In uno studio dell’Istituto sloveno di ricerca -Slori
la trasmissione intergenerazionale della lingua slovena
Dopo 18 mesi di lavoro si è concluso il progetto mirato
di ricerca sulle «Occasioni e possibilità per la tutela ovvero rivitalizzazione della lingua slovena nella minoranza
nei Paesi contermini». Il progetto è il risultato
della collaborazione tra l’Istituto per le questioni nazionali
(Inv), l’Istituto di ricerca sloveno-Slori, la Facoltà
di filosofia dell’università di Ljubljana e l’Istituto per la
lingua slovena Fran Ramovš Zrc Sazu; è stato finanziato
dall’Agenzia pubblica per l’attività di ricerca della
Repubblica slovena, dall’Ufficio del Governo sloveno
per gli sloveni d’oltre confine e nel mondo e dal ministero
dell’Istruzione, conoscenza e sport. Obiettivo del
progetto è analizzare le modalità di tutela della lingua
slovena in tre territori sloveni individuati nell’area d’oltre
confine: a Porabje (Ungheria), in Croazia nelle zone
di Varaždin e Medžmurska e nella Slavia friulana (Italia).
Nell’ambito del progetto allo Slori è stato affidato il
compito di analizzare le dinamiche nonché i punti di
forza e di debolezza della trasmissione intergenerazionale
dello sloveno tra gli sloveni della Slavia friulana
e di tracciare adeguati orientamenti per la politica
linguistica. Di fronte a scenari internazionali cambiati,
a una legislazione più solida e soprattutto a causa della
presenza della scuola bilingue la ricerca ha vagliato l’ipotesi
se nella Slavia friulana ci siano le condizioni per
la rivitalizzazione linguistica e la deassimilazione delle
generazioni più giovani, il che contempla anche la trasmissione
intergenerazionale della lingua e il ritorno
dell’insegnamento dello sloveno tra gruppi nei quali la
trasmissione della lingua si è interrotta.
Nella ricerca abbiamo utilizzato le espressioni “sloveno”
e “lingua slovena” sia per le varianti dialettali che
per la lingua standard, fatta eccezione laddove si fa
espresso riferimento al dialetto. Consideriamo, infatti,
la lingua standard slovena e il dialetto come un continuum,
dal momento che entrambi sono forme espressive
della lingua slovena.
Abbiamo raccolto ed elaborato i dati utilizzando
metodi di qualità. Attraverso le interviste con i genitori
degli alunni della scuola bilingue, abbiamo analizzato
la trasmissione intergenerazionale della lingua tra tre
generazioni: dei nonni, dei genitori e dei bambini.
Abbiamo individuato i destinatari del sondaggio con
l’aiuto della dirigenza della scuola e li abbiamo contattati
nella primavera del 2017. Ci interessavano soprattutto
i singoli individui che hanno radici slovene, ma
per i quali nelle precedenti generazioni c’è stata un’interruzione
della trasmissione della lingua slovena, e/o i
singoli, che desiderano che i propri figli imparino nuovamente
lo sloveno e hanno deciso quindi di iscriverli
alla scuola bilingue.
Le narrazioni non trasmettono la verità obiettiva, ma
l’interpretazione narrativa della verità. La dimensione
temporale, invece, permette di osservare i cambiamenti
della vita familiare, che sono legati a situazioni
esterne. Nella ricerca abbiamo contemplato quattro categorie
di genitori dei bambini, che nell’anno scolastico
2016/17 frequentavano la scuola primaria bilingue di
San Pietro al Natisone: genitori che parlano la lingua
slovena; genitori che non parlano lo sloveno, ma hanno
radici e identità slovene, e che sono reduci da un’interruzione
intergenerazionale nella trasmissione della
lingua slovena; genitori che non parlano la lingua slovena
e che non hanno l’identità slovena, ma che hanno
antenati sloveni (in seguito: genitori assimilati); genitori
che non hanno legami con il mondo sloveno della
Slavia friulana (in seguito: genitori di origine italiana o
di altra origine).
(…)
Lo sloveno in Benecia non è presente in modo uniforme
sul territorio: nelle situazioni di conversazione
in pubblico ha un ruolo marginale, e lo stesso vale nel
contesto familiare. Anche a scuola non ha un ruolo dominante
in confronto con l’italiano, che prevale come
lingua colloquiale tra alunni e tra il personale. L’utilizzo
della lingua slovena riguarda le attività culturali (scuole
di musica, manifestazioni, cori anche parrocchiali,
gruppi folcloristici, attività alpinistiche, carnevale ed
altre usanze).
I genitori considerano i propri figli bilingui, anche se
l’esposizione alle due lingue non è equilibrata, il che
sicuramente incide sullo sviluppo delle competenze
linguistiche e delle abilità espositive.
L’istruzione bilingue rappresenta per la Slavia friulana
un traguardo importante, ma questa non è ancora
una condizione sufficiente per tutelare o ravvivare la
trasmissione intergenerazionale della lingua. Dalle interviste
emerge che i genitori delegano alla scuola e
alle attività extrascolastiche la creazione di contesti nei
quali si sviluppa la conoscenza della lingua slovena.
In base a quanto esposto forniamo i primi suggerimenti
e raccomandazioni.
La scuola diventa il principale fattore di socializzazione
in lingua slovena nella prima infanzia, ma le famiglie
non devono rinunciare al loro compito di trasmissione
intergenerazionale della lingua, che è uno dei più importanti
fattori di tutela linguistica.
D’altro canto la scuola, accanto all’attività ordinaria,
deve preoccuparsi di promuovere il più possibile
l’uso della lingua a scuola (lo sloveno come lingua
colloquiale tra personale docente e non, promozione
dell’uso dello sloveno tra coetanei, cura del contesto
linguistico negli spazi scolastici, che possiamo corredare
con cartelloni che riportano in lingua slovena i nomi
di oggetti, ecc.).
Anche nel più ampio contesto sociale, a San Pietro al
Natisone sarebbe opportuno curare l’uso della lingua
slovena (scritte pubbliche e private in sloveno), affinché
lo sloveno diventi la lingua locale e non solo della
vicina Slovenia.
La generazione più vecchia di coloro che usano ativamente il dialetto sloveno rappresenta una fonte
preziosa e per questo è necessario promuovere il più
possibile la collaborazione intergenerazionale.
Negli adulti che hanno una certa padronanza della
lingua e del dialetto sloveni va promosso l’uso attivo
della lingua e il superamento del sentimento di vergogna.
Molte persone hanno una certa conoscenza della
lingua e dialetto sloveni, ma non li usano perché non
le parlano scorrevolmente. Con un coerente uso della
lingua slovena comunichiamo ai giovani, che tutti ci
impegniamo per trasmettere un segnale di incoraggiamento.
Per il ruolo pubblico che rivestono, gli operatori culturali
rappresentano un esempio di coerente uso dello
sloveno anche nella sfera privata.
Maja Mezgec
(Primorski dnevnik, 15. 4. 2018)
da Slovit
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