tratto interamente dal quindicinale Dom
Lusevera. Il Museo etnografico
Lusevera. Il Museo etnografico
punta a rilanciarsi
La conferma dell’accoglimento del progetto di tipo europeo presentato per il miglioramento del Museo etnografico di Lusevera/Bardo è arrivato di recente, in gennaio. Il piano steso dall’amministrazione municipale per la valorizzazione del complesso espositivo consentirà di avviare importanti opere di bonifica sull’edificio, andando a eliminare completamente l’umidità. Ma non solo.
«Tra gli interventi previsti – spiega il consigliere comunale Igor Cerno – anche il potenziamento dell’allestimento, in particolare per poter consentire al pubblico di ammirare alcuni documenti cartacei». Tra le altre testimonianze sarà esposto anche uno spartito musicale di Ivan Trinko che sarà protetto da una speciale bacheca isolata dall’ambiente esterno.
«Sempre grazie a questo finanziamento saremo in grado di far conoscere il museo a turisti, studiosi e utenti anche attraverso internet: le significative testimonianze custodite in questi spazi, infatti, saranno messe in rete con altri ambienti espositivi sia italiani che della vicina Slovenia e sarà realizzato un portale dedicato», spiega Cerno.
I fondi a disposizione ammontano a circa 80 mila euro e permetteranno di re-inaugurare il Museo etnografico di Lusevera in occasione della ricorrenza religiosa della Madonna della Salute, la prima domenica di luglio.
L’iniziale patrimonio in mostra sarà composto da circa 300 oggetti, piccoli e grandi, dei 500 che sono stati restaurati e strappati all’attacco dell’umidità e dei tarli. «Saranno presenti a questo speciale nuovo taglio del nastro non solo gli amministratori municipali dell’Alta Val del Torre, ma anche il direttore del Goriœki muzej di Nova Gorica e gli amici di Lubiana che ci hanno sempre fattivamente supportato nei processi di valorizzazione, studio e salvaguardia delle testimonianze custodite nel nostro allestimento».
Per festeggiare l’evento sarà organizzato pure un concerto che vedrà come protagonista l’organo della chiesa di Lusevera, un Nacchini del 1743 in ottime condizioni dopo il restauro curato dalla ditta specializzata Zanin.
Al termine delle opere di miglioramento della struttura, nata come latteria e poi ceduta in comodato al Comune dai soci fondatori, gli spazi del Museo etnografico diventeranno ancora di più punto di riferimento culturale della vallata. Già adesso, grazie alla presenza di una sala polifunzionale, qui sono stati organizzati corsi di sloveno promossi da Guglielmo Cerno, presidente del Centro ricerche culturali di Lusevera, e si incontrano i bambini seguiti dal centro musicale Glasbena matica e il coro Barski oktet di Lusevera.
Per visitare l’esposizione è necessario chiamare preventivamente il Centro ricerche. «Non ci sono orari fissi perché non vi sono sufficienti fondi, al momento, per disporre di personale in maniera stabile. Speriamo che, nel prossimo futuro, grazie a questi progetti europei, si possa tenere aperto almeno nei fine settimana», fa sapere il consigliere Cerno.
Intanto si sta lavorando alla realizzazione di un catalogo, sia cartaceo che virtuale.
Paola Treppo
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