16 set 2017

In Val Judrio lo sloveno c’è ancora

Non sempre viene ricordato, ma anche il comune di Prepotto/Prepot/Prapotno è uno dei comuni della fascia confinaria della provincia di Udine con la Slovenia dove, oltre all’italiano, nella zona montana gli abitanti parlano spesso la locale variante di sloveno, mentre nella zona di pianura spesso la locale variante di friulano. Come nei comuni di Nimis, Attimis, Faedis e Torreano, anche a Prepotto entrambe le lingue sono ufficialmente riconosciute e tutelate in base alle leggi regionali e statali in materia.
Dal comune di Prepotto, e più precisamente dalla frazione della zona montana di Bordon/Bordoni, proviene Karen Bordon, che ha 41 anni e due bambini di 4 e 6 anni. Fino a qualche anno fa abitava proprio a Bordon, mentre ora risiede a San Pietro al Natisone/Špietar.
Viene dalla zona montana del comune di Prepotto, dove ancora risiedono i suoi genitori. Cosa la contraddistingue rispetto alla zona del comune verso la pianura?
«A primo impatto sicuramente il paesaggio: nella zona pianeggiante ci sono numerose aziende vitivinicole e, quindi, il territorio è coltivato a vigna, mentre addentrandosi nella valle ci si accorge che il bosco si sta riprendendo i pochi terreni che man mano vengono abbandonati. Chi, invece, vive o conosce le piccole borgate, sa che la zona montana mantiene ancora una piccola parte di tradizioni valligiane e storia non scritta che nel resto del comune è, ormai, andata persa».
Accanto all’italiano, nel territorio del comune di Prepotto si parlano anche le varianti locali di friulano e sloveno. In quali frazioni lo sloveno è ancora parlato?
«E’ vero! In generale, sicuramente il friulano è più usato della variante linguistica slovena – perché i paesi in cui quest’ultima è parlata, oramai, si stanno spopolando. Posso dire che le frazioni in cui qualcuno ancora la parla o la conosce sono: Bodigoi/Budgoji, Cosson/Košoni, Prepotischis/Prapotišče, Ponte Miscecco/Podmieščak, Podresca/Podarskije, Oborza/Obuorča, Covacevizza/Kovačeuca, Berda/Budaži, Codromaz/Kodarmaci, Ciubiz/Čubci, Bordon/Bordoni, Salamant/Salamanti e Podclanz/Podklanc. In questi paesi, però, i giovani rappresentano una percentuale molto bassa e chi usa questa parlata ha un’età superiore ai quarant’anni. La zona di Cialla/Čela la conosco meno; so che qualcuno lì usava la parlata slovena, ma credo che ora sia andata persa».
Come viene vissuto il parlare sloveno?
«Chi lo conosce lo usa normalmente, come chi sa il friulano o qualunque altra lingua».
Lo sloveno viene insegnato nelle scuole del comune?
«Negli ultimi anni nelle scuole del comune è stato attuato un progetto che comprendeva l’insegnamento di qualche ora di sloveno. Però nello scorso anno scolastico questo progetto non è partito, mentre per il nuovo anno scolastico non si sa ancora se ci sarà».
Oltre che nell’uso colloquiale quotidiano – quanto e in quali occasioni è presente nella vita pubblica? In comune, in chiesa…
«In comune lo sloveno è presente sui manifesti bilingui. Se viene proposto qualche progetto transfrontaliero tra Italia e Slovenia, solitamente pubblicazioni di libri, questi sono tradotti nelle due lingue. In chiesa, al momento, è presente nei canti che accompagnano la messa. Se si può considerare vita pubblica, e io direi di si, quando c’è una fisarmonica una cantata tra amici la si fa volentieri».
All’interno della sua famiglia è ancora parlato?
«Mio padre lo parla ancora con le sorelle e con chi vive nella vallata, sia in territorio italiano sia con chi vive sul versante sloveno. Mia madre, invece, essendo figlia di emigranti, non lo parla, pur comprendendolo. Anche io non l’ho imparato, ma sentendolo, qualche volta qualcosa capisco. I miei figli sono iscritti nelle sezioni della scuola bilingue di Savogna/Sauodnja e San Pietro/Špietar e, magari, avranno modo di impararlo».
Il comune di Prepotto è situato a ridosso del confine con la Slovenia. La conoscenza del dialetto sloveno avvantaggia gli abitanti locali nei rapporti con quelli delle vicine zone della Slovenia?
«Per molti anni il confine ha limitato i rapporti tra gli abitanti dei due versanti. Sicuramente, come per ogni territorio di confine, conoscere la lingua dei “vicini” non può essere uno svantaggio».
Quali iniziative potrebbero rinvigorire l’uso del dialetto sloveno locale nelle zone del comune di Prepotto in cui è ancora parlato?
«Se mancano le nuove generazioni – a chi dovremmo proporre le nuove iniziative?»
Attualmente le borgate della zona montana di Prepotto sono abitate soprattutto da persone anziane. Cosa potrebbe, secondo Lei, incentivare i giovani a restare o a tornare a Prepotto?
«Come tutti gli altri, anche i nostri giovani si avvicinano ai luoghi di lavoro. Se il lavoro si trovasse vicino a casa, sarebbero incentivati a fermarsi. Secondo me il problema è che, qualunque iniziativa possa venire proposta, è in ritardo di qualche decennio, considerando la situazione attuale. Spero, comunque, che qualcuno mi smentisca con i fatti».

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