11 lug 2012

L’Unione montana del Torre dà peso ai comuni piccoli


L'Unione montana del Torre comincia a muovere i primi passi. Nei giorni scorsi si è costituita l'assemblea dell'Unione che riunisce i Comuni di Attimis, Faedis, Lusevera, Nimis e Taipana. Rispetto alla “vecchia” Comunità montana sono rimasti fuori infatti i Comuni di Magnano in Riviera, Tarcento e Povoletto. 
Dell'assemblea fanno dunque parte i sindaci Sandro Rocco (Attimis), Cristiano Shaurli (Faedis), Guido Marchiol (Bardo), Walter Tosolini (Nimis) ed Elio Berra (Tipana), e in rappresentanza delle opposizioni Dino Ronchi. Il ruolo di presidente pro tempore, fino all’approvazione dello Statuto, è stato affidato al sindaco di Faedis Shaurli, in qualità di sindaco del comune più popoloso.
Il primo compito dell'assemblea è stilare lo Statuto dell'Unione e, durante la sua prima seduta, il sindaco di Faedis ha presentato una bozza sulla quale si è aperta la discussione che verrà naturalmente ulteriormente approfondita. Subito è emersa la scelta di non dotarsi di organi direttivi, ma di procedere in modo snello e poco oneroso mantenendo le competenze di indirizzo ed esecutive in capo all'assemblea. Si è discusso anche delle modalità di voto. L’assemblea ha deciso che il voto sarà ponderato in ugual misura alla popolazione e al territorio in modo da favorire i comuni più piccoli ed interamente montani.
È stata inoltre condivisa la necessità di un incontro urgente con l'amministratore temporaneo della ex Comunità montana per definire la suddivisione del patrimonio, specialmente quello immobiliare, anche tenuto conto che non tutti i comuni hanno aderito all'Unione. 
Lo statuto, com'è noto, non è solo un adempimento burocratico: si tratta infatti di definire al suo interno anche l'identità storica e culturale della comunità. A ben vedere anche gli statuti comunali andrebbero attualizzati alla luce delle leggi statali (482/99 e 38/2001) e regionali (26 e 29 del 2007) in materia di tutela delle minoranze linguistiche che ormai da oltre un decennio vengono applicate sul territorio considerato. Alcuni Statuti rimangono sulla generica valorizzazione della lingua e cultura locale, altri sono fermi all'“idioma di origine slava”, altri al “po našin, lingua di origine slovena” e solo Taipana ed Attimis sono molto espliciti a proposito della tutela e valorizzazione della lingua e cultura slovena (e nel secondo caso anche friulana). Si tratta di documenti evidentemente datati. Certo a scriverlo oggi, lo Statuto dell’Unione montana non può prescindere dall'impegno a valorizzare la lingua e la cultura slovena e friulana. Anche perché come si legge nello Statuto del comune di Attimis è questo “un principio fondamentale della sua identità storica e base dell'autonomia speciale”.
A tal proposito il sindaco Cristiano Shaurli ha assicurato che il tema della tutela delle minoranze linguistiche sarà trattato in modo esaustivo e tenendo conto delle leggi di tutela. “Per ciò che concerne la minoranza slovena – ha affermato Shaurli – si aggiunge l'orgoglio di poter istituire delle scuole bilingui sul territorio. Le domande avanzate dai Comuni di Lusevera e Taipana saranno sostenute da tutte le amministrazioni dell'Unione”.


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