26 lug 2013

Legambiente nell'Alta Val Torre

Scarpe e cervello
Legambiente v Terski dolini

«Scarpe e cervello» è il titolo dell’iniziativa organizzata da Legambiente per domenica 28 luglio. Si tratta di un’escursione dedicata ai paesaggi della smilitarizzazione in Friuli Venezia Giulia. Il ritrovo è domenica 28 luglio alle 9.30 al vecchio valico di frontiera di Passo Tanamea per visitare il sistema di fortificazioni posto lungo la linea del confine. L’alta valle del Torre nella logica della difesa militare della guerra fredda non ebbe un presidio militare permanente. In sostanza non c’erano caserme nella vallata se non a Tarcento, lungo l’asse pedemontano. Eppure in quest’area marginale del territorio regionale i vincoli militari si facevano sentire soprattutto in termini di servitù d’uso e di presenza militare data dai continui campi che i soldati apprestavano nella vallata. Le difese vere e proprie erano distribuite lungo il confine e il sentiero che controllava il lato settentrionale della valle. In una logica topografica di più ampia visione a Passo Tanamea iniziava un sistema difensivo lineare che si sarebbe appoggiato alle aste fluviali del Torre e del Natisone: sistema che completava verso ovest e verso nord la protezione dei fianchi del dispositivo principale, rappresentato dal basso Isonzo. Questo sistema di difese era presidiato dal 52° Alpini ed era costituito da una prima linea fortificata, che si distendeva a ovest del fiume Natisone e nelle valli collegate e che mirava a controllare i principali valichi e le vie di accesso alla pianura, e di una seconda linea arretrata, appoggiata alla riva occidentale del fiume Torre, da Tarcento sino a Udine. La presenza militare in Friuli non è data solo dalle opere maggiori e dai casermaggi che ospitavano le migliaia di giovani provenienti da tutta la nazione. Le pratiche d’uso del territorio furono senza dubbio uno di modi con i quali si espresse fisicamente la grande macchina militare approntata all’epoca della guerra fredda. La valle di Musi era un ambiente segnato da una profonda crisi sociale ed economica. Uno spazio che come la Val di Resia e quelle del Natisone, aveva vissuto durante il periodo fascista un periodo di progettata ostilità del regime nei confronti delle popolazioni di lingua slovena. Anche qui si erano sentiti gli influssi di un potere che osteggiava l’uso di una lingua che non si rifaceva all’esaltante tradizione romana. Dopo la lacerante definizione del confine nazionale lo stato repubblicano vedeva con preoccupazione questi ambiti confinari non immuni dalla propaganda panslavista. Durante gli ultimi anni della dominazione tedesca queste aree erano state patrimonio delle brigate filo titine e lo Stato non ebbe mai la sensazione di un completo controllo dell’area. Forse anche per questo motivo le principali installazioni militari friulane non stanno all’interno di quei territori che durante l’epoca della dominazione veneziana venivano definiti come la “Slavia Friulana”.
V nedeljo 28. julija Legambiente je organiziralo pohod po vojaških postojankah v Terski dolini. Pohod se bo začel ob 9.30 pri nekdanji meji v Passo di Tanamea.

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