15 feb 2020

Debeleš privablja nove vaščane - Debellis attira nuovi paesani



La frazione di Debellis/Debeleš di Taipana/Tipana ha iniziato il nuovo anno con alcune belle novità. Riguardano, in particolare, la presenza di nuovi residenti nel borgo. Sono arrivate due famiglie con bambini e tre persone singole. Alcuni arrivano da fuori regione, altri addirittura dall’estero. Al momento, quindi, la comunità locale conta poco meno di 40 anime, tra uomini e donne. E ci sono due bambine piccole, una venuta alla luce lo scorso anno.
Debellis/Debeleš è una delle poche località del comune dell’orso, a eccezione di Prossenicco/Prosnid, che attrae nuovi residenti (oltre a mantenere quelli già stabili), anche per la vicinanza alla vallata e alla contermine municipalità di Nimis/Neme.
Gli autoctoni sono felici di questi nuovi vicini di casa e auspicano un’integrazione che renda la frazione ancora più viva.
Il cuore pulsante di Debellis/Debeleš resta la chiesa. Il luogo di culto ospita nella parte inferiore una bella sala per gli incontri comunitari. Anche quest’anno, in occasione delle festività natalizie, i residenti hanno avuto modo di farsi gli auguri e di stare in compagnia proprio grazie a questo spazio.
Fondamentale resta anche la presenza del bar, l’unico rimasto, proprio di fronte alla chiesa. Ma purtroppo le prospettive non sono buone per il locale. Lorella, titolare storica, sente infatti forte il peso della burocrazia, anche per l’introduzione delle nuove modalità di erogazione dello scontrino. «Non è semplice portare avanti un’attività come la mia, che di fatto ha un valore sociale, più che economico – dice –. Gli introiti sono veramente bassi. Ciononostante, anche a Natale, io e la mamma abbiamo deciso di aprire il bar e diversi sono stati i compaesani che si sono incontrati nel locale per un momento conviviale. Sappiamo di essere l’unico riferimento, ormai, e l’idea di chiudere non ci sorride affatto. Ma non possiamo andare avanti così. Abbiamo già scelto di eliminare la parte della ristorazione, per contenere i costi. Costi che, però, restano purtroppo alti, a partire dal semplice pagamento della corrente elettrica e del riscaldamento, senza contare le tasse e tutti i balzelli ».
«In questo modo le comunità di montagna muoiono anche perché i giovani non vengono incentivati in alcun modo a investire le loro forze in zone svantaggiate come quelle in cui viviamo», conclude. (Paola Treppo)

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