Cosa non si fa per un pugno di voti in più
Elezioni in arrivo, teniamoci forte! Noi sloveni della provincia di Udine siamo da sempre abituati a finire nell'occhio del ciclone ogni qualvolta si avvicina un appuntamento con le urne. Il clima si riscalda, partono frecciate di becero nazionalismo e si suddivide il mondo in buoni e cattivi, dove, con un'inversione di ruoli da manuale di psicoanalisi, i primi sono coloro che hanno rinunciato alla propria identità etnico-linguistica per assimilarsi in tutto e per tutto all'elemento dominante e i secondi coloro che difendono strenuamente il patrimonio culturale tramandato loro dai padri e che arricchisce (solo dalle nostre parti si trova chi non se ne rende conto!) la regione e l'Italia intera. E le teorie secondo le quali i nostri semplici dialetti sloveni (lo dicono gli uomini di scienza!) diventano lingue autonome, non sono che l'ultimo e il più subdolo atto di un processo iniziato un secolo e mezzo fa.
Anche questa volta il meccanismo è ripartito. E non ci riferiamo al voto amministrativo del prossimo 11 giugno che interessa anche il rinnovo delle amministrazioni di tre Comuni nei quali è presente e riconosciuta la comunità slovena, seppure qualche candidato non disdegni di soffiare sul fuoco dell'antislovenismo per accapparrarsi una preferenza in più. Gli appuntamenti che contano sono, infatti, le elezioni politiche e regionali della prossima primavera (o magari già del prossimo autunno). Ecco che allora in Consiglio regionale la destra ha presentato una proposta di legge per un nuovo istituto che dovrebbe fare ciò che le organizzazioni slovene già fanno a favore delle parlate locali di Valcanale, Val Resia, Valli del Torre e Valli del Natisone. Un'iniziativa che serve solo ad agitare gli animi, ma non ha alcuna possibilità di concretizzarsi. E anche se per una qualche congiunzione astrale dovesse passare, graverebbe sulle tasche dei contribuenti.
Tutto si può fare per un pugno di voti in più. Anche coprirsi di ridicolo nei confronti della scienza.
Riportato con grande clamore da alcuni mezzi di comunicazione, ad agitare gli animi c'è l'arrivo alle pendici del Canin di un'equipe di studiosi russi per catalogare il materiale genetico della popolazione locale, sia quella attuale che quella passata.
Chissà se oltre alla catalogazione dei resti ossei nei cimiteri sia prevista anche la misurazione dei crani dei viventi, con conseguente valutazione della quantità di materia grigia contenuta.
Questo sì sarebbe un dato davvero utile a capire come si fa ad attendersi da una tale indagine la dimostrazione che i dialetti parlati in valle non sono sloveni. Come se la lingua fosse questione di Dna... M. Z.
copiato interamente dal dom del 31 maggio 2017
Cosa non si fa per un pugno di voti in più
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