La Regione al voto
Questa edizione del Novi Matajur è l’ultima prima delle elezioni regionali. A tutti e tre i candidati governatori abbiamo posto le domande che, crediamo, interessano maggiormente la nostra comunità. Le opinioni e i programmi di Serracchiani (centro sinistra) e Galluccio (M5S) le potete leggere a pagina 4. Mancano invece quelle del presidente uscente e candidato del centrodestra Renzo Tondo: non ha tempo per il Novi Matajur.
Di tempo però Tondo ne ha avuto negli ultimi cinque anni in cui ha guidato questa Regione. E così alle questioni che gli abbiamo posto ha già in qualche modo risposto con i fatti.
Autonomia della regione e patto di stabilità: firmato il federalismo fiscale, 370 milioni dalla Regione allo Stato. Per i prossimi cinque anni, Friuli Venezia Giulia nella macroregione del nord, una piccola provincia del nuovo Lombardo-Veneto. Approvazione non necessaria (con successivo pentimento) del patto di stabilità che, fra l’altro, impedisce l’avvio dei lavori per la ristrutturazione della scuola bilingue e della medie Dante Alighieri di San Pietro.
Politiche linguistiche: la tutela del friulano è una cazzata. Zero euro in tre anni per la minoranza slovena. Sforbiciata (o meglio amputazione) ai fondi per la cultura.
Sviluppo della montagna: elettrodotti con piloni di 40 metri e cava libera visto che manca il Piano regionale per le attività estrattive.
Riassetto istituzionale enti locali: Province sì, soprattutto quella di Udine dove c’è Fontanini. Ma anche Unione dei comuni montani con le minoranze consiliari ridotte al 10 per cento, piccoli comuni (quindi quelli veramente montani) assoggettati ai centri più grandi. Che però se vogliono possono uscire dall’ente.
Di tempo però Tondo ne ha avuto negli ultimi cinque anni in cui ha guidato questa Regione. E così alle questioni che gli abbiamo posto ha già in qualche modo risposto con i fatti.
Autonomia della regione e patto di stabilità: firmato il federalismo fiscale, 370 milioni dalla Regione allo Stato. Per i prossimi cinque anni, Friuli Venezia Giulia nella macroregione del nord, una piccola provincia del nuovo Lombardo-Veneto. Approvazione non necessaria (con successivo pentimento) del patto di stabilità che, fra l’altro, impedisce l’avvio dei lavori per la ristrutturazione della scuola bilingue e della medie Dante Alighieri di San Pietro.
Politiche linguistiche: la tutela del friulano è una cazzata. Zero euro in tre anni per la minoranza slovena. Sforbiciata (o meglio amputazione) ai fondi per la cultura.
Sviluppo della montagna: elettrodotti con piloni di 40 metri e cava libera visto che manca il Piano regionale per le attività estrattive.
Riassetto istituzionale enti locali: Province sì, soprattutto quella di Udine dove c’è Fontanini. Ma anche Unione dei comuni montani con le minoranze consiliari ridotte al 10 per cento, piccoli comuni (quindi quelli veramente montani) assoggettati ai centri più grandi. Che però se vogliono possono uscire dall’ente.
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