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Il tiglio e il re Matjaž
L’albero, che protende ver ž so il cielo la sua cima, venne ritenuto giá in epoca preistorica un legame tra il mondo terreno e quello divino.Più tardi ogni popolo raffiguró la propria esistenza e la propria sorte attraverso una certa specie vegetale, particolarmente importante nel suo habitat.
Nella tradizione slovena, il tiglio-lipa é l’albero sacro o della vita: esso cresceva solitamente al centro del villaggio e sotto le sue fronde si riuniva la comunitá o «vicinia»( sosednja), presieduta dal sindaco (župan), che era coadiuvato dal Consiglio dei dodici dvanajstija); a livello di mandamento, l’asemblea si denominava «cavalcata» (pojezda), nentre a livello nazionale si chiamava «veča» (placito); il giudizio di queste assemblee era vincolante anche per i feudatari.
L’area sottostante al tiglio era dunque il centro della vita comunitaria; colá si svolgevano gli incontri e le feste da ballo; ogni anno vi aveva luogo la «prima danza», un rito che sanciva l’entrata dei giovani nella vita adulta (usanza conservatasi tuttora in Carinzia, nella valle della Zila).
Il tiglio aveva un suo ruolo anche nel mondo spirituale sloveno; veniva piantato vicino alle chiese, sia in campagna che in cittá; e nelle leggende, offre un riparo ai giusti; anche Maria con il Bambino riposa alla sua ombra.
Il tiglio accompagna pure il mitico Re Mania (Kralj Matjaž), che impersona il popolo sloveno e la sua storia; il superbo eroe provocó Iddio stesso e fu sconfitto nella battaglia combattuta sotto un tiglio, in mezzo alla campagna; Mania ed i suoi ultimi soldati restarono imprigionati in una grotta e caddero in un sonno lungo e profondo, che sarebbe durato fino a quando (in una notte di Natale) fosse cresciuto e fiorito un tiglio davanti alla cavitá in cui si trovavano, per seccarsi dopo un’ora soltanto.
Mattia si sarebbe allora svegliato, guidando i suoi fedeli nella battaglia decisiva; il profumo del tiglio fiorito li avrebbe rinvigoriti e la vittoria definitiva sarebbe arrisa loro; infine, la pace universale sarebbe stata stipulata sotto il tiglio dalle sette cime, sul quale Mattia avrebbe posto uno scudo, simboleggiante la resistenza della fede, invano colpita dalle frecce delle tentazioni.
Il Re Mania non va peró identificato con l’ungherese Mania Corvino, come avrebbero invece voluto filotedeschi e panslavisti, per negare agli Sloveni la capacitá di esprimere un proprio autentico eroe nazionale.
Il tiglio é presente anche nelle tradizioni popolari dell’Europa centrale, piú precisamente nell’area popolata in epoche remote dai Vendi, Venedi, ossia Veneti; esso é pertanto il testimone di un’antichissima cultura popolare mitteleuropea e l’emblema della civiltá rurale venetica, matrice comune delle genti che vissero nella vasta area compresa tra il mar Baltico e l’Adriatico.
fonte: Dom 1995
Cara Olga che bella storia che oggi ci hai raccontato, il tiglio un maestoso albero...
RispondiEliminaGrazie di questo racconto di come in Slovenia veniva considerato questo grande albero.
Ciao e buona giornata cara amica.
Tomaso