22 apr 2013

Danza e musica resiane per il riconoscimento Unesco

Presentata venerdì 12 aprile a Udine la candidatura 
La danza e la musica (che si suona rigorosamente con gli strumenti tipici cytira e bunkula) della val Resia si candidano a diventare beni riconosciuti dall'Unesco come patrimonio immateriale dell'Umanità. La candidatura è stata presentata lo scorso 12 aprile nella sala del Consiglio della Provincia di Udine. Durante la conferenza, introdotta dal coordinatore dell'iniziativa Vanni Treu, sono intervenuti Cristina Buttolo, assessore alla cultura del comune di Resia, l'antropologo Stefano Morandini e l'etnomusicologo Roberto Frisano.
“Tutta la comunità resiana pratica ancora ed è partecipe di questa tradizione,” ha affermato la Buttolo. “Le condizioni negli anni sono cambiate – le parole dell'assessore – e oggi per la trasmissione di questo patrimonio culturale alle nuove generazioni la scuola ricopre un ruolo fondamentale. Ma se la sopravvivenza della nostra lingua è minacciata dalla globalizzazione e il numero dei parlanti fa presupporre una sua possibile scomparsa, la musica e la danza resiana sono divenuti elementi naturali del nostro Dna e pertanto non corrono questo rischio. L'elemento immateriale dunque c'è ed è ancora sentito e sarebbe quindi giusto che ricevesse il suggello del riconoscimento Unesco”.
Dello stesso avviso anche Frisano: “Il patrimonio musicale e coreutico di Resia è assolutamente originale. In questi anni c'è stata l'attività meritoria del gruppo folcloristico, uno dei più antichi d'Italia. Ma cosa ancor più importante - soprattutto ai fini del riconoscimento Unesco – è che, nonostante le trasformazioni del Novecento, questa è una tradizione ancora viva e vitale per la comunità della valle anche al di là della rappresentazione folclorica. Ha cioè ancora un significato identitario in grado di collegare i resiani che vivono in valle e quelli che stanno fuori”.
“Nel prossimo periodo procederemo alla raccolta della documentazione necessaria al completamento della candidatura,” ha spiegato Morandini. Che ha poi sottolineato come “per il buon fine di questa proposta la strada non è semplice ed è pertanto necessario che a questo processo aderisca tutta la comunità”.

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