un comune mistilingue, dove, oltre all’italiano, nella zona di pianura si parla il friulano e nella zona montana si parla lo sloveno, a mio parere si tratterebbe di una riscoperta della nostra lingua. A conoscere lo sloveno, però, siamo una piccola parte della popolazione del comune. Introdurre lo sloveno a Torreano stesso potrebbe anche essere considerata una sorta di presunzione, perché lì non si parla lo sloveno».
In che modi potrebbe essere valorizzato il patrimonio dialettale sloveno di Masarolis e delle altre frazioni del comune?
«Secondo me è molto difficile valorizzarlo, perché ormai è parlato solo dalle persone più anziane. Ad esempio i miei genitori lo parlano, ma io no. Sarebbe bello, ma la ritengo una cosa difficile, perché le persone che parlano correntemente il dialetto sloveno nella quotidianità sono poche».
Quali potenzialità vede nel paese in cui ha scelto di vivere?
«Il paese non offre molte opportunità. Come ho già detto, da qualche anno non dispone più neanche di un bar. Dispone di un centro sociale donato da Fidenza, che ormai è parrocchiale e viene usato per feste e dai pellegrini che percorrono il Cammino celeste. A chi lo richiede, la struttura viene concessa in uso in cambio di un contributo. Masarolis dispone anche della canonica, che ora non è occupata e che potrebbe essere utilizzata. A livello parrocchiale addirittura Torreano, che è capoluogo comunale, non dispone più di un parroco fisso e pare che la stessa parrocchia dipenderà maggiormente da Cividale. La maggior parte dei giovani si trasferisce a valle, nelle cittadine, dove trova più comodità. Il paese, dove risiedono più o meno 5 bambini, si sta spegnendo rispetto agli anni della mia gioventù. Eppure, come dicevo prima, è un bel paese a soli 12 km da Cividale – una distanza irrisoria, almeno per me che ho scelto di lavorare tutto il giorno giù e trovare pace quando arrivo a casa. A ogni modo, di recente si è stabilita qui una coppia un po’ giovane proveniente da fuori – e questo ci ha rincuorato un po’ tutti»
A Masarolis la pace sta quasi in città
RispondiEliminaCara Olga, passo per il mio caloroso saluto.
RispondiEliminaCiao e buona domenica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Buona domenica anche a te!
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