22 ago 2012

DA MELS (CH) A MELS di Colloredo di Montalbano

UDINE. Cinquecento chilometri a piedi, superando le Alpi, dalla Svizzera al Friuli Venezia Giulia, per rinsaldare il legame tra una piccola cittadina svizzera, Mels, e la omonima frazione di un piccolo comune della provincia di Udine, Monte Albano.
Li hanno percorsi, zaino in spalla, Ernst Ackermann, 51 anni, operatore sanitario, e l’amico Oliver Thu-ring, 45 anni, tipografo, supportati dalle mogli, Mirella e Brigitte, di 44 e 51 anni, tutti di lingua tedesca.
Sono partiti dalla cittadina svizzera di Mels, nel Cantone di San Gallo, il 2 agosto scorso, e sono arrivati a Mels di Colloredo di Monte Albano (Udine), nel pomeriggio di ieri, 21 agosto, accolti da un comitato di benvenuto composto da numerosi abitanti della frazione, dal sindaco Ennio Benedetti e dal parroco, don Giuliano Mauro.
Nel 1976, Alexdander Good, una guardia pontificia elvetica di Mels in servizio a Roma, scoprì che anche in Friuli Venezia Giulia esisteva un paese con lo stesso nome, e che era stato devastato dal terremoto. Si attivò subito e, tramite le parrocchie dei due paesi, diede avvio a un’operazione di aiuto, da Mels a Mels.
La comunità della cittadina svizzera donò due campane per la chiesa di Ognissanti dopo il rovinoso crollo della parte sommitale del campanile. S’era salvata allora, solo una campana del gruppo originale, che poi fu la prima, in tutto il Friuli terremotato, a suonare dopo il sisma, anche in diretta tv, dando nuova fiducia alla popolazione in sofferenza, rimasta improvvisamente senza casa, lavoro e a volte senza affetti.

Prima di fermarsi, Ernst e Oliver hanno consegnato e letto, con l’aiuto di un traduttore, la lettera che il primo cittadino della città svizzera si Mels, Guido Fischer, ha inviato al sindaco di Colloredo, Ennio Benedetti: «È un’emozione grande per noi, vedere in fotografia le campane della vostra chiesa e sapere che sono state donate dalla nostra comunità al tempo del terremoto del 1976. Anche se da allora sono passati tanti anni, non vi abbiamo mai dimenticato - ha scritto Fischer su carta pergamena -. Anzi, quest’estate Ernst e Oliver hanno intrapreso un lungo cammino per dimostrarvelo. In attesa di ricevere vostre notizie vi salutiamo calorosamente e attendiamo di conoscere dai nostri due coraggiosi concittadini i loro aneddoti di viaggio».
Il viaggio di 500 chilometri a piedi di Ernst e Oliver li ha portati da Mels Svizzera verso Davost e da lì al Passo del Forno (2.149 metri) raggiungendo la massima quota, sulle Alpi, di 2400 metri. Poi la discesa, verso Colloredo di Monte Albano, passando per Merano, in Trentino Alto Adige, Bolzano, Aviano in Friuli Venezia Giulia, Maniago, Meduno, San Daniele del Friuli, per giungere, infine, in una caldissima giornata, con oltre 30 gradi centigradi, a Mels di Colloredo.
«Per noi è stata la prima volta e ne è valsa la pena - hanno detto Ernst e Oliver -. Lungo tutto il cammino calda e generosa è stata l’accoglienza, in ogni paese che abbiamo attraversato. Poi, qui, all’ombra delle campane della chiesa di Mels, l’emozione più grande».
I due camminatori ripartono oggi in furgone. Dalla comunità di Mels di Colloredo di Molte Albano, è già arrivata la promessa di ricambiare la cortesia. Ma questa volta il viaggio non sarà a piedi: i friuliani preferiscono la bicicletta.http://messaggeroveneto.gelocal.it/

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