Prove tecniche per l’avvio di un percorso da intraprendere per la creazione di un primo nucleo di base della scuola bilingue a Lusevera e Taipana e trilingue a Malborghetto-Valbruna e Tarvisio.
Il tema è stato approfondito in occasione di un incontro cui hanno preso parte i sindaci Guido Marchiol per Lusevera, Elio Berra per Taipana, Alessandro Oman per Malboghetto-Valbruna e l’assessore Nadia Campana per Tarvisio.
Gli amministratori municipali si sono confrontati con Daniela Beltrame, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale e con l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Molinaro.
«È stata verificata la fondatezza delle richieste messe sul tavolo dai primi cittadini e dall’assessore Campana – spiega Molinaro –. Ci siamo confrontati per Taipana e Lusevera sulla bilingue italiano e sloveno, e per Malborghetto e Tarvisio sulla trilingue italiano, sloveno e tedesco. L’argomento è molto articolato. Al momento si tratta di capire quali spazi ci siano all’interno delle dotazioni organiche esistenti e se si possa avviare già un progetto con qualche eventuale assegnazione di spezzoni d’orario. La bilingue e la trilingue, infatti, esigono delle dotazioni diverse da quelle oggi attive. A parità di organici è necessario verificare cosa poter fare realmente, intervenendo sul piano di insegnamento, che può essere personalizzato. Molto dipende dalla progettualità della scuola».
Molinaro fa notare che, in questo momento, non si può trasformare le scuole dei quattro comuni in bilingue e trilingue. «Si può, però, dare una risposta subito, già da settembre 2012, stante la situazione transfrontraliera dei comuni. Dobbiamo anche capire dove reperire le risorse economiche e professionali necessarie. Il direttore generale, Beltrame, si è impegnato in tal senso». A questo primo vertice ne seguirà un altro, questa volta tra Beltrame e i dirigenti degli istituti comprensivi.
Soddisfatto il sindaco di Lusevera, Marchiol: «Pensare che già a settembre si potrà avviare l’insegnamento della lingua slovena nella nostra scuola ci fa di guardare avanti con ottimismo».
In Alta Val Torre 3 docenti sono di ruolo a 24 ore la settimana e una quarta, a 12 ore la settimana, non lo è, quindi cambia ogni anno. Su quest’ultimo insegnante è possibile intervenire, chiamando un madrelingua sloveno. «In tal modo – dice Marchiol – l’avvio di un primo nucleo di scuola bilingue è a costo zero, fattibile in tempi brevi pure economicamente. È importante che le famiglie dell’Alta Val Torre abbiano la possibilità di scegliere l’insegnamento dello sloveno per i loro figli, vista la vicinanza con la Slovenia. I genitori, peraltro, attraverso un questionario loro sottoposto, si sono espressi chiaramente: due lingue sono un’opportunità per i giovani di oggi».
Il sindaco di Taipana, Berra, si ritiene soddisfatto dell’incontro sul fronte timori di chiusura delle scuole, pericolo al momento scongiurato. Osserva, tuttavia, che sarebbe auspicabile la creazione di una scuola bilingue «comprensoriale», da realizzare in una località facilmente raggiungibile da tutti, ad esempio Nimis. Anche Attimis e Faedis, infatti, entrambi paesi al confine con la Slovenia, potrebbero, in futuro, chiedere lo stesso tipo di istituto. A quel punto creare 4 scuole bilingue sarebbe infattibile, anche economicamente. Berra, quindi, invita a non fermarsi a posizioni di principio, ma a guardare al concreto. «Di diritti, in Italia, ce ne sono tanti, ma spesso restano sulla carta. Come accade per le leggi sullo sviluppo della montagna», taglia corto.
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