Leto 2018 je bilo v Sloveniji in širšem slovenskem kulturnem prostoru Cankarjevo leto, s katerim so ob stoletnici njegove smrti želeli počastiti spomin na največjega slovenskega pisatelja. Cankar, ki je bil tudi esejist in politik, je z nekaterimi svojimi spisi in nastopi zaznamoval tudi politično dogajanje, njegove misli pa so še danes zelo aktualne. V Cankarjevem letu so se zvrstile številne razstave (beri TUKAJ) in druge prireditve ter projekti (npr. Cankar v stripu), izšlo je tudi več različnih knjig. Med temi je tudi dvojezična zbirka črtic “Na otoku-Sull’isola”, ki jo je izdalo Založništvo tržaškega tiska. Izbor desetih črtic, ki jih je Cankar napisal med letoma 1899 in 1913, slovenskega avtorja italijanskim in slovenskim bralcem predstavlja v nekoliko drugačni luči. V besedilih, ki jih je prvič v italijanščino prevedla Paola Lucchesi, se odsevajo pojavi in problemi univerzalnega značaja, ki niso značilni le za slovenski ustvarjalni prostor na prelomu med 19. in 20. stoletjem, temveč ostajajo še vedno zelo aktualni. Urednica publikacije in avtorica uvodnega zapisa je Marija Mitrović, ki bo v sredo, 15. maja, ob 18. uri o zbirki in Cankarju spregovorila v Čedadu, na sedežu KD Trinko (ul. Trinko 8), ki je organizator tega literarnega večera. Spodaj objavljamo del izvleček članka (v italijanščini), s katerim smo februarja bralcem Novega Matajurja predstavili dvojezično knjigo.
La maggior parte delle (non molte) traduzioni in italiano di prose di Ivan Cankar risalgono a non più tardi degli anni Ottanta. Un nuovo libro di quello che è considerato lo scrittore sloveno per antonomasia, del quale nel 2018 si sono ricordati i cento anni dalla scomparsa, è quindi un prezioso strumento per poter comprendere – se non si conosce la lingua slovena – una scrittura e un pensiero che hanno lasciato il segno nella letteratura slovena, e che appaiono – soprattutto – decisamente attuali. Il titolo dell’edizione bilingue edita da ZTT-EST è ‘Sull’isola’, in originale ‘Na otoku’. È anche il titolo di uno dei dieci racconti brevi che compongono la pubblicazione. Scelta che ci fa conoscere uno Cankar diverso da quello usuale, come ricorda nella sua introduzione Marija Mitrović (che ha curato il volume, mentre la traduzione dallo sloveno è di Paola Lucchesi). Cankar, come nelle sue opere più note, da ‘Il servo Jernej e il suo diritto’ a ‘Martin Kačur’, in questi racconti riesce a penetrare nei segreti dell’animo umano, non disdegna, pur se sotto forma di metafora, prese di posizione su temi politici e sociali, usa il sarcasmo per parlare di cose serissime, si occupa e preoccupa di chi vive in condizioni di vita molto difficili.
Il racconto che dà il titolo al libro potrebbe, a parte forse l’ambientazione, essere stato scritto da Edgar Allan Poe. Il protagonista, naufrago su un’isola che crede deserta, si ritrova in realtà a dover fuggire da un animale immondo. Il libro contiene ancora i racconti ‘L’uomo che perse il suo credo’, ‘Il malfattore’, ‘L’asino istriano’, ‘Litigio all’osteria’, ‘Festa di maggio’, ‘Sgusciando piselli’, ‘Notte’, ‘Guerra’ (racconto scritto nel 1913, quindi poco prima che la guerra davvero colpisse le popolazioni di tutta Europa, portando morte e miseria) e ‘Vecchi cappotti’.
La maggior parte delle (non molte) traduzioni in italiano di prose di Ivan Cankar risalgono a non più tardi degli anni Ottanta. Un nuovo libro di quello che è considerato lo scrittore sloveno per antonomasia, del quale nel 2018 si sono ricordati i cento anni dalla scomparsa, è quindi un prezioso strumento per poter comprendere – se non si conosce la lingua slovena – una scrittura e un pensiero che hanno lasciato il segno nella letteratura slovena, e che appaiono – soprattutto – decisamente attuali. Il titolo dell’edizione bilingue edita da ZTT-EST è ‘Sull’isola’, in originale ‘Na otoku’. È anche il titolo di uno dei dieci racconti brevi che compongono la pubblicazione. Scelta che ci fa conoscere uno Cankar diverso da quello usuale, come ricorda nella sua introduzione Marija Mitrović (che ha curato il volume, mentre la traduzione dallo sloveno è di Paola Lucchesi). Cankar, come nelle sue opere più note, da ‘Il servo Jernej e il suo diritto’ a ‘Martin Kačur’, in questi racconti riesce a penetrare nei segreti dell’animo umano, non disdegna, pur se sotto forma di metafora, prese di posizione su temi politici e sociali, usa il sarcasmo per parlare di cose serissime, si occupa e preoccupa di chi vive in condizioni di vita molto difficili.
Il racconto che dà il titolo al libro potrebbe, a parte forse l’ambientazione, essere stato scritto da Edgar Allan Poe. Il protagonista, naufrago su un’isola che crede deserta, si ritrova in realtà a dover fuggire da un animale immondo. Il libro contiene ancora i racconti ‘L’uomo che perse il suo credo’, ‘Il malfattore’, ‘L’asino istriano’, ‘Litigio all’osteria’, ‘Festa di maggio’, ‘Sgusciando piselli’, ‘Notte’, ‘Guerra’ (racconto scritto nel 1913, quindi poco prima che la guerra davvero colpisse le popolazioni di tutta Europa, portando morte e miseria) e ‘Vecchi cappotti’.
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